Riflessione / 8 marzo festa per donne e uomini insieme

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uomini e donne insieme

Forse perché si confonde con le migliaia di giornate” dedicate” di cui il calendario è pieno, ma in questi ultimi anni la Giornata internazionale della donna ha perso molto del suo valore simbolico. Feste e giornate a tema, nazionali ed internazionali, hanno ridotto l’anno solare in uno stato di ricorrenza permanente.
Anche il tappeto di mimose che l’ 8 marzo invadeva le città, nel presente sembra essersi ridotto a modeste bancarelle dislocate, a macchia di leopardo, in angoli appartati e silenziosi.

Infiorescenze marzoline a parte, la giornata internazionale della donna rimane, indubbiamente, una data in cui vengono ricordate le conquiste sociali, economiche e politiche della donna. Una ricorrenza che pone l’accento sulle discriminazioni e sulle violenze di cui esse, purtroppo, sono ancora vittime.

Ma molte cose sono cambiate e stanno ancora cambiando e forse, a volte , si calca la mano nel rivendicare i diritti. Quando si martella troppo, la forza del messaggio si scalfisce e perde di valore. Sono mutati i tempi. E le motivazioni, per quanto valide, scadono troppo spesso nel cliché. Si deve prendere atto, però, che il ruolo della donna nella società sta godendo, a buon titolo, della giusta cassa di risonanza.

mimosa simbolo dell'8 marzo
La mimosa simbolo dell’8 marzo

Le donne sempre più valorizzate, gli uomini perdono diritti

Malgrado ciò, è innegabile che si debbano ancora raggiungere dei traguardi importanti ed è giusto analizzarli nella contingenza dell’ 8 marzo. Si dovrebbe sottolineare, al tempo stesso, che gli uomini stanno perdendo molti diritti,  specie nel campo lavorativo, e si trovano in condizioni di precarietà al pari di una donna.
I privilegi tanto criticati, sono appannaggio di pochi e non dell’intera categoria maschile. E, in quella cerchia ristretta, ci rientrano anche le donne.

Nel bombardamento mediatico sui diritti del gentil sesso, perdiamo di vista, a volte, che la donna ha raggiunto alti livelli di valorizzazione e, dal canto suo, ella è stata sempre all’ altezza di far valere la sua presenza.
Da qualche decennio,  in politica molti leader portano la gonna e, nelle varie legislature, sono state anche titolari di Ministeri importanti. Anche il sistema elettorale ha stabilito che nei collegi nessuno dei due generi può essere rappresentato in una misura superiore al 60%.

L’affermazione delle donne

Basta accendere la  televisione per renderci conto che  le conduttrici occupano ruoli di rilievo e i palinsesti televisivi pullulano di donne. Nel mondo giornalistico, sovente, si leggono articoli firmati al femminile e si occupano di tematiche impegnative e non esclusivamente di cronanca rosa.

Evidenziamo questi dati per ricordare che, fino alla seconda metà del novecento, la condizione sociale femminile era ben diversa dal presente. Al di là di qualche eccezione, i politici, i presentatori, i giornalisti erano praticamente solo rappresentanti maschili.
Nei programmi ad indirizzo sportivo, le donne non si trovavano neanche a cercarle con la lente d’ingrandimento. Tolte rare eccezioni, nelle testate giornalistiche le firme degli articoli uscivano esclusivamente dai pugni maschili.
Lo stesso dicasi per le divise di operatori ecologici, carabinieri, poliziotti, autisti che erano rigorosamente indossate da uomini.

Ma, allo stato attuale, non si può negare che la storia è totalmente progredita e, nella Giornata internazionale della donna, parlare solo dei suoi diritti potrebbe essere una cartina tornasole.
Non è nostra intenzione suscitare polemiche, ma l’8 marzo dovrebbe essere la festa di tutti: donne e uomini insieme!

Rivendicare un’uguaglianza percepita come se ci si trovasse ancora nell’oscurantismo, ci sembra proprio anacronistico. E’ sotto gli occhi di tutti che la donna ha raggiunto, giustamente, altissimi livelli di emancipazione.

Uomini e donne  in sinergia verso una stessa meta

E rispetto al passato nella vita di coppia, oggi, l’uomo è molto più presente nelle dinamiche della gestione della casa: è consapevole e rispettoso del patto di corresponsabilità familiare alla stessa stregua della donna.
Siamo tutti nella stessa barca e le differenze che persistono, sono legate quasi esclusivamente a inclinazioni topiche di ciascuno e non dipendono affatto da una società maschilista.

Concludiamo affermando che nella giornata dell’8 marzo sarebbe riduttivo celebrare la donna, se vista da una certa  angolazione. Si rischierebbe di ridurla e di banalizzarla all’offerta di un’ immagine edulcorata e ingiustamente fragile.

E’ giusto ricordare, invece, l’impegno fatto in sinergia, nel sociale e nell’ ambito familiare, di entrambi i sessi. Dovrebbe essere la festa di coloro che, con rispetto e dignità, si spendono e sperano nel grande potenziale della condivisione. Perché non esiste supremazia dell’ uno sull’altra, quando si persegue la stessa meta.
E quando nella diversità dei talenti, si procede insieme verso l’unità, possiamo considerarci, indistintamente, i veri festeggiati dell’ 8 marzo!

 

Marcello Distefano