Lunedì 30 gennaio alle ore 10,30 sarà ufficialmente collocata nella sua nuova sede espositiva nella chiesa di San Nicolò l’Arena a Catania, Agata Duci d’Amuri, la fedele riproduzione in porcellana fredda del busto reliquiario di Sant’Agata, realizzato dal gruppo delle cake designers siciliane Ristoworld Italy, coordinate da Agata Consoli, ideatrice del progetto.
Assieme a lei hanno lavorato, Caterina Tarantino, Silvia Costanzo, Erika Maniscalco, Carmen Bonanno (Palermo); Flavia Stroscio (Zafferana Etnea); Stefania Buffardeci (Misterbianco); Paola Origlio (Biancavilla). Anche Letizia Disca (Niscemi); Rosy Carrubba (Caltagirone); Antonella Meli (San Pietro Clarenza); Marzia Caruso, Giusy Capone, Anastasia Scalia (Catania); Silvana Consoli e Adriana Scarlata (Adrano).
5mila ore di lavoro per la realizzazione di Agata,duci d’amuri
Oltre 5mila- informa una nota stampa – le ore singole e collettive di lavoro che hanno permesso la realizzazione di quest’opera unica al mondo nel suo genere. In scala reale è stato riprodotto fedelmente il busto reliquiario di Sant’Agata, gioielli compresi, utilizzando tecniche di modelling e flower, mentre il materiale principe è la porcellana fredda, conosciutissima in pasticceria, cake design e allestimenti per i suoi molteplici usi.
Dopo il restauro conservativo, l’opera sarà così accolta nella chiesa di San Nicolò l’Arena per decisa volontà di Mariella Gennarino, presidente del Comitato per la Festa di Sant’Agata e Marcello Proietto di Silvestro, presidente Ristoworld Italy. A disposizione di quanti vorranno ammirare un capolavoro di ingegno e fantasia che testimonia l’amore e la devozione per la patrona della Città di Catania.
Agata Consoli ha coordinato il lavoro di restauro che ha restituito al busto reliquiario in porcellana fredda lo splendore originario. E’ intervenuta anche sulla staticità di alcuni elementi decorativi che a causa del trasporto e delle vibrazioni era in stato di alterazione.
Difficile e complessa l’opera di restauro durata circa 6 mesi. E resasi necessaria a causa delle condizioni di umidità che hanno naturalmente interessato il manufatto, alterando la vividezza delle tinte. Al termine l’opera è stata ricollocata all’interno della teca e pronta per l’esposizione in questa prestigiosa sede.