Vie diplomatiche / Tra Italia e Belgio contano anche buon senso e cerimoniale

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Se si volesse avviare un discorso sulle vie diplomatiche che, in particolare, riguardino l’Italia e il Belgio, occorrerebbe iniziare a delineare un quadro storico, quale antefatto che soddisfi le esigenze del futuribile lettore.

Quadro storico-politico del Belgio

Bruxelles, fulcro della capitale belga e cuore pulsante della politica europea, si erge come emblema nella complessità geopolitica e istituzionale del Belgio. Questa nazione è stata forgiata dalle correnti storiche che l’hanno attraversata. Si raffigura alla stregua di un crocevia tra le più significative tradizioni culturali latine d’Europa. La sua forma di governo, pur avendo radici in una monarchia parlamentare, riflette una realtà profondamente influenzata da storie distintive e travagliate. Ad esse, si unisce poi la convivenza di più comunità linguistiche, ciascuna delle quali esprime una precipua visione del mondo e una singolare identità.

In tale contesto, l’organizzazione politica del Belgio si percepisce come un mirabile tentativo laboratoriale di mediazione. Ivi convivono sia caleidoscopiche frequenze d’intensità culturale, sia incessanti conflitti, afferenti a vari teatri politici. In tale contesto, è importante saper essere dispensatori delle virtù di mezzo, al fine di saper pesare, come in una bilancia, l’equilibrio e la stabilità.

La struttura federale, che caratterizza il Belgio, risponde alla necessità di preservare le peculiarità delle sue diverse comunità linguistiche e culturali. Nel contempo, anche l’architettura culturale, alla stregua di un Genius loci di topos tipici e diversificati, ha sovente reso arduo il governo della nazione. Ciò è dimostrato dai numerosi periodi di paralisi politica, succedutisi nella storia del Paese.

Il Belgio, invero, è un microcosmo con delineate divisioni interne. All’interno di tale alveo, si intrecciano complessità legate alle identità fiamminga, vallona e tedesca. Esse convivono in un sistema che, pur cercando di garantire sentori armonici, a volte sembra intrappolato entro intestine contraddizioni.

Belgio: un paradigma di sfide politiche e cerimoniali

Bruxelles, in qualità di capitale, non è solo il centro amministrativo del Belgio. Ma anche il simbolo di una nazione che si ingegna per realizzare il principio di unità nazionale, coniugando le esigenze di rappresentanza delle comunità linguistiche. Nella sincronicità del pendolo, che cadenza il tempo e le azioni, la capitale belga incarna la magnificenza dell’istituzione monarchica, nonché l’apice della diplomazia internazionale.

In più, stempera all’uopo le tensioni derivanti dal sistema federale di competenze sovrapposte, al fine di garantire una governance stabile e coerente. In tale quadro, il Belgio emerge come un paradigma di sfide affini all’arte del governare e all’acume cerimoniale. Qui, le diverse identità culturali, in una kermesse di profilazione politico culturale, si relazionano in nome di un interesse comune, proteso a realizzare una consapevole convivenza.

Addentro a un’analisi sulla forma di governo belga e sul corrispettivo sistema cerimoniale, si riflette poi sulle dinamiche interne del Paese, che incidono sulle capacità di gestione delle precipue realtà. De facto, il Belgio, deve far coesistere, come in un ecosistema, l’essere pilastro dell’Unione Europea e la diversità culturale interna. Bruxelles, in questo senso, non è soltanto una capitale politica, bensì lo scacchiere su cui si gioca il delicato equilibrio tra tradizione, modernità e pluralità.

Relazioni diplomatiche tra Italia e Belgio

Riguardo alle relazioni diplomatiche, instaurate tra Italia e Belgio, si riferisce che esse si formalizzano il 6 novembre 1861. In realtà, le prime interazioni risalgono al 1832, quando il Re Leopoldo I del Belgio inviò Joseph Lannoy, nella qualità di rappresentante diplomatico a Torino, alla corte sabauda. Nel contempo, il Regno di Sardegna accredita i suoi rappresentanti a Bruxelles, segnando l’inizio di una collaborazione tra i due Paesi.
Nel corso degli anni, numerosi inviati si sono susseguiti per rappresentare il Regno di Sardegna e, successivamente, il nuovo Regno d’Italia. Tra questi, figure come il conte Edoardo Crotti di Costigliole, il marchese Ermolao di San Marzano e il conte Alberto Lupi di Montalto hanno avuto un ruolo di rilievo nel rafforzare i legami diplomatici tra le due nazioni.

Con l’unificazione dell’Italia, le relazioni diplomatiche si stabilizzano, sebbene il governo belga mostri una certa reticenza nel riconoscere il nuovo Regno. Ciononostante, a partire dal 1861, il rapporto si consolida definitivamente. Nel 1917, in seguito agli sviluppi susseguenti al Primo conflitto mondiale, la Legazione italiana a Bruxelles viene elevata al rango di Ambasciata, con il principe Mario Ruspoli di Poggio Suasa, quale primo

Il fidanzamento del principe Umberto di Savoia con Maria Josè del Belgio

Ambasciatore d’Italia in Belgio.

Il Belgio, a sua volta, eleva la propria rappresentanza a Roma a livello di Ambasciata nel 1919, con il conte Werner Maria Josephus Ghislenus Van den Steen de Jehay come primo Ambasciatore presso la Corte Sabauda. Il consolidamento delle relazioni bilaterali prosegue anche con eventi significativi. Si menziona, a mo’ d’esempio, il fidanzamento del principe Umberto di Savoia con Maria José di Sassonia Coburgo, figlia del re Alberto del Belgio. Fidanzamento celebrato a Bruxelles nel Palazzo Caraman Chimay, sede di molte cerimonie diplomatiche italiane.

Ambasciata d’Italia a Bruxelles

Nel tempo odierno, l’Ambasciata d’Italia a Bruxelles rappresenta un punto di riferimento fondamentale per i legami tra i due Paesi. Situata in Rue Joseph II, n. 24 – 1000 Bruxelles, l’Ambasciata svolge un ruolo cruciale nelle relazioni politiche, economiche e culturali tra Italia e Belgio. Oltre a rappresentare gli interessi italiani, l’Ambasciata è anche un attivo centro di cooperazione, trattati e scambi. Con un focus peculiare su istituzioni europee e Nato, situate nella capitale belga.

Dal secondo dopoguerra, l’Ambasciata italiana a Bruxelles è diventata una sede di grande importanza. Non solo per i contatti ufficiali ma anche per le occasioni di rappresentanza culturale, scientifica ed economica. La sede di Rue Joseph II è un punto di incontro privilegiato per i massimi esponenti della vita politica, istituzionale e imprenditoriale italiana. E anche per la promozione degli interessi del nostro Paese all’interno delle strutture comunitarie e internazionali.

Le residenze diplomatiche italiane e le visite ufficiali tra Italia e Belgio

Volendo altresì affrescare le nuances storiche, si intende dedicare uno scorcio alle residenze divenute ribalta di molteplici incontri e azioni volti alla prosperità delle interazioni diplomatiche tra Italia e Belgio. Nello specifico, da quasi cinquant’anni, il Palazzo Bauffremont, situato in Via San Teodoro a Roma, è uno dei luoghi simbolo delle relazioni tra i due Paesi. Questo imponente edificio offre incantevoli vedute sul cuore storico della capitale e ambienti decorati con pregiati arazzi di Malines, una delle capitali dell’arte tessile. Gli arazzi orientativamente risalgono al XVI secolo, in pieno Rinascimento fiammingo.
L’edificio ospita incontri ufficiali di alto livello, e rappresenta un punto di riferimento privilegiato per la promozione dei legami bilaterali tra i due Paesi. In particolare, il Palazzo Bauffremont, sede dell’Ambasciata belga in Italia, ha svolto e continua a svolgere un ruolo determinante nelle visite di Stato. E anche negli incontri tra i Capi di Stato e nei contesti diplomatici legati agli sviluppi delle politiche comunitarie e internazionali.

Oltre al Palazzo Bauffremont, suggestiva sede di rilevanza architettonico-artistica, si cita la penultima residenza belga presso il Quirinale, Villa Doria Pamphilj. A seguire, si menziona anche Villa alle tre Madonne, sede dell’Ambasciata belga presso la Santa Sede. Nonché la chiesa di san Giuliano dei Fiamminghi di cospicuo interesse storico-artistico.

Si rinsaldano i rapporti tra Italia e Belgio

La funzione del palazzo si inserisce in un quadro di rapporti che hanno radici profonde, come reiterato dal 1832. Da quel momento, le relazioni diplomatiche tra i due Paesi si sono accresciute. I rapporti di fatto nel tempo si sono rinsaldati ancor di più dopo il 1957, quando l’Italia e il Belgio divengono membri fondatori della Comunità Economica Europea (oggi Unione Europea).

In questo lungo percorso storico, le visite di Stato hanno sempre rivestito una grande importanza cerimoniale, costituendo i momenti più elevati delle relazioni diplomatiche. Le visite di Stato, invero, sono contraddistinte da un protocollo solenne che coinvolge i capi di Stato, i ministri degli Esteri e i membri governativi delle rispettive delegazioni. Queste occasioni, segnate da cerimonie di arrivo e partenza, pranzi di gala, e incontri politici bilaterali, sono accompagnate da scambi di doni e decorazioni. Permettendo di consolidare il dialogo politico, economico, culturale e scientifico. La cerimoniosità e l’etiquette, unitamente alla solennità di questi momenti, celebra l’amicizia tra i due Paesi. Ma delinea anche oltremodo opportunità per definire strategie comuni su temi di rilevanza bilaterale e cosmopolita.

Il ruolo dell’Ambasciata d’Italia a Bruxelles

In un contesto coevo, l’Ambasciata d’Italia a Bruxelles gioca un ruolo centrale nelle dinamiche europeiste. L’ambasciatore d’Italia, così, prepara con altera responsabilità le eventuali interazioni e visite, avendo cura dei dettagli. La metodica è fondamentale. Si procede con un palinsesto ben preciso: dalla documentazione politica ed economica agli aspetti logistici degli incontri e dei colloqui, con l’ausilio di uffici ad hoc. Inoltre, la rappresentanza diplomatica italiana non si limita alla gestione di contatti bilaterali. Ma si impegna anche nella promozione della cultura italiana, nell’organizzazione di eventi scientifici e culturali, nonché nel favorire il dialogo tra le preminenti istituzioni europee e internazionali, in primis con la Nato.

In un mondo sempre più globalizzato e interconnesso, anche le residenze storiche italiane all’estero, unitamente alle altre sedi diplomatiche, diventano vere piattaforme di dialogo internazionale. In più, questi edifici, custodi di un patrimonio artistico e architettonico di straordinario valore, sono considerati asset strategici, in quanto testimoniano la storia millenaria della civiltà italiana. Ma anche in quanto sono funzionali alla costruzione di alleanze politiche e economiche a livello globale.

“Le residenze diplomatiche non sono solo sedi di incontri ufficiali, ma sono diventate luoghi di scambio culturale e collaborazione internazionale, dove l’Italia promuove i suoi valori e la sua identità, favorendo il dialogo tra le diverse culture. In più, la valorizzazione del patrimonio storico e artistico delle rappresentanze diplomatiche italiane è essenziale per proiettare l’Italia nel panorama internazionale, mettendo in evidenza la ricchezza e la diversità della sua cultura”. (Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini).

Ambasciate: potenti luoghi di cultura, aggregazione e centri di progettualità

Inoltre, le ambasciate possiedono l’allure di luoghi d’arte. Esse sono, pertanto, vettori di indissolubile sinergia di tradizione diplomatica e patrimonio culturale. La loro funzione ben si concilia con un pensiero di convergenza, aggregazione, centro di progettualità. In tal caso, le ambasciate si profilano come prosceni di raffinata movenza ed eleganza dei rispettivi Paesi e popoli. Il loro fascino inesausto si riflette nell’adozione di un linguaggio diplomatico che, attraverso il tempo, continua a trasmettere la profondità della relazione tra i Paesi, testimoniando il passato e l’evoluzione dei legami in atto.

Le ambasciate, dunque, non sono solo istituzioni formali, bensì suggestivi salotti culturali. Sono spazi di incontro, che alimentano la continua interazione tra popoli. In più, valorizzando le memorie, si incide sul presente con un’eloquenza intensa e significativa.
In questo contesto, i legami italo-belgi, rafforzati dalla Comunità europea, continuano a influenzare positivamente la storia e l’evoluzione dell’Europa, formulando a latere dialoghi su realtà globalizzate.

Sala del Lucernaio, Palazzo Avenue Lagard, Belgio

Tra le memorie, ad esempio, si enunciano le celebrazioni protese alla significazione e rievocazione storica. Così, al fine di commemorare fatti storici, i siti d’ambasciata divengono protagonisti assoluti. Si riferisce in merito al festeggiamento dedicato ai cent’anni di vita del Palazzo di Avenue Legrand (prestigiosa sede storica della rappresentanza diplomatica d’Italia in Belgio a partire dal 1919 ed esempio di stile neo-classico artistico-architettonico), e al 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

La celebrazione degli eventi ha, di fatto, giovato sia alla valorizzazione dei vincoli storici già ricordati, sia alla prosecuzione relazionale Italia – Belgio. Infine, fruendo di una locuzione del maggior vate d’Italia, Dante Alighieri, le celebrazioni possono definirsi frutto di un “intelletto d’amore”. Le tradizioni e le funzioni della diplomazia, sia italiana che belga, non solo perseguono logiche secolari, ma continuano a essere motori vitali di una comunità culturale e diplomatica di alto profilo internazionale.

Rapporti diplomatici: competenze delle istituzioni ministeriali e forze di polizia interessate

Nell’ambito della gestione dei rapporti diplomatici ha voce in capitolo un particolare ministero, ossia il Ministero degli Affari Esteri o Maeci. In particolare, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Farnesina) si occupa delle relazioni internazionali dell’Italia, gestendo i rapporti politici, economici, sociali e culturali con l’estero. La sua rete diplomatico-consolare, che include ambasciate, consolati e istituti di cultura, supporta vari settori chiave. Si cita, invero, il rafforzamento delle relazioni internazionali, la sicurezza energetica, la rappresentanza nell’integrazione europea. Poi la promozione del Made in Italy, la cooperazione scientifica e culturale, la tutela degli italiani all’estero e la gestione dei visti.

Il ministro Antonio Tajani

Inoltre, il Ministero promuove la cooperazione allo sviluppo e garantisce la comunicazione istituzionale con il pubblico e i media. L’attuale ministro del Maeci nonché vice presidente del Consiglio dei Ministri è Antonio Tajani. La sua carriera spazia dal giornalismo alla politica, con un forte impegno per l’Unione Europea. Tra le sue attività istituzionali, si passa in rassegna quella di commissario europeo per i Trasporti e per l’Industria.

Tajani ha avuto anche un ruolo di primo piano nel Parlamento europeo, con la carica di presidente dal 2017 al 2019, avendo cura della difesa comune europea, del rilancio dell’economia e del dialogo interreligioso. Egli ha promosso azioni di solidarietà in favore delle vittime di calamità naturali e progetti di beneficenza. Si impegna tout court con iniziative politiche e sociali a livello nazionale e internazionale.

Inoltre, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Farnesina) svolge un ruolo cruciale nella gestione dei rapporti internazionali dell’Italia e nella sicurezza delle sue missioni diplomatiche e consolari. Una delle principali forze di polizia operanti all’interno di questa rete è il Comando Carabinieri Maeci, una delle componenti della quarta forza armata italiana.

Il comando Carabinieri Maeci

I Carabinieri del Ministero degli Esteri vengono istituiti tramite decreto interministeriale Esterni/Difesa n. 957 del marzo 1999. Essi rappresentano un reparto dipendente in linea diretta dal Comando unità mobile e specializzato “Palidoro”, posto alle dipendenze funzionali del Ministro degli Affari Esteri, mediante il segretario generale.

In più, si riferisce che il reparto è specializzato nella vigilanza e sicurezza di sedi sensibili, come il Palazzo della Farnesina, Villa Madama, e l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. Il loro compito si estende anche alla protezione delle sedi diplomatiche e consolari italiane all’estero. Il Comando Carabinieri Maeci è strutturato in sezioni operative, logistiche e affari generali, unitamente a unità di sicurezza e vigilanza, per l’ausilio di protezione di sedi nazionali e supporto nelle missioni all’estero.

Il comandante attuale del Comando Carabinieri Maeci è il generale di Divisione Marco Mochi. Egli guida questa struttura fondamentale che svolge un ruolo cruciale nel garantire l’incolumità del personale diplomatico e nella protezione dei luoghi simbolo delle relazioni internazionali dell’Italia. L’operato dei Carabinieri Maeci è, infatti, essenziale per il buon funzionamento delle operazioni diplomatiche italiane, che si sviluppano in un contesto internazionale sempre più complesso e interconnesso.

Corsisti del Master in Cerimoniale, Galateo ed Eventi Istituzionali dell’università “La Sapienza” di Roma

Il cerimoniale de “La Sapienza” di Roma all’ambasciata italiana a Bruxelles

In chiosa, tra le altre cose, si menziona un’esperienza formativa effettuata in seno all’Ambasciata italiana a Bruxelles. In particolare, si rammenta che, nella prima decade di febbraio, l’Ambasciata d’Italia a Bruxelles ha ospitato i corsisti del Master in Cerimoniale, Galateo ed Eventi Istituzionali de “La Sapienza Università di Roma”, offrendo loro un’opportunità unica di apprendimento sul campo. L’incontro ha consentito ai partecipanti di approfondire le dinamiche del cerimoniale diplomatico, gli aspetti del protocollo e l’organizzazione di eventi istituzionali, avvalendosi della testimonianza diretta dei funzionari dell’Ambasciata.

Per l’evenienza, in rappresentanza dell’ambasciatore d’Italia nel Regno del Belgio, Federica Favi, è intervenuto il segretario legato Isidoro Nigri. Quest’ultimo, dopo i rituali saluti, ha aperto l’incontro con una panoramica sulle principali attività diplomatiche italiane in Belgio e illustrato le pratiche protocollari e cerimoniali diplomatiche.

In particolare, ha condiviso l’importanza di alcune linee guida fondamentali, menzionando persino il Dpcm del 2008, in merito “alle disposizioni che disciplinano le prescrizioni protocollari regolanti le cerimonie d’iniziativa istituzionale a ogni livello e autorità pubblica”. Il segretario legato Nigri ha comunque affermato che, al di là delle norme statuite per profondere una puntuale gestione degli eventi ufficiali, bisogna sempre fare affidamento su “buon senso e sensibilità culturale”. Questi ultimi, in realtà, sono elementi essenziali nella diplomazia, determinanti per raggiungere l’esito positivo di qualsivoglia iniziativa calendarizzata.

Le Ambasciate centri istituzionale e di cultura

La lectio ha anche sottolineato il valore delle ambasciate, luoghi di fascino secolare, aggregazione e dialogo. Le ambasciate, de facto, non sono semplicemente centri istituzionali, bensì spazi in cui la cultura e l’arte si fondono per promuovere la comprensione e la cooperazione internazionale. Le tradizioni cerimoniali, sia italiane che belghe, continuano a influenzare positivamente le relazioni tra i due Paesi, specialmente in ambito europeo.

In realtà, si può finanche parlare di “arte della diplomazia, correlata al cerimoniale” che, in un processo osmotico, si congiungono per divenire un tutt’uno e applicarsi come materia coincidente e unitaria. Infine, secondo il pensiero dell’ambasciatore Favi, il cerimoniale rappresenta una delle challenge più affascinanti della diplomazia contemporanea. Giacché diviene, secondo il paradigma del sincretismo, sinergia di tradizione e innovazione, in un perpetuo dialogare tra passato, presente e futuro.

Luisa Trovato