Caro Gesù bambino,
mi verrebbe quasi voglia di dirti: “per quest’anno, evitalo il Natale”. Chissà se noi, così distratti, noteremo la tua assenza. E, una volta per tutte, possiamo ravvederci dal nostro comportamento che di Vangelo, sa poco o addirittura nulla.
Il tuo messaggio di pace, annunciato dagli Angeli nella notte santa, è stato disatteso e, nel mondo, focolai di guerre, e guerre in atto, se ne contano proprio tanti.
Una grave crisi economica incombe su tanti Stati e Nazioni, con la conseguenza che a pagare il duro prezzo saranno ancora una volta i poveri che, se proprio non emuleranno il freddo della grotta di Betlemme, ci si avvicineranno tanto.
Stiamo diventando un po’ tutti sociopatici, incapaci di instaurare sane e vere relazioni e ci schermiamo dietro un PC, un tablet o un telefono, convinti di essere connessi con il mondo.
E invece restiamo sempre più soli e prigionieri delle nostre paure.
Parliamo tanto di sinodalità e di cantieri, ma in fin dei conti preferiamo percorsi solitari, improntati più sui nostri gusti che sulle scelte ecclesiali. Ci bendiamo gli occhi per non vedere che le nostre chiese sono sempre più vuote, le nostre assemblee distratte e poco partecipi, la nostra azione pastorale poco incisiva. Forti ed eredi di un grande passato siamo diventati esperti in dietrologia, ma senza slancio verso il futuro.
Dimmi, divino bambino, ha senso che tu, ancora una volta “squarci i cieli e scendi” (Is 61,19)?
Caro Gesù bambino, scusami se sono stato così disfattista, se evidenziando alcuni dei mali che ci circondano, ho tentato di mettere in forse il tuo Natale. Forse, e mi correggo, proprio perché le cose vanno così, è necessario che tu “squarci i cieli e scendi”.
Scendi nel silenzio della notte e recaci, ancora una volta, la promessa e l’annuncio di pace; portaci la lieta notizia che “oggi, nelle città di Davide, è nato per voi il Salvatore” (Lc 2,8). Destaci dal torpore del sonno, della sicurezza di un fuoco acceso a riscaldarci e facci mettere in cammino, come compagni di cordata, verso Betlemme.
Verbo eterno, pianta la tua tenda in mezzo a noi. Con la tua incarnazione svelaci il vero volto dell’uomo.
Principe della pace, converti il cuore di chi semina discordia, addolcisci gli animi di quanti generano violenza, concedi a tutti coloro che nel mondo vivono il dramma e l’incubo della guerra, un’era di fraternità e di ordine.
Salvatore del mondo, a noi – in continua ricerca di “salvatori” – concedici di metterci alla tua scuola, di vivere in comunione con te “via, verità e vita” e di lasciarci vincere dal tuo amore misericordioso.
Consigliere ammirabile, suggerisci al nostro cuore ciò che è vero, buono e bello. Metti in ciascuno di noi la salutare inquietudine che non si accontenta del poco, ma va sempre alla ricerca di ciò che “oltre sta”.
Gesù bambino, vieni nelle nostre case, riempile del tuo amore. Vieni nella nostra comunità, insegnaci lo stile sinodale del camminare insieme che ci permetterà di andare lontano. Gesù Bambino, vieni nella nostra città, insegnaci la via della legalità, del rispetto, del bene comune, della civiltà dell’amore. Vieni nel mondo intero, illuminalo con la tua presenza, riscaldalo col fuoco del tuo amore e inondalo di quella luce di cui tu sei portatore. E, allora, sarà Natale !
Don Roberto Strano