Riflessione / L’intramontabile fascino dei libri

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albero fatto con libri

Un amico mi ha mandato una foto del suo albero di Natale, alquanto “originale”. Infatti, invece di usare un abete, vero o sintetico, ha realizzato una piramide di libri e l’ha ornata con le luci rutilanti. Conoscendo il soggetto la “trovata” non mi ha stupito più di tanto. Ma la foto mi ha indotto ad una riflessione sul significato di quell’opera, apparentemente inusuale, ma che trasmette la grande verità del sapere e l’ansia di conoscere sempre più.

Oggi, anche a motivo del mondo multimediale, il libro, nella sua fattispecie, sembra essere passato fuori moda. Tutto è facilmente raggiungibile attraverso internet e i vari motori di ricerca. Toccare un libro, constatarne la voluminosità, sfogliarlo, sembra essere qualcosa legato ad altri tempi. Eppure il libro conserva sempre il suo irresistibile fascino, non perché faccia bella mostra di sé nelle nostre librerie. Ma per il mistero che contiene, che viene disvelato nella lettura, pagina dopo pagina, fino a giungere alla fine, momento “fatale”, in cui si traggono le conclusione e gli si attribuisce il valore e la valutazione.libri

“Quelli come me non riescono proprio a rinunciare alla carta e oppongono una naturale ribellione al suo abbandono. Un amante del cartaceo sa che i libri hanno anche un buon odore: profumano di carta inchiostrata e notti insonni. Producono suoni. Il fruscio di una pagina di carta, voltata la sera nella penombra di una stanza silenziosa, è un rumore antico quanto il mondo. Chi non lo conosce?” (Libreria rosa, l’intramontabile fascino del cartaceo  https://libreriarosa.com/2018/03/18/lintramontabile-fascino-del-cartaceo/ ).

Il fascino intramontabile dei libri

Chi, appartenente alla mia generazione, non ricorda i lunghi pomeriggi trascorsi nella nostra monumentale Biblioteca Zelantea, a consultare libri per le ricerche che periodicamente, a scuola, ci venivano assegnate? Chi non ricorda, la biblioteca, “cuore” del Monastero, che stupì Adso, nel romanzo di Umberto  Eco, Il nome della Rosa? Ricordo ancora l’emozione che provammo, studenti di primo anno di specializzazione in Liturgia, quando – accompagnati da P. Matias Augè, – nella Biblioteca Vaticana visionammo il Sacramentario Veronense, nella sua stesura originale. Fu proprio quello stupore che mi indusse ad acquistare la copia anastatica del primo libro liturgico.

Un albero di Natale composto da libri a forma piramidale, mi richiama la “scalata”, l’ansia, del sapere. Di  qualcuno mai pago del risultato raggiunto, che nella sua tensione verso l’alto, sale libro su libro, nella prospettiva di giungere verso la cima. Traguardo irraggiungibile perché dura tutta la vita, a meno che non ci si voglia accontentare della mediocrità, o della banalità, del sapere. Perché “Chi accumula libri accumula desideri; e chi ha molti desideri è molto giovane, anche a ottant’anni(Ugo Ojetti).

Don Roberto Strano

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