Comunità in lutto per la morte di padre Gigi Licciardello, parroco della Parrocchia Santa Maria della Provvidenza di Zafferana per ben 45 anni. Ottantotto anni e mezzo, solo due anni fa aveva deciso di ritrarsi a vita privata lasciando il testimone al suo successore, padre Salvo Scuderi, da lui fortemente voluto alla guida spirituale della comunità ai piedi dell’Etna.
Quanti ricordi, quante emozioni! “Zafferana perde con lui un pezzo della sua storia”. “Un grande teologo ma anche un grande uomo”: si rincorrono sui social i messaggi di cordoglio. In tanti lo ricordano per il suo ministero pastorale, per la sua fede, per le scelte rivolte al bene della comunità.
Benevolo con i bambini a cui non faceva mancare mai il suo sorriso. Invitava i genitori a portarli a messa anche quando erano piccoli. Anche se i bambini piangevano o strillavano durante le celebrazioni eucaristiche non mostrava mai segni di insofferenza. Tollerava, persino, che i bambini salissero sul presbiterio o che scorazzassero tra i banchi.
“I bambini non disturbano! Dice il Signore: Lasciate che i bambini vengano a me”, ripeteva sempre. Ma con i genitori e gli adulti era intransigente: guai se durante una celebrazione eucaristica squillava un cellulare e se qualcuno chiacchierava con il vicino! Non ci pensava due volte a rimproverare o a fermare la predica o la celebrazione eucaristica! Riusciva a fulminare anche con uno sguardo e il suo silenzio era più eloquente di qualsiasi parola.
Padre Gigi Licciardello accelerò la ricostruzione della chiesa di Zafferana
Intelligente, colto, ironico, rigoroso e severo era molto stimato nel modo del clero, autoritario ma anche autorevole. Sapeva farsi rispettare da tutti.
Pur nel suo ministero di presbitero riuscì a far sentire la sua voce anche nel mondo politico. Dopo il terremoto del 1984, la chiesa Madre divenne inagibile. Fu allestita una chiesa – tenda in piazza della Regione. Molte famiglie subirono danni alle loro case e furono costrette a traslocare in altre abitazioni. Non furono anni facili. I finanziamenti per la ricostruzione tardavano ad arrivare. Nel 1989, dopo cinque anni dal terremoto, la ricostruzione era ferma. Era stata approvata una legge per la ricostruzione di Zafferana ma era priva di copertura finanziaria.
Padre Gigli, un giorno, stanco di aspettare, pensò di telefonare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. “Pronto, sono padre Gigli Licciardello, chiamo per conto dell’Arcivescovo di Catania, vorrei parlare con il presidente del Consiglio”. “Il Presidente non c’è – gli risposero dall’altro capo della cornetta – lasci il suo numero sarà richiamato”. Lo presero per matto. Nessuno che fosse pronto a scommettere che qualcuno avrebbe richiamato da Roma. E invece l’indomani il presidente del consiglio Giulio Andreotti telefonò personalmente all’Arcivescovato e gli fissò un appuntamento a Roma a distanza di un paio di giorni per le 7 del mattino.
A Roma andò padre Gigi e a lui si unirono anche i politici del posto. Fu a tal punto convincente che Andreotti trovò i primi 15 miliardi delle vecchie lire per l’inizio della ricostruzione con un emendamento alla finanziaria dell’anno in corso e si impegnò a reperire un ulteriore finanziamento nel triennio successivo di 45 miliardi di lire. I politici, al ritorno, se ne intestarono il merito, ma lui non se la prese. Non cercava la gloria, ma solo il bene del paese! E fu cosi che cominciarono ad arrivare i soldi per la ricostruzione di Zafferana ed anche della chiesa Madre che riaprì le sue porte nel 1997”.
Padre Gigi Licciardello “scelse”il suo successore alla guida della parrocchia
Padre Gigi, uomo del fare, meticoloso della cura dei particolari e della riuscita di ogni obiettivo si è anche preoccupato di assicurare un successore al suo pastorato. E quando due anni fa, ha deciso di ritirarsi a vita privata, ha fortemente voluto alla guida della comunità zafferanese, padre Salvo Scuderi, un giovane del posto, conosciuto da tutti e molto apprezzato, per il quale ha espresso esplicito desiderio verso il vescovo di Catania.
Lucido di mente fino agli ultimi respiri lascia una grande eredità di esempio e di coerenza alla comunità di Zafferana.
Infine un mio ultimo ricordo personale. Un paio di mesi fa, ho incontrato Padre Gigi nelle scalinate della chiesa Madre. Il bastone in una mano, con un’andatura incerta si accingeva a scendere le scale. L’ho salutato e gli sono andata incontro offrendogli di appoggiarsi al mio braccio. Lui ha accettato. Abbiamo percorso insieme la scalinata fino alla piazza Cardinale Pappalardo. Sempre fiero nei modi ha molto gradito il gesto ringraziandomi più volte e regolandomi uno di quei suoi sorrisi. Ed è così che voglio ricordare Padre Gigi, sorridente che preso a braccetto dai Santi Pietro e Paolo varca le porte del Regno Celeste! Buon viaggio Padre Gigi!
Rosalba Mazza