Pubblichiamo una testimonianza di don Roberto Strano che ricorda con affetto fratel Leonardo Grasso, perito qualche giorno addietro nell’incendio della Tenda di San Camillo, a Riposto.
“Carissimo Fratel Leonardo,
tu cosi’ schivo della logica dell’apparire, cosi’ poco mediatico, hai lasciato – tragicamente – questo mondo, riempiendo tutte le testate giornalistiche che non hanno potuto fare a meno, dopo aver raccontato il tragico e triste epilogo, di parlare di te.
Anch’io voglio unirmi al coro di quanti ti hanno conosciuto e apprezzato per la tua semplicita’, giovialita’ e per quel sorriso che infondeva fiducia. Ci siamo conosciuti sul finire degli anni ’90 ad un corso diocesano per i Ministri della Santa Comunione, tu – giovane professo – vi partecipavi con l’interesse del neofita. Da allora le nostre strade si sono incrociate. Hai voluto scegliermi come confessore e poi come celebrante “ufficiale” della Giornata Mondiale dell’AIDS che celebravamo ogni anno, il 1 dicembre, in Cattedrale.“Ti raccomando – solevi ripetere – devi presiedere tu”! Nel tempo, recente, in cui fosti nominato Superiore della Comunita’, ti salutavo ufficialmente dall’altare rivolgendomi a te come “venerato superiore” e tu, abbassando la testa ridevi di quella tipologia di saluto. Il 14 luglio partecipavi sempre alla S. Messa delle ore 21 nel cortile di San Camillo e appena mi vedevi mi dicevi subito, immancabilmente: “Sono venuto perche’ celebri tu”!. Grazie fratello e amico carissimo per l’affetto e la stima che hai avuto verso la mia povera persona.
Ma non voglio parlare di te o di me. La tua morte ci ha rattristati, ci ha portato a chiederci “perche’”? Ho provato ad immaginare i tuoi ultimi istanti. Nella solitudine della tua stanza, attorniato dal fuoco che era stato appiccato. Sono sicuro che al pari del Maestro avrai pregato dicendo: “Padre perdona loro, perche’ non sanno quello fanno” (Lc 23,34) e come olocausto gradito a Dio hai offerto la tua vita. Mentre tutto sembrava concludersi su questa terra, come Stefano, il primo martire della cristianita’, avrai visto anche tu fissando gli occhi al cielo, “la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra” (At 7,55). Ho osato immaginare la gioia del santo padre Camillo nell’accoglierti nel Regno dei cieli, felice perche’ tu avevi messo veramente il “cuore nelle mani”, donando ai fratelli e alle sorelle della comunita’ della Tenda te stesso, la tua laboriosita’ e soprattutto la tua vita.
Faremo fatica ad abituarci alla tua assenza fisica, a non potere incrociare con il nostro il tuo sguardo buono e semplice. Siamo pero’ certi che da oggi avremo in cielo un intercessore in piu’, un martire, un testimone, di cui siamo stati contemporanei e speriamo di averne appreso la lezione di come si vive con semplicita’ su questa terra, liberi da orpelli ingombranti.
A-Dio fratello carissimo, il tuo ricordo resta gelosamente conservato nel nostro cuore e spesso, ne sono certo, lo tireremo fuori ogni volta che insieme ai tuoi confratelli ci incontreremo, per vivere uno di quei tanti momenti di fraternita’ che tante volte abbiamo vissuto anche insieme a te.
Dal cielo continua a sorriderci. Grazie
Don Roberto Strano