Riportiamo le riflessioni del professore Francesco Pira su un fenomeno sfortunatamente presente ancora oggi nella società globalizzata, parliamo di disuguaglianze e fenomeni di discriminazione. Come afferma lo stesso professor Pira, si è molto lavorato nel corso dei secoli per eliminare ogni forma di intolleranza, ma la strada è ancora molto tortuosa e lunga. La fiducia risiede nelle nuove generazioni, nella nostra generazione Z.
Francesco Pira / I mille colori della diversità
“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuovi territori, ma nel possedere altri occhi, vedere l’universo attraverso gli occhi di un altro, di centinaia d’altri: di osservare il centinaio di universi che ciascuno di loro osserva, che ciascuno di loro è” con queste parole lo scrittore Marcel Proust ha definito l’importanza della diversità, perché la bellezza risiede nella varietà di colori che ogni persona sa esprimere con la propria personalità.
Un interessante articolo del ricercatore Enzo Risso, pubblicato su Il Domani, evidenzia la grande sfida sulle disparità. Un sondaggio Ipsos Global Advisor, condotto in 33 paesi, ha sottolineato come i cittadini dei principali paesi europei siano convinti che quanto sia stato fatto, per superare le disuguaglianze e le discriminazioni, non abbia ancora portato i risultati sperati. I primi ad esserne certi sono gli olandesi (53 per cento) e gli svedesi (52 per cento). Cercare di vivere in una società più giusta è una necessità che per tanti cittadini è fondamentale. Ancora oggi, sono tante le forme di disuguaglianza e coinvolgono diversi segmenti della società. Ogni nazione sta cercando di strutturare interventi mirati per risolvere i problemi in atto.
Francesco Pira / Società globalizzata e disuguaglianze, analisi di Enzo Risso
In Italia – rileva Risso – troviamo forme di discriminazione che vedono al vertice donne e lgbtq (30 per cento), seguiti da disabili (29 per cento), immigrati (27 per cento), anziani (26 per cento), soggetti con problemi di salute mentale (16 per cento). Le disuguaglianze sono presenti in Francia, in Germania, in Gran Bretagna e negli Usa anche se le percentuali sono differenti rispetto a quelle italiane.
La popolazione aspetta dei cambiamenti e delle strategie politiche per invertire la rotta. Bisogna anche prevenire nuove disparità sociali che, come scrive Risso, potrebbero essere causate dalla robotica e dall’intelligenza artificiale, ma “mancano, per ora, i soggetti politici e i leader” che sappiano trovare le corrette soluzioni.
Quella di Enzo Risso è un’analisi chiara e tutti noi abbiamo il dovere di riflettere sulle motivazioni di queste disparità. Si è fatto tanto per cancellare i fenomeni di intolleranza e discriminazione, ma il cammino da percorrere è ancora lungo. A volte preferiamo non affrontare alcuni temi, perché tanti tabù arrivano dal nostro retaggio culturale e non riusciamo ad andare “oltre”.
Professor Pira / Società globalizzata, disuguaglianze e social network
La globalizzazione ha dato vita a questa società liquida nella quale i punti di riferimento naturali sono perduti, assistiamo allo svilupparsi di una società fortemente individualista e, l’esplosione stessa di nuovi modelli relazionali come quelli che si stanno creando all’interno dei social network, ne è un esempio. Ma queste relazioni che nascono in un ambiente apparentemente senza confini e tendono a realizzarsi tra simili, che contributo possono fornire alla costruzione di una relazione con l’altro? Mi riferisco soprattutto al tema della migrazione e al nostro rapporto con i migranti.
Viviamo nell’illusione di un’effimera condivisione, un’identità fragile, in questo contesto si innestano gli altri, i migranti, che in qualche modo tentano di usurpare quella fragile identità, con i quali appare inverosimile dover condividere lo stesso sentire globale.
Siamo tutti diventati potenziali citizen reporters che, se solo dotati di uno smatphone, possono registrare e immediatamente inviare nelle reti globali qualsiasi illecito compiuto da chiunque, in qualsiasi luogo.
Le nuove tecnologie non hanno di per sé modificato il modo di fare informazione sul fenomeno dell’immigrazione. Lo diventano nella misura in cui ognuno di noi riesce ad assumere un ruolo attivo, espande il proprio universo relazionale innescando un processo di comunicazione che crea consapevolezza e ascolto, attivando quei comportamenti che originano una nuova cultura partecipata.
Ma questa rappresenta una visione prospettica, la realtà mostra ancora troppe luci ed ombre. Egoismo e sensazionalismo prevalgono su condivisione e ascolto.
Pira: società globalizzata / Disuguaglianze e razzismo al giorno d’oggi
Le urla del razzismo e del rifiuto sono la colonna sonora del nostro quotidiano. Il fenomeno non è governato, lavoriamo sull’emergenza e non sulla progettazione. Viviamo all’insegna della paura dell’altro e non dell’accettazione. Se non comprendiamo la necessità del cambiamento, la società in rete costituirà isole invece di uno spazio comune.
Tutti gli uomini sono diversi tra loro e questa diversità è una fonte di ricchezza. Bisogna trasmettere alle nuove generazioni che siamo accomunati dal rispetto dell’altro. Una corretta educazione formerà gli uomini e le donne del futuro, disposti ad abbracciare chiunque viva la propria vita nel modo che ritiene opportuno. Dobbiamo far comprendere ai più piccoli che l’amore verso noi stessi e gli altri sta alla base di tutto. Solo partendo dall’amore riusciremo a riconquistare quei valori che sembrano perduti. Inoltre, gli adulti hanno il compito di far capire ai giovani che chi è diverso da noi può offrirci solo nuove prospettive per renderci migliori.
Francesco Pira / La disuguaglianza per il sociologo Zygmunt Bauman
Il sociologo polacco Zygmunt Bauman ha scritto che: “Il potere non unifica e non livella le differenze né verso l’alto, né verso il basso; il potere divide e oppone. Il potere è nemico giurato e soppressore della simmetria, della reciprocità e della mutualità”. Bauman ha descritto nel suo saggio “Danni collaterali. Diseguaglianze sociali nell’età globale” il mondo contemporaneo analizzando le disuguaglianze in rapporto alla definizione di modernità liquida.
Uno dei temi affrontati è quello della sicurezza e ha affermato che: “Il più pernicioso, seminale e duraturo effetto dell’ossessione della sicurezza (il danno collaterale perpetrato da questa) sta forse nell’esaurire la fiducia negli altri e nell’instillare e promuovere il sospetto reciproco e […] l’estraneità degli estranei è destinata ad accrescersi fino ad acquisire toni vieppiù tetri e sinistri […] Tutto sommato, il principale effetto dell’ossessione per la sicurezza sta nel rapido intensificarsi (anziché scemare) del clima di insicurezza, con tutto ciò che esso comporta”. Emerge la gravità delle diseguaglianze sociali che, nell’era della globalizzazione, è amplificata dalla divisione tra politica e potere.
È inaccettabile che nel XXI secolo ci siano stereotipi da abbattere e Papa Francesco ha lanciato un grido d’allarme: “Siamo uguali. La nostra vocazione è piuttosto quella di rendere concreta ed evidente la chiamata all’unità di tutto il genere umano”. Allora, fermiamoci e diamo spazio alla valorizzazione dell’altro nella sue differenze e vediamo in lui un fratello perché, ha detto il Papa, oggi la fratellanza è la nuova frontiera dell’umanità. O siamo fratelli, o ci distruggiamo a vicenda.
Francesco Pira, delegato del Rettore alla comunicazione all’Università di Messina, dove insegna comunicazione e giornalismo ed è coordinatore didattico del master in social media.