Pubblichiamo la lettera aperta che Orazio Maltese invia a Milo Infante, conduttore della trasmissione Rai2 “Ore 14”, in onda, appunto, alle 14 da lunedì a venerdì, per sottoporre una riflessione di carattere sociologico.
Egregio dott. Infante,
mi capita di seguire le sue trasmissioni che si caratterizzano per una puntuale ricostruzione dei fatti di cronaca (in gran parte nera) condita da commenti di esperti e non, presenti nello studio. Mi rendo conto che in un tempo limitato, poco più di un’ora, diventa difficile ragionare sulle cause di diffusi fenomeni criminali. Mentre è più semplice e diretto raccontare i fatti nudi e crudi come si presentano.
Oltre la cronaca: cercare le cause dei fatti criminosi
Tuttavia il perché si verificano fatti criminosi così frequentemente e diffusamente è una domanda che non va elusa ma va anzi posta, pensata, offerta anche alle Istituzioni, per cercare di trovare rimedi adeguati a problemi complessi e concreti.
Il bisogno di sicurezza, legittimo ed urgente, che i cittadini gridano e pretendono è sacrosanto. Se però non si interviene sulle cause che scatenano la violenza (certamente complesse e bisognose di tempo per risultare efficaci) non saranno di certo le pene più severe, da tanti invocate come deterrente forte e sicuro, a spaventare gli autori. E, quindi, non si producono gli effetti desiderati.
Le scienze umane, la sociologia in particolare, hanno studiato e rilevato come persino la pena di morte e la mutilazione degli arti, per chi commette gravi reati, non fanno scemare i fenomeni criminali ma addirittura li acutizzano nei fenomeni più estremi e violenti. Chi è disperato, drogato, alcolizzato, depresso, nel momento del parossismo del disagio non ha alcuna preoccupazione per la sua incolumità o la sua libertà. Nel caso estremo dei kamikaze la possibilità di morire diventa certezza voluta.
Andare oltre la cronaca e riflettere sui valori
Dovremmo tutti riflettere sui valori dei quali si nutrono la politica, la scuola, la famiglia. Si insegue il successo, il denaro, il potere, si trascurano l’etica, il bene comune, le relazioni, la solidarietà, la spiritualità. Le tv, soprattutto quelle commerciali, trasmettono molti film con livelli inaccettabili di violenza, nei quali il corpo della donna è esaltato come oggetto di piacere. Ciò alza l’audience e, quindi, procura facili guadagni con la pubblicità. Addirittura tanti giochi dei bambini prevedono l’eliminazione fisica degli avversari virtuali per raggiungere il premio previsto dal gioco.
Se i disvalori presenti in ogni forma di comunicazione inducono alla violenza, è quantomeno retorico stupirsi se le violenze sono in continuo aumento. Un grande giornalista catanese ucciso dalla mafia, Giuseppe Fava, in un suo libro riportava la vicenda della realizzazione, fuori della cinta urbana, del “quartiere” Librino in Catania.
Intanto, il sindaco dell’epoca scelse di allontanare le famiglie povere e con disagio ghettizzandole, appunto, in periferia. Poi stravolse il progetto del grande architetto giapponese Kenzo Tange, che prevedeva la costruzione, nel nuovo quartiere, di spazi sociali di aggregazione, chiese, campi sportivi, cinema, negozi, piazze ed addirittura piscine, con un arredo urbano confortevole ed armonico, con case comode e funzionali.
“Lusso sprecato”, pare abbia commentato il sindaco vedendo il progetto. E cancellò armonia e bellezza, consentendo di costruire casermoni ed eliminando spazi verdi, piazze e servizi. Il grande architetto giapponese si rifiutò di firmare il progetto.
Queste sono politiche che non tendono a creare giustizia, diritti, cultura, ma anzi alimentano rabbia e frustrazione e non ci porteranno lontano.
Distinti saluti.
Orazio Maltese
Acireale Ct