Randazzo / Commemorati i 4mila soldati periti nell’affondamento dell’Oria

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Domenica 12 febbraio è stata celebrata da padre Roberto Maio una Messa commemorativa nella chiesa parrocchiale di San Martino in Randazzo, nel 79° anniversario dell’affondamento nel mare Egeo del piroscafo norvegese “ORIA”. Nel naufragio, avvenuto il 12 febbraio 1944, perirono 4095 soldati italiani prigionieri dei tedeschi, che si trovavano a bordo per essere trasferiti come forza lavoro da Rodi nei lager nazisti di Germania e Polonia.

Uno squillo di tromba ha dato inizio della funzione religiosa. Durante l’omelia il parroco ha ricordato il valore della vita e il sacrificio delle migliaia di giovani militari italiani caduti nell’ Egeo. Tra essi i soldati Giovanni Busà, Salvatore Catania, Salvatore Fornito, Matteo Longo; il caporale Vincenzo Longhitano e il sottotenente Renato Vagliasindi.squillo di tromba per commemorare i naufragio dell'Oria

E’ stata una cerimonia commossa e commovente, scandita da altri squilli di tromba all’atto dell’elevazione eucaristica. Dopo la ”Preghiera del marinaio” dello scrittore Antonio Fogazzaro, nell’aria si sono innalzate, meste e solenni, le note del “Silenzio militare italiano d’ordinanza”.

Tanti i partecipanti alla commemorazione del naufragio dell’Oria

Alla cerimonia di commemorazione del 79° anniversario della tragedia, hanno partecipato alcuni familiari dei caduti. E tra le autorità civili del comune di Randazzo, il sindaco Francesco Sgroi, l’assessore alla Cultura Gianluca Anzalone e il presidente del consiglio Carmelo Tindaro Scalisi. In rappresentanza delle forze dell’ordine, il comandante della compagnia carabinieri di Randazzo, capitano Luca D’Ambrosio.

Ad onorare la memoria dei caduti erano inoltre presenti con i loro Labari, l’ A.N.M.I. (Associazione Nazionale Marinai d’Italia) gruppo di Catania con il presidente cav. Michele Russo e l’A.N.B. (Associazione Nazionale Bersaglieri) sezione di Zafferana Etnea con il presidente Cirino Tomarchio e il presidente provinciale Nunzio Arcidiacono.

Il fatto è documentato negli archivi civili e militari. Ma, pur essendo forse il più grande disastro della marina nel Mediterraneo, non ebbe mai pubblica evidenza. Alle famiglie non furono mai date  precise informazioni, e restarono all’oscuro di luoghi e circostanze. Lo Stato italiano aveva dato solo una lapidaria risposta sulla sorte dei loro cari “dispersi”.

La scoperta del relitto dell’Oria

La svolta arriva con la scoperta del relitto, risultato di laboriose ricerche sub acque condotte per anni da Aristotelis Zervoudis, che ha riportato alla luce anche diverse gavette di soldati.
E anche dal ritrovamento della lista degli imbarcati, per la tenacia di Barbara Antonini, il cui zio era scomparso nel naufragio. Determinante per la costituzione della rete dei familiari e per la diffusione della vicenda, il pregevole contributo di Michele Ghirardelli, anche lui nipote di un disperso.messa in ricordo del naufragio dell'Oria

Nel febbraio 1944, nei giorni successivi al naufragio del piroscafo, centinaia di corpi di soldati italiani furono spiaggiati a Capo Sounion, in quel tratto di costa prospiciente l’isolotto di Patroclo. Mentre si raccoglievano i cadaveri dei soldati, una bambina del luogo di nome Kalomira rinvenne una piccola statuetta in legno raffigurante la Madonna.
Tale fatto si interpretò come un segno divino, pertanto la famiglia della bambina la conservò gelosamente. La preziosa reliquia della Madonnina è conservata ancor oggi in una piccola cappella votiva a casa di Kalomira Georgakopoulous.

La rete dei familiari, dopo decenni di oblio, ricostruito finalmente l’avvenimento, è impegnata per restituire la memoria storica e umana della vicenda. Non potrà mai essere cancellato il ricordo di questi eroi d’altri tempi, esempio di valori autentici. Essi, anziché piegarsi al volere nazista, compirono il loro dovere, senza mai tradire la Patria alla quale avevano giurato fedeltà.

A conclusione della funzione, il sindaco Francesco Sgroi si è complimento con Vito Gullotto e Marco Vagliasindi. Questi, in rappresentanza della Rete dei familiari dei caduti, hanno voluto organizzare una commemorazione a Randazzo in ricordo del tragico naufragio, che viene annoverato  tra i più gravi mai accaduti, dove persero la vita anche giovani randazzesi.

V.G.

 

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