Riportiamo le riflessioni del professor Francesco Pira riguardo al ruolo dei social media, passando per il compito che spetta ai giornalisti digitali ed al rapporto con le nuove generazioni.
Nell’era delle nuove tecnologie l’influenza dei social media ha un ruolo fondamentale nella creazione dei processi cognitivi e nelle relazioni umane. Il modo in cui la società nel suo complesso si è evoluta ruota intorno alle dinamiche con le quali i messaggi vengono veicolati. I social network nascono con l’obiettivo di dare vita a delle comunità dove simili si riconoscono e interagiscono, un agevolatore relazionale. Il fatto che la rete sia costituita da un insieme di voci, e che la diffusione dei contenuti avvenga attraverso la condivisione, genera una diffusione esponenziale delle informazioni e delle notizie. Di certo è sempre più difficile individuare il vero dal falso.
Il fake diventa un’insidiosa strategia di costruzione e decodifica della conoscenza. Ogni tipo di contenuto che circola sulla rete ha un carattere di informalità. La costruzione che ne deriva è così molto più legata all’emotività che non alla razionalità, fondata sulla fiducia che diamo a coloro che condividono il contenuto con noi. La tecnologia ci aiuta ad esprimere noi stessi e anche la cultura sembra essere generata solo attraverso la tecnologia.
Pira / “Analfabetismo emotivo”
Il rischio di impoverimento culturale può generare quello che Daniel Goleman, psicologo, scrittore e giornalista statunitense, ha definito “Analfabetismo emotivo”, ovvero la mancanza di consapevolezza e quindi di controllo delle proprie emozioni e dei comportamenti ad esse associati; la mancanza di consapevolezza delle ragioni per le quali si prova una certa emozione; l’incapacità di relazionarsi con le emozioni altrui non riconosciute e con i comportamenti che da esse scaturiscono.
Ma non solo. Il Prof. Mario Morcellini ha analizzato la crisi dei punti di riferimento e ha spiegato come la crescita di autonomia e libertà individuale ha comportato una progressiva disabilitazione del ruolo dell’altro “sviluppando un terreno fertile per quella dinamica che Albert Bandura ha sapientemente rievocato dalla tradizione classica nell’espressione “disimpegno morale”, inteso come un mezzo che consente all’individuo di disinnescare temporaneamente la sua coscienza personale mettendo in atto comportamenti inumani, o semplicemente lesivi, senza sentirsi in colpa”.
Francesco Pira / I social media e i giovani, le parole di Papa Francesco
Le mie ricerche confermano che siamo di fronte a nuove generazioni che mostrano come aspetti caratterizzanti la solitudine, la fragilità e le insicurezze che culminano in comportamenti sbagliati o in gesti estremi. Molte relazioni social diventano catalizzatrici di violenza e molto spesso i bambini diventano vittime invisibili e inconsapevoli. Tanti i minori approcciati sul web da adulti abusanti. Tanto è stato fatto, ma tanto resta da fare per salvaguardare i bambini e gli adolescenti. Una buona comunicazione deve essere correlata ad una dimensione valoriale profonda.
Papa Francesco ha presentato il tema della 58ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (12 maggio 2024) “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”. Una Giornata mondiale delle comunicazioni che darà spunti di riflessione all’intera società. Cosi come sottolinea l’Avvenire la scelta di fare un riferimento al cuore è in linea con gli ultimi tre anni. La comunicazione inizia proprio dal cuore e l’uomo non può fare a meno del cuore. La nota vaticana sottolinea che è necessario che in ognuno ci sia “una consapevolezza responsabile nell’uso e nello sviluppo di queste forme differenti di comunicazione che si vanno ad affiancare a quelle dei social media e di Internet”.
Papa Francesco, che è un grande comunicatore, ha evidenziato nell’enciclica Fratelli tutti quanto sia “necessario verificare continuamente che le attuali forme di comunicazione ci orientino effettivamente all’incontro generoso, alla ricerca sincera della verità piena, al servizio, alla vicinanza con gli ultimi, all’impegno di costruire il bene comune”. A fare la differenza, nell’era degli algoritmi, sarà sempre il cuore.
Francesco Pira e i social media / Il ruolo del giornalista
Il giornalista ha un ruolo importante e fondamentale. A chiarire le nuove prospettive del giornalismo, in quella che gli esperti chiamano l’epoca delle app, è stato il sociologo Manuel Castells. Castells afferma che i media cercano di conquistare un pubblico sempre più ampio, utilizzando le notizie per costruire la propria audience. È del tutto chiaro come questo sia connesso alla teoria democratica dell’opinione pubblica. Gli individui prendono le proprie decisioni, costruiscono le proprie opinioni sulla base dell’elaborazione derivante da immagini e informazioni che ricevono attraverso i media.
In una società che domina le attività degli individui, anche di coloro che sono esclusi, esterni alle reti, il rischio manipolazione è molto alto. La questione deontologica e il modo in cui viene raccontata una notizia è strettamente collegato al rischio spettacolarizzazione. Purtroppo, fatichiamo a narrare i fatti e il contesto. La rappresentazione, la disinformazione, la misinformazione prevalgono sulla realtà degli eventi e questo è davvero inaccettabile.
Pira e i social media / Il fondamentale ruolo della qualità dei contenuti
La differenza la fa la qualità. E la qualità è un valore. La vera sfida è quella di trasformare gli individui da consumatori passivi in consumatori critici e in autori consapevoli attraverso un percorso condiviso e aperto che può beneficiare del contributo dal basso di tutte le componenti attive della società, ma che richiede solide basi culturali e competenze tecnologiche.
Il giornalista deve offrire al pubblico una notizia, oggettiva e riscontrabile, distinguendola da un’ipotesi non riscontrata, un pettegolezzo, una voce raccolta da fonti poco attendibili. Il giornalista del Ventunesimo secolo non può prescindere da 2 componenti ormai indispensabili. La prima è essere un giornalista-analista, capace di analizzare i dati e i flussi che si generano anche sui social per costruire le proprie storie e inchieste. La seconda è essere un giornalista-influencer, capace di costruire una propria immagine forte e autorevole sul web e sui social che sfrutta per diffondere in modo più ampio i contenuti e per tessere una relazione forte con il pubblico.
La rete, il Metaverso e l’Intelligenza Artificiale possono diventare una ricchezza, ma è necessario sensibilizzare le persone sugli aspetti positivi e negativi delle nuove tecnologie. La società si alimenta di tecnologia ed è importante essere preparati alle sfide che essa ci pone giorno dopo giorno. Tutti dobbiamo essere in grado di comprendere i rischi e le opportunità con consapevolezza, proteggendo le categorie più fragili e indifese.
Francesco Pira, delegato del Rettore alla Comunicazione all’Università di Messina, dove insegna comunicazione e giornalismo ed è coordinatore didattico del master in social media.