Spesso si tende a dare un’immagine distorta dell’atteggiamento della gioventù odierna nella società, ma non sempre quello che viene rappresentato corrisponde alla realtà. Prova ne è l’impegno di alcuni giovanissimi, appartenenti a diverse comunità parrocchiali della Diocesi acese. I ragazzi si sono cimentati in una impresa artistico-religiosa, realizzando un Cereo votivo in onore della Madonna delle Grazie venerata a Carruba (frazione di Giarre e Riposto), dove, come ogni anno, si sono svolti i festeggiamenti in onore di Maria SS. della Divina Grazia. Una festa semplice, ma molto sentita dagli abitanti del luogo. In queste due giornate, i fedeli si sono stretti attorno al bellissimo simulacro della Madonna con vera devozione.
La Sicilia è terra di tradizioni, soprattutto religiose. Non mancano, in ogni luogo, le feste in onore della Beata Vergine e dei Santi protettori. Questa espressione del culto popolare, per motivi facilmente intuibili, si intensifica nel periodo estivo. Di paese in paese, la presenza dei fuochi d’artificio ne sottolinea lo svolgimento.
L’espressione di Giovanni Paolo II: “Non bisogna mai denigrare le manifestazioni della religiosità popolare perché sono la radice evangelica della fede”, sottolinea come anche questa esternazione di fervore spirituale possa contribuire ad avvicinare i giovani alla Chiesa e soprattutto possa dare loro l’opportunità di essere attivi e presenti nel territorio.
La novità di quest’anno è stata l’offerta da parte di un gruppo di giovanissimi, per omaggiare la Madre di Dio, di un Cereo votivo.
L’idea è partita dal giovane artista e pittore di immagini sacre, Graziano Luciano Massimino, ed è stata accolta con entusiasmo da un gruppetto di ragazzi che si sono uniti per assemblare un “CERO” votivo alla stregua delle più famose candelore delle città di Catania e di Acireale. Aiutati, in questa loro prima impresa, da persone con più esperienza appartenenti alla corporazione del Cereo pescivendoli di Acireale, gli stessi ragazzi, con mezzi di fortuna e tanta buona volontà, hanno costruito la “loro candelora” che ha fatto bella mostra di sé all’interno della chiesa durante i due giorni di festa. Il manufatto lineare e stilizzato, ornato di quattro angeli e addobbato con luci e fiori, è apparso gradevole agli occhi di tutti.
Nella Messa vespertina di sabato, la candelora è stata portata all’altare per la benedizione e il tradizionale inchino alla Vergine. Durante la celebrazione, il parroco Don Sebastiano Leotta. ha benedetto il “sacco” e le attrezzature dei “portatori”.
Il Pontificale della domenica è stato officiato da mons Cono Ferrigna, parroco della Cattedrale di Civitavecchia, ma legato a Carruba da radici familiari. Il prelato si è complimentato con i giovani, spronandoli a progredire nella fede. “Questo dono a Maria SS. frutto di sacrifici personali e di fatiche, ha detto, possa essere lo strumento e l’espressione della vera fede e della devozione alla Mamma Celeste”. Durante la Concelebrazione, il parroco ha rinnovato i ringraziamenti a tutti coloro che si erano adoperati per la buona riuscita della festa.E soprattutto si è complimentato con i più giovani per il loro impegno e la loro devozione, esortandoli ad andare avanti nel cammino della fede a testa alta e con coraggio. Sottolineando inoltre, come il “cero” rappresenti la fiamma pura della devozione e simbolicamente la guida verso il Regno di Dio.
Sul sagrato è stata eseguita, durante le due serate, la classica “ballata delle candelore” accompagnata dal suono della banda. Il Cereo, come simbolo della Luce, ha aperto poi la processione, precedendo il sacro Simulacro nel lungo giro per le vie del paese.
Carmela Tuccari