Vorrei parlare della signora Anna Seminara che ha compiuto da poco 100 anni. Ho avuto modo di incontrarla di recente e parlare con lei è stato un vero piacere. Mi sono sentita trasportata in un mondo che non esiste più; è stato come respirare una boccata d’aria fresca in una afosa giornata di estate.
Lei è come la cornice di un quadro, un piccolo mondo antico: man mano che parla affiorano alla memoria episodi di vita vissuta nell’arco di un secolo. Racconta con lucidità sorprendente quando gli alleati sbarcarono in Sicilia; il rapporto con il padre, uomo colto e raffinato; l’infanzia felice sebbene figlia unica; il maestro di ballo.
Parla con profonda umiltà dei suoi difetti, delle sue insicurezze, del suo essere accettata per quello che era, donna dal carattere un po’ ribelle. Mi racconta come si svolgeva la vendemmia, quando le donne con le ceste colme d’uva sopra la testa avanzavano accompagnate dal suono della fisarmonica e il canto dei pestatori.
I 100 anni di Anna Seminara e i ricordi di una vita
Finite le elementari, iscritta al collegio “Santonoceto”, veniva accompagnata a scuola in carrozza dal nonno e, all’uscita, riportata a casa in auto. Poi l’incontro fatale con Francesco Grasso Leanza, il giovane che sarebbe stato il compagno della sua vita. I primi battiti di quel sentimento sconosciuto che si chiama amore e l’ostilità della famiglia verso quel giovane, con la conseguente “fuitina”. Ad accompagnarla all’altare non fu il padre ma un vecchio amico di famiglia: il professore Francesco Guglielmino. Ma il tempo è stato galantuomo e tutto, piano piano, si è appianato. La nascita dei quattro figli è stato il coronamento di anni di vita vissuta insieme.
Come dice Papa Francesco, non esiste una famiglia perfetta, non abbiamo genitori perfetti, non sposiamo una persona perfetta e non abbiamo figli perfetti. E’ per questo che la famiglia deve essere luogo del perdono. Come tutte le coppie, Anna e Francesco avranno avuto anche loro momenti di luce e di ombre, di gioie e di dolori. Ma una donna che, dopo tanto tempo, parla del marito con un luccichio negli occhi e un’aria sognante ricordando i momenti felici della loro vita insieme, è qualcosa di meraviglioso.
Sono entrata in quella stanza inondata di sole e le ho tenuto strette le mani per tutto il tempo del dialogo. Me ne sono andata con una ricchezza interiore e un poco di tristezza quando Anna mi ha confessato che la vita così lunga ha le sue ombre, perché si vedono andar via tanti parenti, amici, persone a lei care.
Lei rappresenta la memoria storica di un mondo che non esiste più ed è per questo che le dico “grazie”. Grazie signora Annina per avermi fatto partecipe di questo squarcio meraviglioso della sua intensa vita.
Lella Costa