La recente triste dipartita di Giovanni Adamantino a causa di un terribile male che, da lui accettato con cristiana rassegnazione, lo ha prematuramente strappato all’affetto dei propri cari, è qualcosa di veramente sconvolgente. Altrettanto provati da una perdita così irreparabile, amici e conoscenti hanno gremito la chiesa della ‘Divina Misericordia’ in San Nicolò durante il rito delle esequie, stringendosi attorno a familiari e parenti.
Se a Giovanni mi legava una lunga amicizia, maturata sin dall’infanzia, oltre che una cordiale frequentazione tra le nostre famiglie d’origine, è impossibile dimenticare il sorriso sempre accogliente sulle sue labbra e la generosa cordialità, testimonianza del suo impegno umano e cristiano, con la quale egli si dimostrava sempre a tutti fratello ed amico. Non di rado, durante i nostri incontri, si scherzava, riandando col pensiero alla ormai lontana infanzia, agli innocenti giochi sul caldo arenile di quello stabilimento balneare dove trascorrevamo l’estate con le nostre famiglie, ed al semplice stare insieme. Per un certo tempo, divenuti ormai adulti, ci si era persi di vista, per ritrovarsi successivamente e così ulteriormente consolidare quel profondo e fraterno rapporto in realtà mai assopitosi nonostante l’inesorabile trascorrere degli anni.
Da bambini che eravamo un tempo, ci siamo poi ritrovati adulti, entrambi alle prese con le responsabilità che competono ai nostri rispettivi ruoli familiari e sociali; se il non frequentarci per alcuni anni non aveva per nulla intaccato la nostra grande amicizia, è pur vero che la triste perdita di Giovanni lascia in quanti abbiamo avuto la ventura di incontrarlo amarezza e grande rimpianto. Pur consapevole della sua sofferenza, non aveva voluto rinunciare ai molteplici impegni in parrocchia e, avvertendo ormai prossima la dipartita, non mancava di rassicurare i familiari della propria gioia per l’imminente incontro con il Signore Gesù.
Tra i suoi congiunti avevo conosciuto anche lo zio sacerdote, don Orazio, fratello del padre e mio carissimo parroco dal 2001 al 2009, anno della sua prematura scomparsa. Anche Giovanni oggi, come don Orazio, non parlerà più a tutti noi con le sue labbra, ma continuerà, comunque, a parlare al nostro cuore, sol che noi saremo disponibili ad ascoltarlo.
Nando Costarelli