Roma, la rivolta dei gladiatori

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“Che fa tuo padre?”. “Il gladiatore”.  Eh, sì.  Anche i gladiatori tengono famiglia e figli cui portare ogni giorno pane e companatico. Che facciamo?  In questi tempi di crisi mettiamo in mezzo alla strada i gladiatori per creare altrettanti disoccupati i quali non saprebbero, né troverebbero, altro da fare, visto che fanno i gladiatori dal 1995?  È la solita storia dell’Autorità che prima non si accorge di nulla, o fa finta di non accorgersi.  Poi, anche se vede, tollera per anni e anni (nel caso specifico 17). Alla fine un bel giorno, una settimana fa, si sveglia e decide che i gladiatori sono “abusivi” (come se esistessero gladiatori “autorizzati”) e quindi non possono più sostare davanti al Colosseo per mettersi in posa accanto ai turisti e chiedere a questi qualche spicciolo di euro.
Perché di questo si tratta: dei figuranti che vestiti alla bene e meglio da gladiatori, o da centurioni, con tanto di gladio di legno, presidiano il Colosseo e altri luoghi “strategici” della Capitale, come Piazza di Spagna, a disposizione dei turisti per la classica foto ricordo della Roma imperiale.  Un modo come un altro per sbarcare il lunario o arrotondare il magro stipendio o la pensione. Sì, perché tra i gladiatori vi anche chi, avanti negli anni, invece di appendere le armi al chiodo, combatte ancora la sua sfida quotidiana per l’esistenza.
Adesso il Campidoglio, su “istigazione” della Sovrintendenza ai beni archeologi (che chiedeva più decoro per i monumenti storici), ha dato lo sfratto ai figuranti. Quattro centurioni sono saliti sul Colosseo per protesta: “Fatece lavorà’”.  A nome di tutti (saranno un centinaio) chiedono di essere messi in regola, con tanto di tesserino e iscrizione a un albo professionale.  Che fare?  Turisti e romani sembrano divisi. Chi parteggia per i gladiatori e i centurioni (“che male fanno”?).

Chi, specie tra i romani, non ne può più di “abusivi” di tutte le razze, dai venditori ai suonatori ambulanti, che ormai presidiano ogni angolo storico della Capitale spesso infastidendo con le loro insistenze. C’è però quel grido querimonioso: “Fatece lavora’”.  Tutti noi, in fondo, siamo dei buoni.  Chi avrebbe coraggio, di questi tempi, a rispondere: “Vattelo a cerca’ un altro, de lavoro”.  Il Comune di Roma, dopo essere partito in quarta, ha già fatto sapere che, d’accordo con la Sovrintendenza, sentirà le ragioni dei gladiatori.  I quali, nel frattempo, hanno sospeso la “rivolta”.  Per fortuna non siamo più ai tempi di Spartaco. Vedrete che tutto si risolverà al meglio, in modo incruento, senza l’intervento repressivo di Marco Licinio Crasso e di Gneo Pompeo.

Piero Isola