Ricordo / Maria Laura Tringale, una vita di fede al servizio della famiglia e della società

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La sua vita è stata improntata alle beatitudini evangeliche. È ciò che ha sottolineato nell’omelia durante il rito funebre, in Cattedrale, don Gianni Ciarcià, ispirandosi alle letture della messa del giorno. Una vita di fede profonda, dunque, quella di Maria Laura Tringale che ha lasciato questa terra domenica 13 febbraio, per salire alla gloria del Cielo.

La fede di Maria non era fatta di azioni eclatanti o tali da farsi notare dagli altri (come facevano i farisei). Ma era una fede vissuta nell’intimità personale, permeando di serenità la sua vita quotidiana, nella dedizione al lavoro di docente di liceo, per tanti anni; di attaccamento alla famiglia; di servizio, da sempre, alla comunità e alla Chiesa.

Una fede vissuta nell’umiltà e nella semplicità, da quando (ma anche prima), giovane studentessa universitaria, era presidente della Fuci di Acireale. Un fucino dell’epoca la ricorda per la sua cordialità e disponibilità, ed anche per come presiedeva le riunioni senza salire in cattedra, ma restando insieme con gli altri, all’interno del gruppo assembleare.

Maria Laura Tringale ha sopportato con fede la sofferenza della malattia

E poi quando, docente di materie letterarie nei licei, era apprezzata e benvoluta dai suoi alunni, che la vedevano più come una sorella maggiore o una mamma; ma anche dai colleghi, che in tanti la ricordano con stima e affetto. E ancora quando, da sposa e mamma, viveva con affetto e dedizione il suo rapporto con il marito ed i quattro figli, cresciuti anch’essi, con l’esempio suo e del marito Nino, nella fede e nel servizio agli altri. Quella stessa fede che nell’ultimo periodo della sua vita le ha permesso di accettare e sopportare cristianamente il dolore e la sofferenza della malattia, che in più riprese l’ha assillata.

Maria laura Tringale e il marito
Maria Laura Tringale in una foto recente, insieme con il marito Nino Ortolani

Nel suo percorso di fede, la sua seconda casa è stata l’Opus Dei, quell’Opera ispirata da Dio al suo fondatore, lo spagnolo don Josemarìa Escrivà (canonizzato nel 2002 dal santo papa Giovanni Paolo II), secondo i cui insegnamenti il cammino di fede di un cristiano deve passare attraverso la santificazione del lavoro e delle proprie attività quotidiane, perché tutti sono – siamo – chiamati alla santità.

Maria ha sicuramente rappresentato un fulgido esempio di tutto ciò, perché l’Opus Dei è stata la seconda casa non solo per lei, ma anche per il marito – l’ing. Nino Ortolani – e per i suoi familiari, per i quali lo è tuttora. Ed ecco perché il suo funerale lo ha celebrato don Gianni Ciarcià (insieme con il parroco della Cattedrale don Mario Fresta e con don Salvatore Alberti), un sacerdote dell’Opus che la conosceva bene e che ha ben evidenziato le sue virtù cristiane, partendo proprio dalle beatitudini evangeliche.

Maria Laura Tringale, apprezzata collaboratrice del nostro giornale

Maria Laura Tringale era pure una collaboratrice del nostro giornale, per il quale produceva degli articoli ricchi e limpidi, soprattutto di argomento culturale e formativo. Aveva anche in corso di pubblicazione (sempre con la nostra testata) un libro di poesie del quale non ha potuto vedere il compimento. “Gabbiani” (questo il titolo) sarà una raccolta di 60 poesie, i cui spunti di ispirazione partono da situazioni della vita di tutti i giorni, tra cui si evidenziano la pace, la fede e l’amore per la propria terra.

E vogliamo concludere proprio con alcuni versi tratti da una delle sue composizioni:

“Vorrei essere un giardiniere
Per lodare Dio col sorriso di mille occhi
E rinnovare al fiorire di ogni giorno
La certezza della Vita che non ha fine.”

Nino De Maria

 

 

 

 

 

 

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