Riflessione / La celestiale bellezza della cappella di Fiumicino

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Fiumicino, cappella

Nella Costituzione Liturgica Sacrosanctum Concilium, al numero 34, si legge: “I riti splendano per nobile semplicità; siano trasparenti per il fatto della loro brevità e senza inutili ripetizioni; siano adattati alla capacità di comprensione dei fedeli né abbiano bisogno, generalmente, di molte spiegazioni”. Perché ciò avvenga è necessario anche il contesto in cui i riti si svolgono.

Lo scorso giovedi mattina, di rientro da Roma, essendo giunto in tempo all’aereoporto di Fiumicino, mi sono fermato un po’ di tempo nella Cappella, inaugurata lo scorso 25 gennaio. L’impatto di quel piccolo spazio è sorprendente, sembra indicare al fedele una Via lucis che – come recita l’Orazionale – “parte dal fonte battesimale e si conclude nella Gerusalemme celeste”.
Sobrietà ed eleganza, oltre ad una luminosa scia indicano una Presenza, misterica ma reale. Una originale Via crucis, in armonia con il contesto, abbellisce i muri perimetrali e un cielo stellato adorna l’angolo della Madonna di Loreto (Patrona degli aviatori).

Massimiliano Ferragina, autore della Via crucis nella Cappella di Fiumicino

cappella di Fiumicino
Un fiume di colori e luce intreccia forza espressiva e senso mistico.

Autore di questa opera è il prof. Massimiliano Ferragina. Classe 1977, nato a Catanzaro,  vanta i seguenti titoli: Baccalaureato in Filosofia (1998) e Teologia (2001) presso la Pontificia Università Gregoriana. Licenza in Teologia Pastorale (2004) alla Pontificia Università Lateranense, Master di II livello in Pedagogia Religiosa (2013) presso Pontificia Università Salesiana. Insegnante presso il I Liceo artistico “Via Ripetta” Roma. Docente tutor e formatore presso Ufficio Scuola Vicariato di Roma dal 2008 al 2019. Collaboratore della rivista “L’Ora di Religione” ELLEDICI dal 2014 al 2018.

“Con la spatola e il pennello, e con mano ferma e ispirata, Ferragina concepisce un maestoso flusso cromatico sui toni dei colori primari a lui da sempre cari – bianco/zinco, giallo/cadmio, blu/cobalto, rosso chiaro – che prende il via in raggi dorati dall’ostensorio bronzeo. Si propaga poi in un vasto clipeo di luce accecante, per frammentarsi infine in lunghe macchie irraggianti. Un fiume di colori e luce che intreccia forza espressiva e profondissimo senso mistico.

Se la luce, infatti, è la Grazia eucaristica, l’azzurro dell’acqua allude al Battesimo e il rosso al Sacrificio. Ma gli elementi sacri a loro volta si caricano di forza umanissima, mentre rappresentano l’acqua e il sangue della vita degli esseri umani; e nondimeno abbraccio, accoglienza, saluto, spinta emotiva verso l’altro, perfino – seguendo il flusso cromatico che Ferragina ha concepito – corsa gioiosa in direzione di chi ha bisogno.
Una colonnina tortile tardo antica offre la spalla al leggio moderno. E lascia una traccia di quel passato storico che ovunque, in Italia, dialoga con la cristianità”. (Descrizione nel comunicato stampa per l’inaugurazione della cappella).

L’arte sacra espressione della bellezza divina

Al n. 122 della Costituzione Conciliare si legge: “Fra le più nobili attività dell’ingegno umano sono annoverate, a pieno diritto, le belle arti, soprattutto l’arte religiosa e il suo vertice, l’arte sacra. Esse, per loro natura, hanno relazione con l’infinita bellezza divina che deve essere in qualche modo espressa dalle opere dell’uomo, e sono tanto più orientate a Dio e all’incremento della sua lode e della sua gloria, in quanto nessun altro fine è stato loro assegnato se non quello di contribuire il più efficacemente possibile, con le loro opere, a indirizzare religiosamente le menti degli uomini a Dio.cappella Fiumicino

Per tali motivi la santa madre Chiesa ha sempre favorito le belle arti. Ed ha sempre ricercato il loro nobile servizio, specialmente per far sì che le cose appartenenti al culto sacro splendessero veramente per dignità, decoro e bellezza, per significare e simbolizzare le realtà soprannaturali. Ed essa stessa ha formato degli artisti”. Credo che il prof. Ferragina abbia colto queste autorevoli indicazioni conciliari e le ha riversate nella semplice e bella Cappella di Fiumicino, che invito a visitare e soprattutto a sostarvi in preghiera.

“Questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione. La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini.
E’ quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione. E questo grazie alle vostre mani…” (S. Paolo VI, Messaggio agli artisti, 8.12.1965).

 Don Roberto Strano

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