Il ricordo di una persona cara non si cancella nonostante l’inesorabile trascorrere del tempo. Questo è quanto ha voluto significare la presenza di parenti, amici e conoscenti convenuti lo scorso 12 dicembre, per una conferenza nella ricorrenza del decennale della repentina dipartita di padre Salvatore Privitera, presso la chiesa di San Domenico in Acireale, ove il compianto sacerdote ha officiato per lunghi anni il sacrificio eucaristico.
Primo momento della serata, organizzata dal comitato promotore della chiesa di San Domenico con il rettore sac. can. Venerando Licciardello, è stato la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo emerito di Acireale mons. Pio Vittorio Vigo, da sempre amico di don Salvatore. Non si è trattato, però, di una semplice commemorazione, bensì di una doverosa attualizzazione del messaggio che il compianto sacerdote ha voluto lasciare, attraverso l’Istituto Siciliano di Bioetica, che egli stesso fondò in Acireale nel 1991 e di cui fu primo Direttore; all’Istituto egli volle affiancare, con l’obiettivo di diffondere gli aspetti programmatici e di studio, attraverso approfondimenti storici, filosofici, teologici e morali, la rivista ‘Bioetica e Cultura’, oggi diretta dal giornalista Giuseppe Vecchio, direttore del nostro giornale; il quale ha ricordato come sia stato dedicato per intero al suo fondatore l’ultimo numero della rivista.
Il direttore scientifico dell’Istituto dott. Giuseppe Quattrocchi sottolineava nel suo intervento introduttivo della conferenza la novità dell’Istituto, sia per la metodologia di studio sia perché esso costituiva la prima struttura del genere ‘nel limbo del ‘profondo Sud’, di un meridione d’Italia troppo spesso associato ed ingiustamente ad un presunto sottosviluppo culturale.
Il prof. Salvino Leone, amico e collaboratore di don Salvatore nell’attività socio-culturale dell’Istituto, evidenziava come in un mondo all’insegna del ‘panta rei’ (tutto scorre) di Eraclito, teorico del ‘Divenire’, contrapposto alla teoria dell’Essere di Parmenide, gli insegnamenti di don Privitera sono sempre vivi ed attuali grazie ai suoi preziosi contributi culturali. Secondo gli intendimenti del compianto sacerdote, la bioetica, con i suoi vari aspetti sulla qualità e sull’etica della vita, deve tendere unicamente al bene dell’uomo; suo fine è dunque, non tanto far sì che l’uomo conosca le norme dal punto di vista strettamente teorico quanto, piuttosto, la concreta applicazione delle stesse alla realtà della vita quotidiana. Commovente il ricordo di don Salvatore, letto dal fratello Franco, che si è detto orgoglioso di lui.
Nando Costarelli