La figura di Celestina Arcidiacono Strano, scomparsa la vigilia dell’Epifania, suscita profonda emozione in quanti l’hanno conosciuta ed amata. E sono molte in verità le persone affascinate dalla sua forte personalità, che si traduceva in un carattere determinato, schietto e appassionato.
Le esequie celebrate nella Cattedrale di Acireale, con grande partecipazione di gente, hanno confermato come Celestina fosse voce di popolo, l’interprete immediata delle necessità dei disereditati, degli emarginati, dei sofferenti delle periferie di Acireale, non solo, ma anche degli ultimi nel mondo.
In Uganda, si recò per 15 giorni nel marzo 2012; al ritorno promosse un incontro sulle condizioni di miseria di tale Paese africano con l’associazione ex alunni Scientifico ‘Archimede’.
La grave e lunga malattia, con ricoveri ospedalieri, è stata affrontata da lei con coraggio alla luce della speranza, amorevolmente assistita dal marito, prof. Rosario Strano e dai figli Angelo e Lisa, alla cui formazione aveva dato il meglio di se stessa.
La mia conoscenza di Celestina risale alla stagione acese della “Gioventù studentesca”, sulla scia del fondatore don Giussani a Milano; padre Cosentino, assistente in Acireale; una cinquantina e più gli studenti di scuole superiori entusiasti della Giesse, di stanza in piazza san Domenico: tra di essi Celestina Arcidiacono, studentessa dell’Istituto salesiano ‘Spirito Santo’.
In una giornata di spiritualità, casualmente, intravidi la sedicenne Celestina, prostrata in preghiera ai piedi di un grande Crocefisso, in atteggiamento d’intensa fede: m’apparve nell’atto di voler donare la sua disponibilità con generosità, quale sarà la sua esistenza.
Proficua la sua adesione alla San Vincenzo della Cattedrale; in seguito, Celestina è molto attiva a livello cittadino, aperta alle problematiche più urgenti, impegnata in molteplici attività, sempre disposta a collaborare con quanti richiedevano un suo qualificato intervento, data la sua ricca esperienza in campo sociale e la sua coinvolgente capacità di trasmettere agli altri una straordinaria carica d’intesa, facendosi carico di assillanti problemi quasi fossero suoi.
Prodigioso il talento di Celestina nell’intraprendere iniziative personali, originali: 13 marzo 1981, apertura del Centro ricreativo-culturale in via Carducci:sostegno scolastico, gite, incontri per i ragazzi delle periferie. Nell’ottobre 1981, costituzione dell’associazione AVESCI.
8 settembre 1988, apertura del Centro diurno Arcobaleno, attivo fino al 1996.
15 marzo 1991, Convegno sul tema “Il bambino e la città; 10 anni di Avesci”.
13 marzo 1991 viene stipulata la Convenzione Avesci- Comune, funzionante circa tre anni.
13 marzo 2001, fondazione prima della “Ludoteca in Pediatria” nell’ospedale di Acireale; poi della ludoteca di quartiere nel quarto Circolo di piazza Dante.
Ciao, Celestina, goditi il Cielo.
Anna Bella