Riflessione / Francesco Pira: la povertà cresce in Italia e ci riguarda tutti

0
176
povertà cresce in Italia

In questi ultimi giorni, si discute tanto di povertà in Italia. La povertà è reale e tocca gli italiani. Non è vero che la povertà riguarda solo il resto del mondo. In un mondo globalizzato c’è chi fugge dalla fame e dalle guerre e cerca rifugio nei paesi più ricchi. L’Italia è sempre stato un Paese interessante, soprattutto per transitare in Europa e poi trovare un accomodamento in un altro Stato del Nord Europa. Oggi, ci rendiamo conto che la povertà cresce e l’argomento deve essere seriamente affrontato. Non possiamo continuare a fuggire da questo problema.

La povertà in numeri in Italia

Le mense della Caritas sono piene di persone, perché per diversi motivi sono cadute in povertà. Una povertà che si è acuita dopo la pandemia. Tanta gente non riesce a trovare l’assistenza necessaria e non viene aiutata da nessuno. I media veicolano immagini che ci fanno pensare al passato e non ci proiettano nel futuro. L’Istat ha reso noto il report sulla povertà relativo all’anno 2023. Si legge, riguardo alla povertà assoluta familiare e individuale, che “nel 2023, le famiglie in povertà assoluta si attestano all’8,5% del totale delle famiglie residenti (erano l’8,3% nel 2022), corrispondenti a circa 5,7 milioni di individui (9,8%; quota pressoché stabile rispetto al 9,7% del 2022). Invariata anche l’intensità della povertà assoluta a livello nazionale (18,2%)”.

Cresce la povertà assoluta che interessa le famiglie in Italia

Risulta in peggioramento l’incidenza della povertà assoluta al Nord. “Nel Nord, dove le persone povere sono quasi 136mila in più rispetto al 2022, l’incidenza della povertà assoluta a livello familiare è sostanzialmente stabile (8,0%), mentre si osserva una crescita dell’incidenza individuale (9,0%, dall’8,5% del 2022). Il Mezzogiorno mostra anch’esso valori stabili e più elevati delle altre ripartizioni (10,3%, dal 10,7 del 2022), anche a livello individuale (12,1%, dal 12,7% del 2022)”.

A peggiorare è anche la condizione delle famiglie con p.r. lavoratore dipendente. Infatti, “l’incidenza di povertà assoluta è stabile all’8,2% tra le famiglie con persona di riferimento (p.r.) occupata (interessando oltre 1 milione 100mila famiglie in totale). Da segnalare, però, un peggioramento rispetto al 2022 della condizione delle famiglie con p.r. lavoratore dipendente: l’incidenza raggiunge il 9,1%, dall’8,3% del 2022, riguardando oltre 944 mila famiglie”. Di fatto, sottolinea l’Istat, “il valore dell’intensità di povertà assoluta è pari al 18,2%”.povertà

Le cause in Italia: non ci sono politiche economiche efficaci

Non ci sono politiche capaci di ovviare questo dramma. Questo, secondo me, fa parte di una prospettiva economica che deve farci riflettere. Il mondo sta diventando un mondo sempre più cattivo ed egoista. La teoria darwiniana che prevedeva una continua “lotta per la vita” è ancora attualissima. I ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Inoltre, sta scomparendo anche il ceto medio. È in atto una ridefinizione della nostra economia e del nostro Paese. Ormai, è chiaro che le politiche economiche devono invertire la loro rotta.

Povertà: la situazione al Sud d’Italia

Il Sud risente molto di più di questa povertà rispetto al Nord anche se ci sono periferie del Nord che vivono in condizioni preoccupanti. Il disagio e le proteste si registrano in diverse parti d’Italia. La nostra società sta attraversando un momento molto inquietante e i conflitti in atto rendono i poveri ancora più poveri. La povertà deve servirci per fare un esame di coscienza personale e comunitario.

I poveri nelle parole di Papa Francesco

Papa Francesco nel Messaggio per la VIII Giornata Mondiale dei Poveri, del 17 novembre 2023, ha detto: “La violenza delle guerre mostra quanta arroganza muove chi si ritiene potente davanti agli uomini, mentre è miserabile agli occhi di Dio. La felicità non si acquista calpestando diritto e dignità altrui”. Ha ribadito, con un tono più forte e incisivo, il Messaggio della VI Giornata Mondiale dei Poveri: “la povertà che uccide è la miseria, figlia dell’ingiustizia, dello sfruttamento, della violenza e della distribuzione ingiusta delle risorse. È la povertà disperata, priva di futuro, perché imposta dalla cultura dello scarto che non concede prospettive né vie d’uscita”.

Ma non solo. Il 13 giugno 2024, memoria di Sant’Antonio di Padova, patrono dei poveri, il Santo Padre ha posto l’attenzione al libro del Siracide e in particolare a La preghiera del povero sale fino a Dio e ha affermato che questa preghiera deve diventare “via di comunione con loro e di condivisione della loro sofferenza”. Nelle zone di guerra questa preghiera deve diventare un vero e proprio grido d’allarme, per mettere in evidenza l’orrore presente in alcune parti del mondo. Papa Francesco ha chiesto ai Grandi della Terra di ascoltare il grido dei poveri e di aiutarli. Gli uomini devono avere un “cuore umile” che sappia “diventare mendicante”.

La società odierna tra consumismo ed egoismo

La nostra può essere definita “cultura dello scarto” e nel Ventunesimo secolo è davvero inaccettabile. Una società “guardaroba” dove è semplice dimenticare le persone e la loro sofferenza. I valori diminuiscono e manca l’umanità quella con la “U” maiuscola. Siamo abituati, cosi come ha scritto il sociologo Bauman, ad eliminare tutto quello che non appartiene al nostro sentire. Questo atteggiamento conduce al consumismo identitario, in cui tutto è provvisorio e illusorio. Le nuove tendenze ci presentano il risultato dell’iper-consumismo economico e anche dei sentimenti, la precarizzazione delle relazioni e la mancanza di riconoscimento dell’altro. L’individuo non vuole impegnarsi e non vuole sacrificarsi per l’altro.

Povertà: ognuno di noi è responsabile

Ho avuto la fortuna di conoscere nell’Università di Messina, dove insegno, il sociologo e filosofo Edgar Morin, che ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera che “l’individualismo, per esempio pur invocando giustamente la responsabilità che ognuno deve assumersi in quanto individuo, può esprimere anche un pericoloso egoismo. Stiamo assistendo al degrado della solidarietà come pieno riconoscimento dell’umanità dell’altro. Ci sono troppe persone che soffrono la tragedia della solitudine. C’è una politica di solidarietà da sviluppare. C’è urgente bisogno di un enorme cantiere”. I poveri sono soli e solo in pochi rivolgono loro lo sguardo.

Allora, dobbiamo riflettere sulle iniziative da intraprendere. Abbiamo bisogno di  bontà e di generosità. Ricordiamoci che ognuno di noi ha il dovere di contribuire e che il poco di tanti può fare la differenza.

 

Francesco Pira, sociologo
Il prof. Francesco Pira, sociologo

Francesco Pira, professore Associato di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi all’Università di Messina.

 

 

Print Friendly, PDF & Email