Cara Eccellenza,
avrei tanto voluto chiamarla per telefono e sentire la sua dolce voce rispondere gioiosamente e già iniziare a ridere senza sapere il perché della telefonata. Avrei tanto voluto ricevere una notifica su whatsApp e leggere il suo ultimo componimento poetico. E avrei tanto voluto venire a trovarla nella sua bella casa di via San Giuseppe per intrattenermi in un semplice e cordiale colloquio dove, tra una battuta e l’altra, avrei appreso qualche perla di saggezza che lei sapeva trasmettere.
Purtroppo so che tutto questo appartiene ad un passato che, purtroppo, non ritorna più. Lei ha già varcato da tre anni i limiti del tempo e si è immerso nell’eternità beata in cui ha fermamente creduto e sperato nella sua vita terrena.
Oggi avverto il grande desiderio di dirle grazie per ciò che è stato, un uomo, un prete, un vescovo che, nella semplicità del cuore, ha trasmesso a tutti il linguaggio semplice, ma esigente, del Vangelo.
L’umanità di monsignor Vigo
Un uomo, innanzitutto. La sua umanità traspariva nei gesti semplici del quotidiano. Capace di ridere senza freno e di piangere quando la sua sensibilità veniva toccata da un dolore, da un racconto, da uno stato di vita. Mi porto nel cuore impresse le lacrime durante i funerali dei confratelli sacerdoti e quelle mentre visitavamo le favelas in Brasile. Del suo attendere all’ufficio postale il turno per pagare il bollettino o recarsi in ferramenta perchè era finito lo svitol e acquistarne uno nuovo. Del suo mettere a disposizione la macchina e fare da autista. Quanti ricordi. Quanti esempi di concreta, essenziale e vera umanità.
Grazie per il suo sacerdozio. Il 20 settembre 1958 aveva chiesto al Signore, come si legge nella immaginetta-ricordo, “fa che questo si veda in me, la fede che arde nel mio cuore”. Questa fede, limpida e cristallina, l’ha trasmessa nei “luoghi” in cui è stato chiamato come sacerdote: l’OASI “Maria SS.ma Assunta” di Aci S. Antonio, il Seminario diocesano, la scuola pubblica, la Curia diocesana. Uno spendersi quotidianamente a servizio degli altri, con un cuore autenticamente sacerdotale.
L’episcopato di monsignor Vigo “in simplicitate cordis”
Grazie per il suo episcopato vissuto veramente in simplicitate cordis, rifuggendo da quell’alone di superiorità che crea distanze. Sappiamo tutti che i suoi quaranta anni di episcopato non sono stati affatto semplici soprattutto nelle sedi di Nicosia (all’inizio) e di Monreale. Abbiamo visto la sua capacità di farsi Cireneo, caricandosi della croce e portandola con fierezza come l’ha portata Lui, il maestro. Grazie per le tante attenzioni riservate al presbiterio, ognuno di noi in qualunque stato di bisogno, si è sempre trovato accanto la confortante presenza del vescovo. Grazie per gli esempi di umiltà che ci ha trasmesso. Per le lettere che ci ha scritto. Per la fiducia avuta in ciascuno di noi.
Voglio ringraziarla, pure, per il suo essere stato poeta. Per averci permesso di entrare nel suo mondo interiore e guardarlo con gli occhi di un bambino, di un filo d’erba, di un raggio di sole, del profumo della zagara, della quiete del mare e della maestosità della montagna.
Dal cielo volga ancora una volta il suo sguardo benevolo e rassicurante e ci doni la sua paterna benedizione. Noi quaggiù la riceveremo come il segno di affetto del pastore di cui conserviamo e conserveremo sempre un grato ricordo.
Don Roberto Strano
Una santa messa in suffragio di Monsignor Pio Vittorio Vigo, nel III anniversario della sua morte, sarà celebrata martedì 30 aprile, alle ore 19.00, nella Basilica Parrocchiale di San Filippo di Agira in Aci San Filippo(CT).