“Domandato a un tale qual cosa al mondo fosse più rara, rispose: Quello che è di tutti, cioè il senso comune”. Il grande poeta Giacomo Leopardi descriveva con queste parole il buon senso, considerato una virtù che pochi possiedono. Oggi, il buon senso e il ragionamento sono diventati beni preziosi ed eccezionali. Le storie di cronaca che raccontano i casi di aggressione, da parte delle famiglie nei confronti dei docenti, non si arrestano. Non mancano nemmeno gli episodi di violenza da parte degli studenti nei riguardi dei docenti. Il rapporto tra scuola e famiglia oggi appare radicalmente mutato: sono due mondi che fanno fatica a comunicare tra loro.
Uno studio dell’Ocse sul rapporto tra alunni – insegnati – genitori
Il giornalista Antonio Averaimo ha riportato su Avvenire quanto è accaduto a una docente di scuola media di Castellamare di Stabia, picchiata da una trentina di genitori. Questo è stato solo uno dei tanti casi di raid punitivi, organizzati dai genitori.
L’Ocse in uno dei suoi rapporti, pubblicato anche da repubblica.it e di cui ho parlato su “Tecnica della Scuola”, segnala quanto sia cresciuto lo stress degli insegnanti italiani. Alunni che non rispettano le regole e genitori troppo aggressivi. “Con molti Paesi che lottano per aumentare l’attrattiva della professione docente – scrivono da Parigi – è importante comprendere meglio le fonti dello stress degli insegnanti”. Lo studio ha posto l’attenzione sugli insegnanti della scuola media inferiore. Secondo i risultati dell’indagine in Italia, “mantenere la disciplina in classe” è fonte di stress per il 43% dei docenti della scuola media. Percentuale che sale di un paio di punti nelle scuole svantaggiate. In quartieri a rischio. Nel Regno Unito la percentuale scende al 30% mentre in Francia sale al 59%.
Pira / Rapporto tra scuola e famiglia: la situazione disperata dei docenti italiani
L’altra fonte di tensione fisica e mentale riguarda i genitori le cui preoccupazioni e gli attacchi creano problemi al 39% dei docenti italiani. In 11 paesi europei su 18 le cose, in questo senso, vanno meglio che in Italia. Il 41% dei prof, poi, ammette che fa fatica a “stare al passo con le mutevoli esigenze”. C’è poi la responsabilità di ciò che accade in classe e il carico di lavoro. Il rapporto sfata l’idea diffusa per cui insegnare in una scuola svantaggiata sia più pesante che farlo in una scuola di un quartiere senza apparenti problemi sociali ed economici.
Tutto questo è inaccettabile ed è chiaro che il rapporto scuola-famiglia risulta compromesso. A mancare è la comunicazione, l’ascolto e la comprensione tra le due agenzie educative.
La giornalista Stefania Bernardini ha scritto un articolo davvero interessante, pubblicato sul portale di informazione sapere.virgilio.it, in cui restituisce ai lettori il pensiero di Papa Francesco sull’educazione dei giovani. Durante un’udienza con la Casa Editrice “La Scuola”, il Papa ha sottolineato cosa sta accadendo. Ormai, non si parla d’altro: rapporto docenti-genitori. Purtroppo, il patto di corresponsabilità scuola-famiglia sembra essere venuto meno. Mamme e papà che non accettano le valutazioni dei docenti oppure non gradiscono i richiami che gli stessi fanno ai loro figli.
Francesco Pira / Papa Francesco: la necessità di un’alleanza tra la scuola e la famiglia
Il Papa ha raccontato un episodio della sua infanzia: “Ricordo che al nostro tempo c’era una grande unità e anche collaborazione. Una volta ho detto una parolaccia, avevo 9 anni, alla maestra che chiamò mamma: mi chiamarono dopo avere parlato e la mamma mi disse: ‘chiedi scusa alla maestra’ e io me ne andai felice perché pensai che era stato facile. Ma non era vero. Quando sono arrivato a casa ho avuto il secondo atto”. Il Santo Padre ha messo in evidenza l’importanza dell’educazione. Di fatto, per educare nel modo più giusto occorre un’alleanza tra la scuola e la famiglia. “I genitori – ha affermato il pontefice – sono davvero i protagonisti e i primi artefici dell’educazione”. Ma non è tutto. Papa Francesco ha definito il legame scuola-comunità come “microcosmo reale e aperto al futuro” a cui appartengono personale direttivo e amministrativo, insegnanti e, soprattutto, genitori, che rappresentano “il perno centrale attorno al quale ruota tutto questo piccolo mondo”.
Qualche anno fa il pontefice, ha affermato che il ruolo degli insegnanti ha un grande valore, perché devono essere “in grado di dare un senso alla scuola, allo studio e alla cultura” e ha detto che “per trasmettere contenuti è sufficiente un computer per capire come si ama, quali sono i valori, e quali le abitudini che creano armonia nella società ci vuole un buon insegnante”.
Francesco Pira / Tra scuola e famiglia, l’iperprotezione non fa il bene dei figli
Il mondo sta cambiando e a trasformarsi è anche la genitorialità. I genitori sono sempre più presenti nella vita dei figli e lo sono soprattutto a scuola. I figli raccontano tutto ai loro genitori e loro corrono ad aiutarli. Questo vortice di iperprotezione non favorisce la crescita dei preadolescenti e degli adolescenti, bensì alimenta le loro fragilità e le loro paure. I ragazzi devono riuscire a fronteggiare le responsabilità e questo non può avvenire se i genitori sono sempre pronti a correre in loro aiuto. Oggi, esiste anche “un’arma” di distruzione rappresentata dalle chat della mamme, in cui si alimentano dissapori e numerosi problemi.
Francesco Pira / Per il rapporto corretto con famiglia serve una “Scuola per genitori”
Bisogna riconquistare l’autorevolezza svolgendo ognuno la propria funzione educativa. I genitori non possono sostituirsi ai docenti e viceversa. L’elemento fondamentale è conquistare la fiducia dei giovani e saperli ascoltare, confrontandosi con loro. Negli incontri a scuola, ho avuto modo di parlare con tanti giovani e sostengono di non essere ascoltati dagli adulti. Abbiamo bisogno di una “Scuola per Genitori”, ed io lo sostengo da tantissimo tempo, per riuscire a far in modo che le madri e i padri trovino soluzioni educative con l’aiuto di esperti e di professionisti, approfondendo i nuovi codici e i nuovi linguaggi. La risposta alle difficoltà o ai dubbi non è certamente la violenza, i soprusi e la prevaricazione.
La scuola è un posto speciale in cui i nostri figli vanno per imparare e per acquisire abilità, conoscenze e competenze che gli serviranno per il futuro e per diventare gli uomini e le donne del domani. Perché è tutto così difficile? Aveva ragione il grande scrittore Andrea Camilleri: “Possibile che logica, buon senso, sincerità non abbiano più corso legale in Italia?”. Lascio a voi la risposta.
Francesco Pira, delegato del Rettore della comunicazione all’università di Messina. Professore di Comunicazione e giornalismo presso l’Università di Messina e coordinatore didattico del master in Social Media Manager del Dipartimento di civiltà antiche.