Pensaci, amico mio! Da quanto tempo non ricordi più di aver vissuto qualcosa di meraviglioso, di unico, che tutto il resto al suo confronto, sembra nullo o inconsistente?
Quanto tempo è passato da quell’ultima volta, quando ti sei sentito un altro, finalmente te stesso?
Ti ricordi che, allora, ogni cosa – quasi fosse un miracolo – era tornata al suo posto?
Che meraviglia! Non ci furono patteggiamenti di sorta. Niente allucinazioni o altro.
L’ago della divina bilancia cominciò a pendere sempre più da una sola parte e in quell’attimo dilatato si raccolse tutta la tua vita e fosti veramente felice, come non mai!
La meditazione aiuta a trovare il senso della vita
Viviamo la nostra vita per darle un senso vero e reale, per trovare “una ragione che non sia una delle tante che conosciamo e che non ci prendono il cuore, un utile che non sia, una delle solite trappole generosamente offerte ai giovani dalla gente pratica”. (don Primo Mazzolari, Impegno con Cristo, 1943, La Locuste, Vicenza).
Si vive una volta sola e non possiamo permetterci di essere “giocati” in nome di nessun piccolo interesse.
“Io l’ho fatto: all’inizio ero da solo, con me stesso, poi, mi sono trovato cambiato e, da quel momento, oltre ad avere un centro di gravità permanente che è Gesù, ho avuto in regalo i fratelli, gli amici, anzi un popolo, che, senza mio merito, mi hanno liberato da tante timidezze, da molte pigrizie e da falsi problemi”.
Meditazione su Comunismo e Consumismo
Ora, amico mio, voglio aprire con te una parentesi che per me è veramente cruciale.
Nella Chiesa che io amo, anche con le sue tante rughe, ci si è mobilitati tantissimo per combattere il Comunismo, per debellarlo come la più perniciosa delle eresie e non abbiamo assolutamente contrastato con la stessa forza e lucidità il Consumismo, soprattutto quello più sfrenato che mortifica l’intelligenza dell’uomo e modifica irreparabilmente rapporti con le cose e tra di noi.
Che disastro! Le difficoltà oggi a rialzarci, a reagire, a pensare a qualcosa di grande, esse derivano tutte o in parte da quella mancanza di profezia.
Eppure, i maestri di sempre, che furono in mezzo a noi, i tanti come Mazzolari, Milani, La Pira, Madre Teresa, Carretto, Dolci, Simone Weil, Pasolini …. l’avevano detto.
L’eresia di un consumismo spudorato, tutte le mafie che ci hanno fortemente lucrato, “l’indolenza dei cosiddetti buoni”, la mancanza assoluta di una classe dirigente all’altezza dei tempi, hanno fatto tutto il resto.
Aggiungici il fatto, amico mio, che ormai viviamo in una società completamente liquida, ondivaga in tutti i campi e le ragioni economiche passano sempre avanti, sopra ogni altra considerazione.
La meditazione porta ad una presa di coscienza
In ogni settore della società, come nella stessa realtà ecclesiale c’è una sorta di stallo. Si naviga a vista e tutti ci sentiamo orfani. Dove stiamo andando non lo sappiamo, ma in tanti temiamo di andare verso il peggio.
Tempora mutantur et nos mutamur in ellis ( I tempi stanno cambiando e noi stiamo cambiando con loro) verrebbe da dire!
“I grandi della terra si riuniscono ogni tanto ma poi tornano a casa loro dalla gita, che li ha portati anche nella nostra bella Taormina e in visita sull’Etna, rinviando ad altri tempi e ad altri momenti soluzioni che vediamo essere invece sempre più urgenti e radicali”. (Dal documento “Attualità di Saint Gilles, Egidio Abbate…” della Confraternita omonima di Linguaglossa, 2022).
Meditazione sul Cammino sinodale di Papa Francesco
Pensaci, amico mio! Questi sono alcuni dei macroscopici problemi che attanagliano la vita del nostro paese e della Chiesa in Italia.
L’indizione del Cammino sinodale per tutta la Chiesa, voluta da Papa Francesco, è una sfida a 360 gradi e richiede il passaggio “dall’io penso individuale ad un discernimento ecclesiale”, a quello che lo Spirito dice alle Chiese: ascoltato, condiviso e testimoniato.
In conseguenza di ciò, è necessario che chi vive veramente in una comunità cristiana sappia dare testimonianza della scoperta della ineludibile questione di Dio. Come quella donna che nel Vangelo di Luca 15,8, dopo aver accuratamente cercato e gioiosamente ritrovato la moneta che aveva perduto in casa, racconta alle vicine e alle amiche di aver fatto quel prodigioso ritrovamento e di rallegrarsi con lei per averlo fatto! Quella donna, però, come ci tiene a far sapere la gioia del ritrovamento, allo stesso modo non si vergogna di manifestare loro la stoltezza di aver smarrito la moneta in casa!
Le confessioni di sant’Agostino favoriscono la meditazione
Forse, anzi senza forse, è tempo di prendere in mano le Confessioni di Agostino di Ippona e, soprattutto, di leggerle. La parola di un convertito vale di più delle mille che potranno dire altri.
L’operazione Agostino, chiamiamola così, ai tempi d’oggi, è la più attuale e la più diretta. Egli, infatti, parlava di quello che aveva veramente vissuto e di tutto ciò che aveva scoperto con gioia e imparato dagli altri, in comunità.
Ora piangendo, ora pregando, ora amando.
Diventato un uomo nuovo, non perse più tempo in chiacchiere e subito si lasciò conquistare dall’ideale di Chiesa proposta da Ambrogio: una Chiesa certa e serena della sua fede che non ha complessi di natura ideologica, amica dei poveri e protesa a portare l’annuncio del Regno di Dio a tutti, ai semplici come ai dotti.
Non si vergognò di raccontare le sue miserie, allorquando si sentì raggiunto dall’amore di Dio, ed investito da una grandissima gioia ne volle parlare.
Sorpreso da questa nuova, inenarrabile gioia, si fece battezzare da adulto e, da quel momento, visse unicamente per Dio, riconoscendolo in Gesù, morto e risorto.
Questo avvenimento accadde il Sabato Santo del 387, nella chiesa di Milano, bella, viva e piena. Alla scuola del santo vescovo Ambrogio, imparò a vivere come lui.
E niente altro, verrebbe da dire! Un giorno, poi, disse: “Per voi sono vescovo, con voi sono cristiano”.
Meditazione per “frequentare il futuro”
Grande intuizione quella del Sinodo! Ad una condizione però: che non finisca in una pianificazione delle nostre paure, lasciando sempre fuori la vita nuova del Vangelo.
Riprendendo l’Evangelii gaudium n. 24: «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano»; senza ansia ma con convinzione chiara e tenace dobbiamo “frequentare il futuro” come dice Papa Francesco.
Il Sinodo è tutto e, da sempre, nel Libro degli Apostoli, il quinto Vangelo. E a mia memoria, dico che è più di quaranta anni che non l’abbiamo più letto!
Non è il caso di meditare questo prezioso libro del Nuovo Testamento, inserito dopo i Vangeli, accompagnandolo con la lettura delle “Confessioni” di Sant’Agostino?
don Orazio Barbarino
Arciprete di Linguaglossa