S. Venerina / Secondo incontro sul progetto “Il durante e dopo di noi”: percorsi di autonomia per l’inclusione sociale

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“Chiudere gli occhi ed immaginare, non ora ma fra una ventina d’anni, una casa dove i nostri  ragazzi disabili sono inseriti  e vivono insieme in gruppi di quattro/cinque persone, con l’utilizzo di nuove tecnologie quali la robotica e l’Intelligenza Artificiale. Un sistema in cui ci siano finanziamenti a fondo perduto per l’utilizzo della robotica in queste case che permetterebbero di far ridurre i costi, soprattutto quelli del personale”.
E’ questo il sogno di Nino Prestipino, neuropsichiatra infantile ed esperto di futurologia, presente all’incontro organizzato dal Comune di Santa Venerina –  Assessorato alla Solidarietà Sociale, retto da Maria Assunta Vecchio –  e svoltosi presso la Casa del Vendemmiatore di via Trieste.
“Nel futuro di questi ragazzi – ha detto Prestipino – vedo l’incontro tra l’umano e la tecnologia con l’utilizzo di internet delle cose con magliette, scarpe, indumenti collegati ad un sistema centrale che decodifica le sensazioni, gli stati di dolore fisico, i malesseri fisici e psicologici che questi ragazzi non sanno esprimere a parole. Immagino anche macchine capaci di sollevare un disabile, di abbracciarlo, di regalargli un sorriso. Stiamo già lavorando ad un progetto di intelligenza artificiale volto a snellire tutte le pratiche di autorizzazione del giudice tutelare che alleggerirà lavoro degli studi legali in tal senso”.
In una nota del Comune si legge: “E’ stato il secondo di una serie di incontri organizzati dall’amministrazione comunale di Santa Venerina, nell’ambito del progetto “Il durante e dopo di noi”: percorsi di autonomia per l’inclusione sociale delle persone con disabilità.
L’ideatrice del progetto –  finanziato attraverso il bilancio partecipativo del Comune di Santa Venerina –  è la professoressa Teresa Maccarrone che, in questo lavoro,  è stata supportata da un gruppo informale, che porta lo stesso nome del progetto, coordinato dal pedagogista Giuseppe Grasso e da Graziella Calabretta. “L’intento – spiega Teresa Maccarrone – è di offrire percorsi di autonomia e di vita indipendente al nostro gruppo di ragazzi meravigliosi, mediante attività che sviluppano l’autostima e l’autodeterminazione,  che favoriscono l’integrazione sociale  e migliorano la loro qualità di vita. Dal titolo del progetto si evince l’ansia che nutrono i genitori di un figlio diversamente abile, soprattutto quando non saranno più in grado di accudirlo, o, peggio ancora, quando non ci saranno più”.
“Il Comuneha tenuto a sottolineare l’assessore alla Solidarietà Sociale Maria Assunta Vecchio – ha accolto con entusiasmo il progetto ‘Il durante e dopo di noi’  non facendo mancare il suo sostegno ad iniziative come questa che mirano a migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità e  a realizzare un percorso di inclusione sociale”.
Tanti gli argomenti sul tappeto: la convenzione ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) sui Diritti delle Persone con Disabilità e le Buone Prassi esistenti sul territorio maltese, la gestione della salute delle persone disabili, l’inevitabile aggravio economico delle famiglie, la mancanza di tempo libero delle famiglie con componenti disabili, le difficoltà di relazionarsi con il mondo esterno, le crisi delle famiglie con disabili che arrivano spesso alla separazione, l’ansia non solo dei genitori dei disabili ma anche di tanti fratelli che si preoccupano sul come gestire i familiari quando non ci saranno più i genitori. Si è parlato anche di ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute), coniata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), e da cui non si può prescindere per l’inserimento dei ragazzi disabili in strutture autogestite.
Antonella Di Blasi, componente del E Club del Rotary International, ha presentato il “Progetto   Respiro”  organizzato a Malta grazie al contributo del Rotary. “Si tratta di un progetto   – ha spiegato Di Blasi – che prevede percorsi programmati di accompagnamento per l’uscita  del disabile dal nucleo familiare di origine e di deistituzionalizzazione anche mediante soggiorni temporanei. Le azioni finanziabili consistono in interventi di supporto alla domiciliarità in soluzioni alloggiative con specifiche caratteristiche: abitazioni di origine; gruppi – appartamento; soluzioni di co-housing per non più di cinque persone. Occorre puntare su programmi per l’accrescimento di consapevolezza, abilitazione e sviluppo delle competenze soprattutto per favorire l’autonomia delle persone con disabilità grave ed una migliore gestione della vita quotidiana”.
Toccanti le testimonianze di Nello Pomona e Rossana Cosentino, due dei dieci autori del libro “Noi tutto incluso” che racconta spaccati di vera vita quotidiana vissuti da dieci famiglie con figli disabili. Pomona si è soffermato sulla difficile esigibilità dei diritti delle persone disabili per la mancanza di fondi appropriati, ma anche a causa delle barriere mentali frapposte dalla società al loro riconoscimento.  La testimonianza di Rossana Cosentino, mamma di Lorenzo, un bambino di nove anni completamente allettato a causa di un’emorragia cerebrale che l’ha colpito all’età di tre anni, ha commosso tutti i presenti quando ha detto che la presenza di Lorenzo non è assolutamente un peso ma un arricchimento e un collante per tutta la famiglia che ha cambiato la prospettiva da cui vedere le cose, dando un senso alla vita.
Gradevoli ed emozionanti gli intermezzi affidati agli stessi ragazzi del gruppo informale che hanno cantato delle canzoni e concluso la serata con la recita della poesia “Un inno alla vita” di Madre Teresa di Calcutta.
Nell’ambito del progetto  due gli appuntamenti imminenti: la visita ludico – ricreativa, con colazione, organizzata per lunedì 28 maggio 2018 alla fattoria didattica “Asilandia” di Milo e l’incontro del 29 maggio nell’aula magna dell’Istituto Comprensivo di Santa Venerina.

 

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