Un incontro per contrastare il fenomeno dilagante della ludopatia, quello che si è tenuto pochi giorni fa nell’ Aula Magna del Liceo classico Gulli e Pennisi di Acireale. Ma anche un occasione per analizzarne cause, conseguenze e implicazioni, perché è ormai assodato che la scuola rappresenta il migliore strumento per creare le basi della consapevolezza.
“La dipendenza da gioco: evidenze scientifica, pratica clinica e risoluzione del danno economico” è il titolo del convegno organizzato dalla Diocesi di Acireale. In particolare dall’Ufficio Pastorale per la Salute diretto da Vera Presti, e dall’ avv. Maria Falcone, referente OCC Unes APS Catania – Caltagirone, in collaborazione con l’UOC Servizio Territoriale Dipendenze Patologiche dell’ Asp di Catania, diretto dal dott. Fabio Brogna.
Ha portato i saluti istituzionali la dottoressa Valentina Pulvirenti, assessore alle Politiche sociali e Salute del comune di Acireale.
Comportamenti additivi e le dipendenze senza sostanza
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la “dipendenza patologica” come “condizione psichica, talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo e una sostanza, caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni che comprendono un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i suoi effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione”.
Le dipendenze possono essere provocate da sostanze o essere comportamentali. Quando una dipendenza diventa patologica, la sostanza o l’oggetto della dipendenza assume un ruolo centrale nella vita dell’individuo, che arriva a compromettere la propria salute, fisica e psicologica, e le proprie relazioni.
Infatti negli ultimi anni il concetto di Dipendenza patologica si è ampliato fino a includere i cosiddetti comportamenti additivi o dipendenze senza sostanza. In questo ambito rientra la ludopatia, un fenomeno sociale che si è rivelato ampiamente diffuso e di grande interesse generale.
Le tematiche argomentative
Il convegno si inserisce nel filone delle iniziative di impegno nei confronti della ludopatia. A tal fine è necessario sottolineare come le normative approvate nei vari contesti regionali, quali disposizioni per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico, abbiano introdotto alcune importanti novità per la prevenzione e la cura di questa dipendenza. Un fenomeno in crescita, anche a causa di una pubblicità ubiqua, di un’offerta sempre più diversificata di servizio e della facilità di accesso alle stesse.
L’ incontro ha visto la partecipazione di numerosi esperti in materia, autorevoli rappresentanti istituzionali locali, oltre ad esponenti di associazioni di volontariato impegnate nel sociale. Il delicato tema della ludopatia, grazie all’ intervento degli emeriti relatori coinvolti, è stato affrontato da angolazioni diverse.
Nel corso del convegno sono stati presentati i risultati degli studi condotti sulla popolazione adulta e sulla popolazione studentesca, a livello regionale e nazionale. Le analisi epidemiologiche e le prospettive di intervento illustrate, hanno fornito una panoramica approfondita della diffusione del gioco d’azzardo e delle sue forme più problematiche, contribuendo, come supporto empirico, a promuovere politiche efficaci e risposte di salute pubblica .
L’obiettivo è stato quello di informare sull’entità di un fenomeno in rapida ascesa che ha pesanti ricadute sul tessuto sociale, sanitario ed economico e di proporre una panoramica sulle risposte approntate a livello non solo regionale e nazionale, ma anche e soprattutto a livello locale, nei vari contesti sanitari, legali e scolastici. Ha offerto, infatti, l’opportunità di conoscere meglio i servizi del territorio per affrontare la patologia del gioco d’azzardo e i suoi effetti devastanti su persone e famiglie.
Cos’è la ludopatia
Sul sito del Ministero della Salute si legge che la ludopatia è “ l’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o di fare scommesse, nonostante l’individuo che ne è affetto sia consapevole che questo possa portare a gravi conseguenze”.
La ludopatia, definita patologia nascosta, in quanto non si palesano segni evidenti come nelle dipendenze da sostanze, presenta come ogni altra malattia dei sintomi. Il gioco d’azzardo può causare disturbi psico-fisici, tra cui la depressione, l’ansia e le tendenze auto-distruttive. Altri fattori possono essere associati al giocatore patologico, ovvero abuso di droga, disturbi dell’umore e della personalità, deficit di attenzione e iperattività. Nei casi più estremi, inoltre, la malattia del gioco compulsivo può portare persino al suicidio. Si rende necessario perciò fornire una pratica assistenziale continuata nel tempo, oltre che un supporto di carattere anche psicologico.
Gap e contenuti pubblicitari
Stimolato da una propaganda pubblicitaria fuorviante, il ludopatico continua imperterrito nella sua delirante attività. Nonostante il nostro paese abbia adottato una legislazione rigorosa per la regolarizzazione della pubblicità delle attività legate al gioco d’ azzardo, soprattutto con il Decreto Dignità che vieta “qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro”, sfortunatamente, contenuti riguardanti il gioco d’azzardo sono ancora presenti nei nostri media ed è comune imbattersi in contenuti che procurano informazioni sulle attività legate ad esso.
Pandemia e Gap tra i giovani:
Il fenomeno sociale della ludopatia ha subito un peggioramento nel tempo, interessando sempre più persone. Si tratta di una piaga che colpisce sia i giovani che gli adulti, che devasta l’individuo e particolarmente le giovani generazioni, a causa dei tanti giochi online disponibili.
Problematiche, purtroppo di grande attualità e urgenza, che colpiscono adolescenti e anziani, a prescindere da ogni considerazione e che, durante la pandemia da COVID 19, si sono acuite. La pandemia, se da un lato ha limitato il gioco nelle postazioni dal vivo, ha comportato l’abbassarsi della soglia d’età avvicinando i giovanissimi al gioco virtuale. La pandemia ha fatto registrare un notevole aumento del gioco on line, così un problema un tempo considerato da ricchi, è oggi divenuto la piaga dei più poveri.
Gap e disastro finanziario: legge 3/2012
Una piega che coinvolge non solo il giocatore, ma anche la famiglia, dilaniandone i rapporti e le finanze. Il ludopatico, in effetti, incorre alla perdita incontrollata delle proprie risorse economiche, contraendo debiti ai quali non sarà in grado di far fronte. Il giocatore convulsivo che si trova in una situazione di insolvenza ha diritto ad accedere alla legge 3/2012 per salvarsi dai debiti. Può avvalersi della normativa sul sovraindebitamento e proporre il cosiddetto piano del consumatore.
Confermato che “la dipendenza dal gioco d’azzardo costituisce ormai patologia psichiatrica riconosciuta”, e questo non può escludere la meritevolezza intesa come assenza di colpa grave, malafede o frode (art. 7, comma 2, lett. D ter L. 3/2012), possono essere applicati i principi per la valutazione del merito creditizio della società finanziaria.
La prevenzione
L’approccio al gioco d’azzardo è ormai sempre più precoce e le azioni di prevenzione assumono un carattere di fondamentale importanza per evitare che si cada nella spirale della patologia.
La morbilità, i rischi e gli effetti dovuti a questa grave patologia, sono spesso minimizzati. Aderire ai percorsi terapeutici e alle campagne di prevenzione e sensibilizzazione permette di individuarne precocemente i sintomi, perché si sa ‘la prevenzione è la prima forma di cura’.
Conclusioni
Le conclusioni sono state affidate a mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Cesi. Il vescovo Raspanti ha dichiarato: “ Il valore sociale è un tema complesso. La dipendenza provoca menzogna e vergogna e questo può portare a un deficit intellettivo. Il servizio degli esperti, dei volontari e delle organizzazioni caritative è pertanto prezioso e apprezzato”.
Programma e relatori
Avv. Manfredi Zammataro (Consumi d’azzardo. Lettura di un fenomeno in ascesa)
Dott.ssa Carmela Dinaro (Dipendenza GAP: dalla normalità alla patologia)
Dott.ssa Filomena Galano (Scuola e prevenzione. Intervento nelle scuole del territorio dell’ASP di Catania)
Dott.ssa Marisa Acagnino, Magistrato Tribunale di Catania ( Il sovraindebitamento e rimedi possibili”
Avv. Maria Falcone, Referente OCC Unes APS Catania- Caltagirone (Il gioco d’azzardo patologico nel piano di ristrutturazione del debito)
Dott. Orazio Lorenzo Barbagallo, Componente CNDCEC Sovraindebitamento e procedure minori e referente OCC UNES APS, MT (Funzione OCC).
Ha moderato l’incontro il dottore Fabio Brogna, Direttore UOC servizio territoriale dipendenze patologiche.
Rita Vinciguerra