Riflessione / No alla guerra, operiamo tutti per la pace. Riprendiamoci il futuro

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Si leggono ogni giorno notizie sulle armi che usano i russi e quelle che usano gli ucraini per difendersi e contrattaccare. Alcuni articoli scritti da esperti raccontano in dettaglio la capacità distruttiva di questi ordigni micidiali.

Il rischio di vedere e leggere continuamente immagini e notizie di morte e distruzione è proprio quello dell’assuefazione. Tra una colazione, un pranzo ed una cena, guardando la tv, ormai conviviamo con la guerra in casa d’altri. E digeriamo persino le immagini più crude, così come ci siamo abituati alle troppe morti dei migranti annegati che fuggono dalle coste africane per cercare una difficile speranza nella più ricca Europa.

Si parla sempre più spesso di rischio di uso di armi nucleari da parte della Russia e degli Usa. Eppure tutto questo sembra non destare alcuno sgomento pur sapendo tutti che l’uso del nucleare porterebbe davvero al rischio dell’estinzione del genere umano nel Pianeta.

Se dunque l’uso smodato, abusato, falsato delle parole fa perdere il senso alle parole stesse, occorre invece restituire il significato alle parole parlando con onestà intellettuale, con obiettività, cercando la verità storica.

Il nuovo millennio lontano dalla guerra e sperando la pace

Il nuovo millennio era stata salutato da una grandissima speranza di seppellire per sempre gli orrori vissuti nel ‘900  con le due guerre mondiali, la shoah, le dittature sanguinose, le bombe di Hiroshima e Nagasaki. Ci troviamo invece invischiati nel rischio concreto, tra cambiamenti climatici ed uso di armi nucleari, di mettere a rischio la vita sulla madre Terra.

Che senso ha, dunque, il vivere, il soffrire, il sognare, l’amare, far nascere bambini, piantare alberi, scivere poesie, cantare, studiare, raccogliere i fiori, guardare la luna, mangiare il pane caldo del forno,  se stiamo andando incontro all’abisso senza tentare di cambiare strada ?

Occorre mettere al bando la parola guerra, occorre ragionare su questo argomento. Se la guerra oggi, più che mai, è distruzione apocalittica dove non ci saranno vincitori ma soltanto vinti, che senso ha costruire armi sempre più potenti togliendo risorse per la salute, l’ambiente, l’istruzione, il cibo, che invece sono indispensabili per dare un senso colorato alle nostre vite? L’ambizione, il potere, il denaro, valgono forse più della vita?

Contro la guerra e per la pace costruire ponti e non muri

Dobbiamo imparare a costruire ponti non muri, dobbiamo imparare ad avere fiducia nel prossimo. Impegnare la nostra vita non solo per noi e la nostra famiglia. Ma anche per la comunità, aiutando chi ha più bisogno, lottando per la giustizia, la pace, le pari opportunità. Alcuni saggi samurai, dopo secoli di battaglie, maturarono una convinzione: ” Se nutri pensieri malati durante la pace, porterai la guerra; se nutri pensieri puri durante la guerra , porterai la pace. La ricerca dell’armonia richiede più forza dell’odio”.

Nulla è perduto se prendiamo coscienza che il cambiamento deve partire prima da noi. Se riusciamo a cambiare noi stessi, le nostre cattive abitudini. E riusciamo a fare a meno delle nostre illusorie sicurezze di benessere che sono state tradite da un sistema economico che rende più ricchi i ricchi, depauperando risorse vitali e lasciando milioni di persone senza lavoro, senza dignità e senza speranza.

Operare tutti insieme per riprenderci il futuro

Riprendiamoci il futuro, cambiamo stile di vita, passiamo dal consumismo esasperato ad  un  uso oculato dei beni e delle risorse. Riempiamo la nostra vita di bellezza, di relazioni umane sincere e solidali. Rispettiamo il Creato che ci dà la vita, e mettiamo al bando l’idea di annientare il “nemico”.

Il futuro dovrà vedere necessariamente la collaborazione di tutte le nazioni del mondo perchè i problemi sono globali. Lo stiamo vedendo: la devastazione dell’Amazzonia, come la deforestazione delle foreste pluviali, stanno creando cambiamenti climatici in ogni regione del pianeta. Così come le emissioni tossiche, in particolare delle  fabbriche occidentali e quelle cinesi, stanno peggiorando la situazione.

Quando guardiamo gli occhi innocenti dei bambini, occhi che cercano risposte, conferme, dobbiamo avere la responsabilità di capire che loro hanno diritto di vivere una vita migliore di quella nostra.  Non c’è tempo da perdere ma da investire, per costruire un presente di speranza per un futuro migliore.

Orazio Maltese

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