Ricerca / Al via il progetto MicroWatTS, Sicilia e Malta insieme: le nanotecnologie contro carenza e spreco dell’acqua

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Sicilia e Malta, le più importanti isole del Mediterraneo insieme in un progetto di ricerca che svilupperà un sistema di trattamento dell’acque grigie sfruttando le nanotecnologie e la luce solare, avvelandosi di un partenariato di eccellenza: l’Università di Malta, ente capofila, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Catania, MCAST, l’università di Catania e due PMI Econetique e Plastica Alfa, con esperienza in micro e nanosistemi e prodotti polimerici innovativi per il trattamento dell’acqua.
Si chiama MicroWatTS (microsistemi di trattamento delle acque reflue che utilizzano superfici fotocatalitiche) – si legge in una nota stampa di Battuta Libera –  un progetto da 2,5 milioni di euro finanziato dall’unione Europea nell’ambito del programma INTERREG V-A Italia Malta, che è stato presentato  a Catania nell’aula conferenza del Cnr (via Paolo Gaifami, 18) alla presenza, tra gli altri, della coordinatrice italiana Giuliana Impellizzeri, del responsabile di sede Vittorio Privitera, rispettivamente  ricercatrice e dirigente di ricerca CNR IMM, Maurice Grech, professore dipartimento di Ingegneria metallurgica e dei materiali dell’Università di Malta, Christian Camilleri, ricercatore MCAST a Malta, Giancarlo Rappazzo, professore dipartimento di Scienze Biologiche dell’università di Catania, Luciano Falqui responsabile del progetto per Plastica Alfa.

Il progetto MIcrowatTS risponde a tre criteri: dell’innovazione, perché punta a realizzare e produrre su larga scala sistemi di purificazione delle acque ecologici, a bassa manutenzione, efficienti e che utilizzano il sole; dell’applicazione, perché trasferisce le tecnologie avanzate di trattamento delle acque dal banco da laboratorio al pubblico, sviluppando reattori per il trattamento delle acque grigie industriali e domestici, su piccola scala; dei benefici sul piano ambientale ed economico perché questi reattori purificheranno le acque grigie, provenienti dalle lavanderie, dai lavandini, dalle docce delle abitazioni, per renderle riutilizzabili per usi agricoli o per usi domestici secondari.
L’acqua grigia purificata può essere immagazzinata per sciacquare i servizi igienici o le piante d’innaffiatura. Questo ha il potenziale di fare risparmiare fino al 30% di acqua potabile utilizzata nella maggior parte delle famiglie.

“Il progetto prende le mosse da un procedente lavoro WATER, concluso nel 2016, che ha avviato il nostro percorso di utilizzo delle tecnologie più avanzate al servizio della società, della natura, delle persone – spiega il responsabile Vittorio Privitera – ecco il nostro modo di intendere la ricerca scientifica. L’innovazione è la principale arteria verso il progresso, inteso come miglioramento delle condizioni ambientali e del benessere umano. E in questo processo evolutivo, è l’acqua ad avere un ruolo fondamentale e predominante. Garantire la sua purezza nelle case, contribuire a purificare mari, fiumi e oceani attraverso lo sviluppo delle nanotecnologie, è l’obiettivo primo di della nostra attività e del nostro impegno quotidiano”.

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