Ricordo / Fratel Biagio ci ha insegnato a diventare operatori di pace e di speranza

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fratel Biagio Conte

L’incontro con Fratel Biagio è tra quelli che ti lasciano il segno. Perché puoi anche aver letto e sentito dire tanto, pur sapendo che c’è sempre da scoprire nelle cose e nelle persone, ma poi è l’esperienza diretta, l’incontro personale che aggiunge e dà quel di più che resta tuo. E fa di te una persona nuova, diversa perché arricchita dell’incontro dell’altro.

Questo è quanto accaduto incontrando Fratel Biagio Conte, nel caldo luglio del 2019, nella “Casa del Povero e della Speranza” di via Decollati a Palermo. Appena un paio d’ore prima della sua partenza per il lungo cammino da pellegrino, durato ben 65 giorni. Cammino che lo ha portato fino a Strasburgo per consegnare al presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, una lettera di appello in favore dei migranti. E a favore della pace e della fratellanza tra gli uomini.

Avevamo sentito parlare di lui nel gruppo di parrocchiani di Santa Maria della Pace di Tremestieri Etneo, in gita a Palermo a visitare i luoghi del beato don Pino Puglisi, ma tanti non ne conoscevano neppure l’esistenza e averlo incontrato e conosciuto è stata un’esperienza che possiamo definire unica e  folgorante, per tutti i partecipanti. Per la luce e la forza di vita e di speranza che la persona di Fratel Biagio ha immediatamente trasmesso a ciascuno.fratel Biagio
Quegli occhi e quel sorriso, in special modo. E quegli abbracci nell’umiltà e nell’amore che toccavamo con mano, e sentivamo dentro, di una persona speciale, umile e così gioiosa. Quell’incontro resterà indelebile nella vita personale e oggi piangiamo la sua scomparsa. Ma Fratel Biagio continua a dare testimonianza di gioia e di speranza con le sue opere.

Tra tutte, la Missione Speranza e Carità, con le sue 10 sedi in Sicilia. Qui si accolgono le tante – centinaia – persone con varie difficoltà, sempre più numerose negli ultimi tempi e non soli immigrati. E la “casa di preghiera per tutti i popoli” all’interno della Missione di via Decollati, realizzata a più mani da fratelli cristiani, ebrei e  musulmani per una convivenza umana e di fede nell’unico Dio di Abramo.

Testimonianza di Fratel Biagio sono i tanti digiuni a pane ed acqua ed Eucarestia, in solitudine nelle grotte di montagna del palermitano e in strada. Come anche nella stazione ferroviaria all’inizio della sua vita di missionario laico. E  ultimamente anche all’esterno della Cattedrale in piena città. Poi i suoi numerosi appelli agli uomini e donne di buona volontà, ai capi di governo, alla Chiesa tutta. E ai fratelli di altre fedi per fermare le guerre e la costruzione delle armi e costruire la pace e ripartire tutti insieme per una vita nuova e bella da fratelli.fratel Biagio Conte
Rivolgo un grido disperato ma di speranza all’intera società, ma non possiamo rimanere inermi spettatori davanti alle tante difficoltà, sofferenze ed emarginazioni”, scrive Fratel Biagio già gravemente malato in uno dei suoi ultimi appelli, da “piccolo servo inutile” com’era solito chiudere lo scritto dopo il saluto di “pace e speranza”.

Ed ancora: “Carissima e amata umanità: coraggio, non perdiamo la preziosa speranza in un mondo migliore e più giusto. Sento nel cuore, grazie al buon Dio, di incoraggiare questa sofferente società e ogni essere vivente, ogni uomo ed ogni donna di questa terra. Aiutiamoci gli uni con gli altri per ricostruire insieme la pace e la vera speranzama prima dobbiamo costruirla nel nostro cuore, nella nostra città, nella nostra regione e nazione e allora sì che otterremo la pace, insieme a tutte le nazioni e tutti i popoli”.
Facciamo tesoro della sua vita nella nostra, da umili operatori di pace e di speranza e da fratelli di tutti.

Vincenzo Caruso

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