Ricordi / Randazzo piange il prof. Salvatore Agati, uno dei suoi figli migliori

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Piange, Randazzo, piange! Piange uno dei suoi migliori figli che la città, nella seconda metà del secolo scorso ed in questo ventennio, abbia espresso.
Se n’è andato così, in silenzio, come mi aveva detto nel mese di agosto del 2018, quando lo invitai a tenere una serie di conversazioni televisive sulla storia di Randazzo – di cui era un appassionato ed appassionante cultore – per l’emittente televisiva Tgr Telegiornale di Randazzo.
“Non voglio più apparire in pubblico, non mi interessano più i ruoli di primo piano. Ho già tanto lavorato per la nostra città. Sono ormai anziano, stanco, e preferisco crescere nel silenzio”, mi disse in quella circostanza, declinando, seppur con molta gentilezza, l’invito che gli avevo poco prima rivolto. Una frase che mi rimase molto impressa ed alla quale sono tornato molto spesso in questi anni.
Se n’è andato così, il professore Salvatore Agati, in punta di piedi e in silenzio, come voleva lui. Aveva compiuto 81 anni il 19 maggio scorso e da tempo era un po’ sofferente per diverse cause ed acciacchi che gli davano più di un pensiero.
Si era laureato giovanissimo in Scienze Naturali all’Università di Catania e ben presto fu insegnante di matematica e preside presso diverse scuole statali. Insegnò per tanti anni dapprima nelle scuole medie inferiori e poi in quelle superiori, dove venne largamente apprezzato da colleghi ed alunni per le sue alte qualità umane ed intellettuali.
Poeta, giornalista e scrittore – per tanti anni apprezzato collaboratore culturale per la Terza Pagina de La Sicilia di Catania, nonché autore di numerosi libri di carattere storico, come il prestigioso volume dedicato a “Randazzo città medievale”, da ultimo dedicatosi a biografie di personaggi storici famosi come Agamennone, Carlo V ed Orazio Nelson, solo per fare qualche esempio – Salvatore Agati è stato anche Consigliere comunale ininterrottamente dal 1970 al 1990, ricoprendo pure i ruoli di assessore dal 1970 al 1975, e di Sindaco  una prima volta dal 1975 al 1978, una seconda dal 1982 al 1990, con una breve parentesi fra il mese di marzo 1988 ed il mese di novembre dello stesso anno, ed ancora nuovamente Sindaco una terza volta dal giugno 2003 sino allo stesso mese del 2008.
Dal 1990 al 1993 è stato anche Consigliere ed Assessore alla Provincia Regionale di Catania.
Sono stato suo stretto collaboratore per oltre un quarto di secolo da quando, nel settembre del 1982, egli, subentrato al sindaco Francesco Paolo Rubbino, che era andato a ricoprire un importante incarico quale Presidente del comitato di gestione dell’Unità sanitaria locale n. 39 di Bronte, si era ritrovato a gestire e a dirigere la rassegna periodica trimestrale “Randazzo Notizie” fondata proprio nel maggio di quello stesso anno sempre dal suo predecessore Francesco Rubbino.
Da quando, poi, io venni assunto al Comune di Randazzo, il 31 dicembre del 1983, da bravo ed intuitivo amministratore qual era, il professore-sindaco seppe subito coinvolgermi in tutte le manifestazioni culturali organizzate dall’Ente per cercare di far conoscere quanto più possibile la storia, le bellezze e la cultura della città di Randazzo.
Ricordo così – a volo d’aquila – i vari premi letterari da lui voluti ed organizzati, la visita di diverse delegazioni culturali sovietiche nel mese di dicembre del 1984 e nel successivo luglio 1985, i convegni sui nostri emigrati i cui circoli, in Svizzera, in Australia ed in altri Paesi lui, assieme ad altre delegazioni randazzesi, andava periodicamente a visitare onde non far disperdere i legami fra chi rimaneva nella nostra città di Randazzo e chi, purtroppo, era stato costretto ad andar via per mantenere la propria famiglia.
E come dimenticare la visita qui a Randazzo, nella primavera del 1986, degli ambasciatori di tutti i Paesi del Mediterraneo che in quel periodo erano a convegno nella vicina città di Taormina? E poi tanti e tanti altri eventi ancora…
Una sera primaverile del 2000, mentre a tarda ora tornavo dal mio turno di lavoro alla Biblioteca comunale, mi incrociò in Via Gaetano Basile. “Sai – mi disse – senza nulla togliere a chi sta amministrando la nostra città attualmente, avrei pensato di ritornare al Comune di Randazzo. In fondo, ho ancora 61 anni e sento che potrei dare ancora qualche cosa alla nostra città. Prima di chiudere definitivamente gli occhi, quando sarà, vorrei poter dare qualcosa ancora alla nostra Randazzo. Che ne pensi?”.
Gli risposi che chiunque intenda spendersi per la sua comunità fa un gesto molto apprezzabile, e che se lui sentiva di doverlo fare, perché no? Lo incoraggiai in tal senso.
Fu così che cominciammo ad esaminare le condizioni in cui si trovava la nostra città ed i problemi che ancora vi erano nonostante la buona volontà e l’impegno profusi a piene mani da chi aveva amministrato in passato, con ottimi sindaci quali erano stati Francesco Paolo Rubbino, Giovanni Petrullo e Giovanni Germanà, seppure questi ultimi due per brevi periodi di tempo, e poi ancora Francesco Lanza, Angela Vecchio, e chi amministrava la città in quell’ultimo periodo, ovvero l’ottimo sindaco Ernesto Del Campo.
Iniziarono così, il 17 ottobre del 2000, le nostre conversazioni telefoniche su Radio Veronica, che irradiava i suoi programmi da Randazzo ed avevano un ampio bacino di utenza. Conversazioni che spaziavano dalla storia all’arte ed alla cultura più in generale sia di Randazzo che dell’intera Valle dell’Alcantara.
Alla fine di agosto del 2001, il “Professore” – come veniva comunemente conosciuto – venne chiamato a dirigere, quale Direttore responsabile, un settimanale con Redazione a Giarre. Ancora una volta riuscì a coinvolgermi in questa sua nuova avventura giornalistica e mi portò con sé in qualità di Vicedirettore. Furono due anni d’intenso lavoro. Il Direttore, infatti, nel suo lavoro era scrupolosissimo ed in questo suo scrupolo riusciva, come sempre, a coinvolgere tutta la Redazione composta da ottime intelligenze e da valenti penne. Già precedentemente, peraltro, aveva fatto lo stesso nel biennio 1988 – 1989 con il giornale mensile “Il Piracmone” – nome del mitico gigante aiutante del dio Vulcano che dentro l’Etna, assieme ai suoi “fratelli” Bronte e Sterope, era dedito alla forgiatura dei lampi, fulmini e saette, che poi sarebbero serviti a Giove quando questi, adirato, lanciava i suoi strali per ogni dove –.
Gigante Piracmone a cui nei tempi antichi si faceva risalire l’origine della città, e più precisamente nel periodo greco, ed era simbolo di democrazia e partecipazione attiva alla vita politica della città.
“Il Piracmone”, allora, nel biennio 1988/89 era edito a Randazzo da Rosaria Papotto e Franco Paccione.
Come si accennava prima, nel giugno del 2003, il Professore, a 64 anni, venne rieletto quale nuovo Sindaco di Randazzo. Ed ancora una volta volle che lo accompagnassi in quella sua nuova avventura quale suo segretario e Addetto Stampa del Comune.
Avventura che, per lui, sarebbe finita, nel giugno del 2008 quando, ormai stanco da cinque intensi anni di lavoro faticosissimo, decise di non più ricandidarsi per dedicarsi a tempo pieno ai suoi studi ed alle sue apprezzatissime pubblicazioni.
Parole di lode e di elogio nei suoi confronti sono stati espressi nell’omelia della Messa funebre officiata dal parroco della Basilica di Santa Maria ed Arciprete di Randazzo padre Domenico Massimino.
“Col professor Salvatore Agati se ne va un pezzo di Storia della nostra città – ci dice poi molto commosso il professor Nunziatino Magro, editore dell’emittente televisiva Tgr TeleGiornale di Randazzo, per tanti anni consigliere comunale, assessore, compagno di avventure politiche e, soprattutto, fraterno amico dell’ex Sindaco oggi purtroppo scomparso –.  Sì. Agati è stato un grande sindaco, forse uno dei più grandi che ci siano mai stati nella Storia di Randazzo. Con lui perdiamo un carissimo e fraterno amico. Era l’amico di tutti. Uno che per tanti anni è stato una buona e sicura guida non solo per la nostra città ma anche per tutto il nostro hinterland”.

Giuseppe Portale

 

Daniele Lo Porto: “Uomo di grande cultura e profondo amore per la sua città”

“Lo conobbi nel 1990 quando, dovendo realizzare un documentario per Telecolor, scelsi Randazzo, cittadina che sapevo essere ricca di storia, arte e cultura, ma che non conoscevo. Turi Agati fu il cicerone di un’esperienza indimenticabile. Il campanile di una chiesetta, un tratto di mura, un antico edificio nobiliare venivano descritti da lui con minuziosa partecipazione: ebbi la sensazione che neanche le pietre millenarie di Randazzo avessero segreti per lui. Poi ci incontrammo in tante altre occasioni, istituzionali, politiche, giornalistiche. Prodigo di affetto, rispettoso come un signore di altri tempi, lascia un bel ricordo e il suo impegnativo saggio sull’ammiraglio Orazio nelson, che custodisco con cura. Ai familiari, ai colleghi di redazione e di scuola esprimo il mio commosso cordoglio”.

 

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