E’ stato il coro ‘Santa Venerina Pueri’ con l’emozionante canzone “Mi avevano insegnato”, che ricorda la tragica storia del primo bambino ucciso dalla mafia, ad accogliere nel pomeriggiodi ieri il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, in visita all’Istituto Comprensivo di Santa Venerina.
La scuola nelle scorse settimane ha avviato la prima fase del progetto nazionale denominato ‘L’Ora di Lezione non Basta’.
Promosso dall’associazione “Senza Zaino – Per una scuola comunità”, si legge in una nota stampa – il progetto prevede un finanziamento complessivo di 110mila euro, con una compartecipazione dell’istituto del 15%, per contrastare la povertà educativa e diffondere un nuovo modello di scuola fondato sui concetti di inclusione e cooperazione. Un orgoglio ed un vanto per il territorio. L’istituto comprensivo è infatti una delle quindici scuole in tutta Italia ed una delle due della Sicilia ad essere stata selezionata per dar vita al progetto pilota, che sarà oggetto di studio e di analisi dell’Università degli Studi di Firenze.
Il complesso progetto è stato illustrato al presidente Nello Musumeci, che ha speso parole di gratitudine ed incoraggiamento per l’iniziativa, definita fondamentale per il contrasto non solo della povertà educativa ma anche dell’illegalità.
“Vorrei che potesse essere emulata in tutte le scuole della Sicilia – ha detto Nello Musumeci – Noi abbiamo un motivo in più per formulare questo auspicio ed è determinato da questa antica malattia della nostra terra, che convive con la criminalità organizzata, con il potere mafioso. La lotta alla mafia – ha proseguito – è un problema di tutti. La mafia è il cancro che diventa metastasi, che brucia le cellule sane perché non possano riprodursi. Ecco perché tutti dobbiamo sentirci impegnati su questo fronte. E la mafia teme la scuola perché l’omertà è frutto dell’ignoranza. Questo è un progetto molto interessante ed è per questo che ho voluto dare la piena adesione del governo regionale. Ritengo che iniziative come queste vadano promosse nelle scuole perché servono a riflettere sul deficit del processo educativo. C’è bisogno di maggiore partecipazione e coinvolgimento. E’ bene che ogni giovane si senta coprotagonista del processo di crescita e di sviluppo. Sono davvero contento – ha concluso il presidente della Regione – che da Santa Venerina, un piccolo centro in provincia di Catania, sia partito questo messaggio che ha trovato già apprezzamento e condivisione anche fuori dalla nostra isola”.
La dirigente scolastica Mariangiola Garraffo ha illustrato le fasi del progetto, che avrà una durata quadriennale. “Vogliamo realizzare una scuola comunità capace di coinvolgere tutti: alunni, famiglie e docenti – ha spiegato la dirigente scolastica – Partiremo dalla rivoluzione degli spazi, con tavoli comuni dove i bambini possano raccontare e raccontarsi, sviluppare il pensiero narrativo e critico, condividere il materiale e cooperare nelle attività. Un modo per imparare anche il significato dell’inclusione. Non più una scuola chiusa ed autoreferenziale, non più una scuola unilaterale, nozionistica e trasmissiva, ma una scuola viva perché vivi sono i suoi protagonisti. Una delle cose che ci inorgoglisce di più – ha proseguito Mariangiola Garraffo – è l’essere riusciti a mettere in rete tanti imprenditori, associazioni e Club service del nostro territorio, che ringrazio per averci sostenuto. Una comunità che si è messa a disposizione, ha capito la valenza di questo progetto e ci ha dato fiducia. Credo che questo sia il valore aggiunto”.
A fare gli onori di casa anche il sindaco di Santa Venerina Salvatore Greco. “La nostra amministrazione comunale ha sposato sin da subito l’iniziativa – ha detto il primo cittadino – Siamo sempre al fianco della scuola e siamo ben felici quando essa riesce a cogliere dei risultati importanti come questo”.
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