Ricordo di Odoardo Focherini, primo giornalista Beato, nel 70° della morte. Organizzò la fuga e la salvezza di 100 ebrei

0
151

downloadTorniamo ad occuparci della figura di Odoardo Focherini, in vista di due ricorrenze: la ricorrenza di giorno 27 gennaio della “Giornata della Memoria” e il  70° anniversario della sua morte. Se fino a non molto tempo fa la storia – o meglio alcune interpretazioni di essa – mettevano sotto accusa il silenzio di Pio XII verso l’olocausto, oggi le fonti hanno dimostrato come egli in silenzio e senza destare troppa attenzione aprisse le porte dei conventi per nascondere gli ebrei. Qualcosa di simile è ciò che ha compiuto Odoardo Focherini organizzatore della fuga e della salvezza di circa cento ebrei. Tutto incominciò nel ’42 quando conobbe una coppia di ebrei polacchi, Eva e Sigismondo Weiser, che poterono rifugiarsi a Genova grazie al suo aiuto. Nel ’43 in Italia la situazione diventò allarmante e iniziarono a concretizzarsi le condizioni per effettuare gli arresti e le deportazioni. Egli allora studiò una rete di salvataggio con don Sala, mentre Silvio Borghi sperimentò la strada per far giungere i fuggiaschi nel territorio neutrale della Svizzera.

L’11 marzo del ‘44 viene fermato e condotto nel carcere di Bologna e trasferito nel campo di concentramento di Fossoli. Successivamente rimase nel campo di Gres (Bolzano) prima del suo ultimo trasferimento al campo di Flossenburg. Fu trattato come tutti gli altri ebrei e  fu sottoposto ai lavori forzati ed alle percosse. A causa di una setticemia per una ferita alla gamba mori il 27 dicembre dello stesso anno. L’amico Teresio Olivelli raccolse dalla sua voce il suo testamento spirituale. Qui Odoardo-Focherini-6-luglio-1930-295x300Odoardo disse di ”morire offrendo la sua vita in olocausto per la sua Diocesi e per l’Azione Cattolica”.
Di questi mesi di prigionia rimangono 166 lettere che Focherini scriveva alla moglie, ai genitori, agli amici. Riconosciuto come martire per la Chiesa Cattolica, il 15 giugno 2013 è stato proclamato beato. Il primo beato giornalista. Egli infatti iniziò a lavorare come ispettore per una società assicurativa e non tra lasciò mai la passione per il giornale e per la scrittura. Cosi arrivò a collaborare con il quotidiano cattolico “L’avvenire d’Italia”. È stata celebrata una messa il primo di gennaio per ricordare il suo 70°anniversario a Carpi (città d’origine di Focherini) presieduta dal vescovo monsignor Francesco Cavina alla presenza di tanti fedeli provenienti da tutta la Diocesi e dei familiari di Focherini.

Riccardo Naty

Print Friendly, PDF & Email