Ad Acireale, nell’anfiteatro “Lorenzo Vecchio“, è stata organizzata una serata in suo ricordo. Dando così un seguito all’intitolazione del teatro all’aperto presso la Villa Belvedere, avvenuta lo scorso quattro giugno, con la scopertura della targa a lui dedicata.
Lorenzo Vecchio, scomparso a soli 23 anni, è stato un regista di cortometraggi, scrittore, fondatore dell’associazione culturale Scarti e direttore artistico del festival di cortometraggi Magma, mostra di cinema breve, da lui ideato.
Originario di Acireale, ha studiato al DAMS di Roma e della sua produzione ricordiamo il libro premio Vittorini per l’opera prima Mia madre non chiude mai, i postumi Un metro lungo cinque, suo diario finale, Cinque racconti più uno, Il regalo più bello- Scritti di cinema, le raccolte di appunti su corti da girare e Quando Lorenzo visse a Barcellona. Quaderni e e-mail della borsa Erasmus, contenente gli scritti relativi al periodo dell’ Erasmus in Spagna. Della produzione video, il mediometraggio Ballata di un uomo sottile, contenuto nella raccolta Raccontando storie con la mia videocamera.
Serata in ricordo di Lorenzo Vecchio
La serata ricordo, organizzata dall’associazione culturale Scarti, ha visto susseguirsi di letture tratte da appunti di Lorenzo e da suoi racconti inediti. Sono stati anche proiettati alcuni suoi cortometraggi e Ballata di un uomo sottile presso l’Arena Eden. A condurre la serata è stato il padre di Lorenzo, il professore Sebastiano Vecchio. A lui si sono intervallati nella lettura dei diversi brani, amici e parenti di Lorenzo ed il gruppo di lettura e poesia di strada Austro.
Tramite le sue stesse immagini e tramite le sue stesse parole si è dunque ricordato Lorenzo, facendolo parlare nel luogo a lui dedicato.
La serata è stata un’occasione per condividere il lascito artistico-culturale del giovane con la comunità acese e per permettere di avvicinarsi alla sua produzione chi non lo conosceva ancora.
L’importanza del raccontare
Tra i suoi appunti, Lorenzo scrive che tutti dovrebbero avere una storia da raccontare, perché le storie fanno sempre stare bene, anche se parlano di cose brutte, l’importante è raccontare. Ed è proprio vero che per Lorenzo raccontare è importante, quasi essenziale e necessario per poter osservare il mondo che lo circonda. Per restituire al suo lettore o al suo spettatore questa sua visione. E per coinvolgerlo in questa sua continua e curiosa osservazione messa a punto con i linguaggi della scrittura e del cortometraggio. Linguaggi a lui cari che riesce a far camminare in un sapiente gioco di intertestualità dentro la quale si respira forte l’amore di Lorenzo per il cinema e per la letteratura.
La produzione di Lorenzo è figlia di un incessante e curioso interrogarsi, scrutarsi intorno e mettersi a nudo davanti la pagina bianca. Tratteggiando i contorni di una scrittura dalla coinvolgente potenza meditativa.
Se dovessi scegliere una sola frase che, a mio avviso, racchiude il senso dell’opera di Lorenzo è “combattiamo per un’Italia più bella e morale”. Dopo l’incontro al Gulli e Pennisi nel decennale della morte, l’ho portata sempre con me. Da un lato cela preziosamente la volontà di Lorenzo di adoperare la scrittura come esercizio di moralità. Dall’altro, racchiude il senso dell’essere artisti, di impegnarsi a ricercare il bello, creare bellezza e renderla fruibile agli altri.
Giulia Bella