Le crisi geopolitiche, economiche e sociali, unite ai cambiamenti climatici e alle disuguaglianze crescenti, sembrano mettere in pericolo la speranza di un tempo di pace e di amore. Abbiamo trascorso un Natale molto diverso dagli altri. Il Natale 2024 si è presentato con un’atmosfera di enorme incertezza e dolore. Un Natale in cui speravamo che la guerra fosse finita. Purtroppo, le guerre non si sono fermate e anzi il numero di guerre nel mondo è aumentato. I bombardamenti non hanno risparmiato le popolazioni nemmeno il giorno di Natale. La pace è lontana.
Non si intravedono ancora le giuste azioni per liberare gli ostaggi e per non uccidere donne, uomini, anziani e bambini. Vittime innocenti che non hanno nessuna colpa, rispetto a quello che Capi di Stato e di Governo hanno deciso nell’andare a rimarcare quelli che sono i confini di un territorio.
Un Natale senza pace: il report di Medici Senza Frontiere
Il giornalista Nello Scavo nel suo articolo, pubblicato su Avvenire, ha riportato il nuovo rapporto di Medici Senza Frontiere. Un dossier di 34 pagine che non risparmia accuse alle forze israeliane e non fa sconti ai miliziani di Hamas e degli altri gruppi di estremisti palestinesi.
Christopher Lockyear, segretario generale di Medici senza frontiere, ha dichiarato: “Stiamo assistendo a chiare evidenze di pulizia etnica dal momento che i palestinesi vengono sfollati con la forza, messi in trappola e bombardati”. E ancora ha aggiunto: “Tutto quello che le nostre équipe mediche hanno visto sul campo durante questo conflitto è coerente con le descrizioni fornite da un numero crescente di esperti legali e organizzazioni secondo cui a Gaza è in corso un genocidio”. Nel rapporto si legge: “Pur non avendo l’autorità legale per stabilire l’intenzionalità, le evidenze della pulizia etnica e la devastazione in corso – tra cui uccisioni di massa, gravi lesioni fisiche e mentali, sfollamento forzato e condizioni di vita impossibili per i palestinesi sotto assedio e sotto i bombardamenti – sono innegabili”.
Ma non è tutto. Hamas e altri gruppi armati, in alcune occasioni, hanno cercato di utilizzare come scudo le strutture sanitarie. Inoltre, “da ottobre 2023 a ottobre 2024, solamente lo staff di Medici Senza Frontiere ha subito 41 attacchi e incidenti violenti, tra cui attacchi aerei, bombardamenti e incursioni violente nelle strutture sanitarie, fuoco diretto sui rifugi e sui convogli dell’organizzazione, detenzione arbitraria di operatori da parte delle forze israeliane”. Medici Senza Frontiere, come tante altre organizzazioni umanitarie, chiede il “cessate il fuoco immediato” e spera che qualcuno ascolti il suo grido d’allarme.
La mancanza di pace nei paesi avanzati
Come se non bastasse, l’odio non si arresta e anche il tema della migrazione continua ad essere al centro del dibattito politico. Nuovi femminicidi e violenze, anche tra le mura domestiche, hanno segnato le festività natalizie. I report rendono noto l’aumento delle tante devianze della rete come: il cyberbullismo, il sexting, il revenge porn e il sextortion. Stiamo vivendo un momento storico in cui l’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata per il bene comune e invece viene sfruttata per uccidere e fare del male agli altri.
C’è un uomo che è un faro nel mondo e quest’uomo è Papa Francesco. Il Santo Padre ha festeggiato da poche settimane 88 anni e ci ha donato, in questi 12 anni di pontificato, gesti straordinari. Il giornalista Mimmo Muolo ha scritto un articolo, pubblicato su l’Avvenire, in cui ha sottolineato quanto dobbiamo essergli grati per aver “guidato con mano ferma, ma al contempo amorevole, la Barca di Pietro, anche quando intorno le acque erano agitate da venti di burrasca. […] Quello di Papa Francesco è stato un pontificato che si è connotato per l’abbattimento delle barriere architettoniche dell’anima e dello spirito”.
L’invito di Papa Francesco a riscoprire il valore della pace
L’unico Capo di Stato che si batte per cercare di spiegare al mondo quali sono i valori più importanti. Ci ha spiegato come la logica della guerra non sia necessaria per risolvere le controversie. Ci ha chiarito che ogni persona deve essere rispettata e che la diversità è una fonte di ricchezza.
Papa Francesco ci sta proponendo, anche attraverso il Giubileo il cui motto è ‘Pellegrini di Speranza’, la necessità di condurre una battaglia contro la cultura dello scarto e del conflitto. Il Santo Padre ci invita alla riflessione e all’azione. Non possiamo dimenticare chi soffre, chi vive nelle periferie esistenziali e geografiche. L’umanità deve riscoprire il valore della pace, come fondamento di una convivenza fraterna e giusta. Ogni cuore umano deve riconoscere la dignità dell’altro, deve lottare contro la guerra e le barbarie, deve costruire ponti di fraternità. La pace non rappresenta solo la fine della guerra, ma è soprattutto un processo di riconciliazione, di dialogo, di impegno concreto per migliorare le condizioni di vita di chi vive ai margini della società.
Natale 2024: speranze per una pace difficile da trovare
Il mondo sembra aver smarrito la “bussola morale” ed è chiamato a rinnovare il suo impegno per la giustizia, per la solidarietà, per la cura del creato. È opportuno ragionare sul fatto che la pace è un compito quotidiano che ogni individuo ha l’obbligo di portare avanti, in ogni singolo angolo del pianeta. Tutti abbiamo una responsabilità verso gli altri, verso la Terra, e verso una speranza che, se alimentata con altruismo e comportamenti corretti, può diventare il seme di un futuro più leale e fraterno.
L’uomo non può permettersi di uccidere un altro uomo o di farlo morire in mare. L’uomo non può permettersi di non rispettare la propria vita e quella degli altri. Serve subito rinunciare ai tanti “ismi” che ci circondano (egoismo, egocentrismo, individualismo). Di fatto, il Natale appena trascorso è stato un Natale in cui gli insegnamenti di Papa Francesco non sono stati recepiti. Allora, dobbiamo fare una riflessione ed essere più buoni. Non basta abbracciarsi e non basta pronunciare parole in cui non crediamo. Bisogna essere coerenti, avere rispetto per l’altro e lottare per la verità.
Francesco Pira, delegato del Rettore della comunicazione all’università di Messina. Professore di Comunicazione e giornalismo presso l’Università di Messina e coordinatore didattico del master in Social Media Manager del Dipartimento di civiltà antiche.