Riflessione / Contro l’autonomia differenziata l’Italia s’è desta!

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referendum contro l'autonomia differenziata

Ci sono tutte le caratteristiche ideali, le motivazioni più profonde che furono di Essa. C’è una risposta immediata e corale dal Sud e dal Nord, una consapevolezza che occorre partecipare, sostenere. C’è una consapevolezza costituzionale mai sentita ai nostri tempi, così nettamente.

La stupefacente mobilitazione nazionale per sostenere il referendum contro la sciagurata “autonomia amministrativa” lo dimostra senza alcun dubbio. Si avverte quasi “a pelle“ che è in gioco la natura democratica, egualitaria e solidale della Nazione. Quella Giustizia sociale senza la quale restiamo sudditi e non cittadini.

E’ una battaglia per l’Unità nazionale, per “l’indipendenza” dall’invasore più truce. Contro il capitalismo sfrenato senza regole e corrotto e corruttore, quella “economia che uccide”, come Papa Francesco l’ha, senza remora alcuna, definita.

L’autonomia differenziata relega il Meridione d’Italia in uno stato di arretratezza

E’ un’altra Italia se le regioni finanziariamente più ricche e munite di infrastrutture modernissime in ogni campo, soprattutto sanitario e scolastico, infrastrutturale e tecnologico, oltre al profitto capitalistico più diffuso, si rifiutano di ripartire la giusta quota di ricchezza alle regioni e ai territori piu disagiati, come prescrive la Costituzione.
E’ un’altra Italia se si sottraggono allo Stato le prerogative della struttura solidale. Avocandone a sé, le regioni più fortunate, la titolarità con una semplice richiesta bilaterale. Una richiesta irrevocabile fra un ministro del governo e la Regione. Ebbene, così, si configura la creazione surrettizia di un altro Stato italiano, fondato sull’egoismo piu sfrenato. Uno Stato che rinnega la Costituzione e assume i caratteri della vera e propria secessione.No all'autonomia differenziata

Il Meridione d’Italia rischia di essere relegato in uno stato di subordinazione di fatto, arretrato in ogni campo, finanziariamente sprovvisto. Costretto ad una emigrazione di ogni genere di sopravvivenza sanitaria, lavorativa, di istruzione avanzata, di investimenti economici che creano la vera ricchezza dal lavoro e dalla piena occupazione. Se ciò accadesse significa che  “i nuovi piemontesi” vogliono un’altra volta “annettersi” il Sud come strumento di espansione mercantile e spoliazione delle risorse.

 Unire le forze contro l’autonomia differenziata

Se in rapidissima diffusione si accorre da ogni dove non solo territoriale, ma soprattutto ideale, culturale, politico – spirituale con la “Chiesa in uscita” di Papa Francesco e della unanime Conferenza Episcopale Italiana, per mescolarsi con il “gregge” in pericolo mai così nettamente schierata e partecipe diretta e infervorata con le sue strutture laiche e il suo Magistero, allora è possibile che l’Italia resti unita e uguale.

Ciò in un raggruppamento quasi istantaneo di nuove “brigate” morali e civiche unite solo dall’Ideale dell’ Indipendenza, dell’ Uguaglianza che solo la Libertà solidale e non formale sancita dalla Costituzione dispone ed esalta. E, in più, dell’ appartenenza alla Nazione ne fa paradigma ineludibile di legittimità. Allora sono in campo quelle nuove formazioni libere e spontanee che si organizzano dal basso per la salvezza del Bene Comune.

Se, infine, ad accorrere sulle ”montagne” tra i “boschi “della determinazione più ferrea e tenace si rivedono i giovani, una nuova “meglio gioventù“ che non intende transigere e donne e uomini di tutte le età e condizioni, allora questa è RESISTENZA!

                                                                                          Rosario Patanè

 

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