Riflessione / Dal “governo del cambiamento” alle amministrazioni cittadine. Comunque cittadini del mondo

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Dopo un lungo travaglio e un balletto in andirivieni il Governo del cambiamento è stato formato e ha ottenuto la fiducia delle due Camere. Adesso comincerà veramente il nuovo: il Governo del contratto. Un contratto, formulato,  in verità, non con gli italiani, ma tra i due partiti che hanno avuto la maggioranza dal voto del 4 marzo. Ammesso che la Costituzione italiana sia fatta di contratti e non invece di doveri e diritti, interconnessi tra i singoli cittadini e le varie Istituzioni.
Il voto popolare è nato per approvare un sistema di governo democratico, in cui la sovranità popolare significasse ed esprimesse la solidarietà degli uni con gli altri, a sostegno dei più deboli e per garantire a tutti i cittadini le stesse opportunità per realizzare i loro progetti di vita; ma anche per rendere più stabile il mondo e assicurare  la pace in tutti i Continenti e Paesi del mondo. Per questo siamo diventati Europei, non più solamente Italiani, con l’aspirazione a diventare anche cittadini dei cinque continenti. Nessuno meglio di noi sa cosa significhi essere cittadini del mondo, perché noi, che viviamo nelle isole, non siamo solo cittadini della terra che ci ha generati, ma siamo cittadini del mondo, perché apparteniamo all’umanità e non conosciamo confini e mura dentro cui barricarci e da cui difenderci.
Noi siamo abituati al mare aperto, il mare è di tutti, come il cielo. Non ci sono mura né porte nel cielo neppure nel mare, ci sono caso mai i ponti.  A noi che viviamo nelle Isole piace allargare lo sguardo oltre, nell’infinito orizzonte del mare e del cielo e non porre limiti e ci sentiamo a casa nostra ovunque andiamo perché amiamo ciò che usiamo e ci piace condividere amichevolmente ciò che possediamo o produciamo con il nostro ingegno creativo, intelligente, elegante e di gusto fine.
Noi produciamo ed esportiamo, perché ciò che è bello per noi sia apprezzato anche da chi non ha le nostre risorse.  E ci piace essere accolti come a casa nostra quando andiamo fuori dall’Italia e dall’Europa. Non siamo stranieri in nessun luogo e non siamo nemici a nessuno.
Perciò non ci basta essere soltanto Italiani ma vogliamo essere Europei. Non ci basta nemmeno essere soltanto Europei, vogliamo essere Cittadini del Mondo. Non vogliamo tornare indietro, vogliamo progredire, senza minacce e senza paure. Vogliamo progredire, questo è il nostro sogno di uomini cittadini del mondo. E questo è un sogno che non smetteremo mai di sognare, lungo le generazioni che si susseguono dalle origini del mondo.
Sappiamo anche bene che sin da Caino e Abele ci sono stati i traditori e i furbi, ma questo non ci spaventa e non ci impedisce di continuare a sognare un mondo in cui – per recuperare il valore e il senso della nostra umanità –  siamo capaci di guardarci negli occhi, darci una calorosa stretta di mano, mettere da parte i dissensi e cominciare a togliere le macerie e far emergere dalle rovine gli splendori della nostra migliore tradizione culturale e valoriale e disporci, con il cuore in mano, a continuare a costruire meraviglie.
Anch’io voto la mia fiducia al Governo neoeletto. Anch’io voglio dare fiducia  al futuro Sindaco di questa città, alla sua Giunta e a tutto il Consiglio Comunale, oggi ancora in pectore, e porgo a tutti auguri dal profondo del mio cuore. Io sogno anche una cittadinanza attiva, innamorata di questa terra, che non contrappone per spirito di primato una idea su un’altra, che non distrugge quanto gli altri hanno realizzato senza aver valutato il buono (poco o molto) che è stato realizzato, ma che guardando allo stesso obiettivo, con la passione e l’audacia di un buon padre di famiglia, sappia ascoltare tutti i pareri e sappia riconoscere in ciascuno  il buono e sappia cucire insieme i pezzi per un inedito, che tutti apprezzeranno, come un vero capolavoro. Nessuno da solo costruisce un solo mattone, ma tutti insieme possiamo costruire la casa comune, il bene comune. Occorre – con competenza e senso di responsabilità, anche il buon senso e tanto spirito di collaborazione, la città è nostra, di chi la vive e la custodisce come la pupilla dei suoi occhi. E chi la governa è al suo servizio per mantenerne la dignità e custodirne i valori.  Non è il disprezzo degli altri che ha il potere di abbrutire e distruggere, è la mia, la nostra incuria, la nostra indifferenza al bene comune e il “lasciar fare” che tolgono vigore, speranza, fiducia e, perfino, bellezza anche alle cose più ovvie e semplici.
Sarà il nostro amore alla nostra città, alla nostra Italia, al nostro intero universo,  che li farà crescere e li renderà sempre più belli, ma anche  a farci prendere coscienza che serve anche il nostro personale impegno.  Da operatori attivi, dobbiamo anche noi collaborare per realizzare progetti di bene e di benessere per tutti, non stando a guardare per riconoscere gli errori che quelli che lavorano, inevitabilmente fanno, potremmo esserci anche per impedire loro di sbagliare o di continuare a fare errori.
Auguri, Acireale, i tuoi cittadini che ti amano saranno capaci di fare di te una bellissima regina.

                                                                                                          Teresa Scaravilli