Una ricerca svolta in Sicilia mostra come esporre il rosmarino alla siccità renda migliore la produzione di oli essenziali. Il rosmarino (Salvia rosmarinus Spenn) è una pianta perenne originaria della regione mediterranea, che cresce spontaneamente in ambienti aridi e soleggiati. E’ particolarmente apprezzato per le sue proprietà medicinali, che spaziano da quelle antiossidanti e anti-infiammatorie, a quelle antimicrobiche, anticancerogene e neuroprotettive. Gli oli essenziali di rosmarino contengono una grande varietà di composti chimici che non solo conferiscono al prodotto il caratteristico aroma, ma sono anche noti per le loro proprietà terapeutiche. La concentrazione di oli essenziali raggiunge il suo apice in autunno e in primavera, i cosiddetti periodi balsamici.
Il rosmarino in Sicilia “gode” della siccità / La ricerca
La siccità è un elemento distruttivo per le piante, ma non per tutte. L’esposizione a stress, in particolare alla siccità, causa una reazione particolare da parte del rosmarino. Come altre piante aromatiche, infatti, reagisce allo stress idrico incrementando la produzione di oli essenziali come meccanismo difensivo. Questo processo aiuta la pianta a proteggersi dagli agenti esterni, oltre a migliorare la concentrazione di composti bioattivi utili. Su questi presupposti si basa la ricerca svolta dall’Università di Pisa, dall’Istituto Nazionale di Ottica INO-CNR Pisa, dalla Scuola Superiore Sant’Anna e dall’Università degli Studi di Catania pubblicata sulla rivista scientifica Industrial Crops and Products.
Questo studio è compreso all’interno del programma InSole – Innovazioni agronomiche e tecnologiche per la coltivazione sostenibile di piante officinali e la produzione di Oli essenziali di qualità. Il suddetto progetto, sovvenzionato dalla sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014-2022, ha come scopo quello di generare una filiera sostenibile di oli essenziali nel territorio siciliano. Per raggiungere questo obiettivo, gli agricoltori ricevono supporto nell’attuazione di tecniche agricole che garantiscano un migliore utilizzo delle risorse, specialmente quelle idriche.
Il rosmarino in Sicilia “gode” della siccità / Sperimentazione ed esiti
I test hanno avuto luogo in Sicilia fra l’autunno del 2022 e la primavera del 2023, in 2 aziende agricole della provincia di Ragusa. E’ stato applicato uno stress idrico moderato in concomitanza con il periodo balsamico delle piante, in autunno e primavera, riducendo l’irrigazione per 3 settimane. Durante questi periodi, sono stati misurati vari parametri morfologici della pianta. Fra questi l’altezza della chioma, la produzione di biomassa fogliare e legnosa, e la resa degli oli essenziali. Le specie esaminate in tal senso sono state la ‘Tuscan blue’ e la ‘Barbecue’.
I risultati sono stati promettenti: sebbene lo stress idrico non abbia comportato significative perdite di biomassa, ha condotto ad un incremento della resa di oli essenziali. In particolare, la cultivar ‘Tuscan Blue’ ha mostrato un aumento del 30% nella produzione di oli essenziali sotto stress rispetto alle condizioni di irrigazione normali. Questa tecnica ha anche affinato il profilo aromatico di questi prodotti, oltre alle proprietà bioattive del rosmarino.
Il rosmarino in Sicilia “gode” della siccità / Sviluppi futuri
Nel contesto siciliano, il rosmarino si rivela quindi una pianta ideale per la coltivazione in terreni caratterizzati da scarsità di acqua. La coltivazione di questa pianta potrebbe rappresentare un’opportunità economica per i coltivatori locali: la domanda di oli essenziali di alta qualità è in crescita in vari settori, dalla cosmetica alla nutraceutica. Questo tipo di pratica, non solo ne aumenta la qualità, ma è anche cruciale per una gestione più sostenibile dell’acqua in zone a bassa disponibilità di risorse idriche e in un contesto sempre più segnato dal cambiamento climatico.
Maria Maddalena La Ferla