Un disturbo molto comune ma poco riconosciuto, che affligge la salute delle donne è il disturbo disforico premestruale. “Il disturbo disforico premestruale non è la classica sindrome premestruale – afferma Elisa Erin Bonomo, cantautrice e chitarrista veneziana intervistata sul tema. – È tutto nella tua testa, ti dicono, e te lo ripeti anche tu. Milioni di donne e persone mestruano nel mondo ogni giorno, non è il caso di farne un dramma, pensi. Finché qualcuna ci mette la voce: dice che qualcosa non va, insiste; si uniscono altre voci e, all’improvviso, c’è un coro di donne a dire che quel dolore non è normale. La scienza conferma. E tu non sei più sola. Lo abbiamo visto succedere con l’endometriosi, la vulvodinia, la dismenorrea. È ora di farlo accadere anche con il disturbo disforico premestruale”.
Salute / Disforia
Lo psichiatra e psicoterapeuta Nicola Gianmarco Ponsillo spiega la patologia: “Per disforia si intende un sentimento spiacevole. Definito spesso come malumore, ma connotato per lo più come depressione, tensione, ansia, scontentezza e pessimismo. Inoltre, al quadro affettivo si associa anche la tendenza a reagire esageratamente a stimoli esterni e interni, con scarsa capacità di autocontrollo, che può tradursi in aggressività, collera e ira. Il termine disforico viene attualmente utilizzato soprattutto per il disturbo disforico premestruale, sindrome che comprende sintomi dell’umore e comportamentali associati a sintomi fisici. Questo quadro sintomatologico si manifesta all’inizio del ciclo mestruale”.
Salute / Sindrome Premestruale e Disturbo Disforico Premestruale
La sindrome premestruale (PMS, Premenstrual Syndrome) rappresenta un insieme di sintomi fisici e psicologici che iniziano a manifestarsi parecchi giorni prima dell’inizio del ciclo mestruale e che di solito terminano qualche ora dopo il suo inizio. Invece il disturbo disforico premestruale (PMDD, Premenstrual Dysphoric Disorder) è una forma di PMS, le cui manifestazioni sono così gravi da interferire con le attività lavorative e sociali o con la vita di relazione. Poiché a questa sindrome sono stati riferiti molti sintomi, quali cattivo umore, irritabilità, gonfiore e tensione mammaria, risulta difficile darne una definizione. Il disturbo disforico premestruale affligge fino all’8% delle donne in età fertile e, come indicato nei manuali MDS e dall’associazione ITA-PMS, può portare a forme di depressione maggiore e al suicidio.
Salute / Disturbo Disforico Premestruale, l’esperta
“A livello diagnostico esistono differenti forme di depressione – spiega la psicoterapeuta, psicologa e istruttrice di Mindfulness, Marta Vittoria Ferrari. – Ma ce n’è una che interessa esclusivamente le donne. E che si presenta associata ai complessi e delicati cambiamenti ormonali legati al ciclo mestruale: è il disturbo disforico premestruale. Una ben conosciuta e frequente condizione è la sindrome premestruale, caratteristica della fase premestruale del ciclo. Le sue manifestazioni fisiche e psicologiche sono così note, sia alle donne che agli uomini, da essere persino oggetto d’ironia e autoironia”.
“Questa condizione, legata ai cambiamenti ormonali normali della seconda parte del ciclo mestruale, influisce sia a livello fisico che psicologico. Manifestandosi appunto con un insieme di sintomi fisici ed emotivi caratteristici: gonfiore e dolore al seno, dolori muscolari, ritenzione idrica, stanchezza, irritabilità, calo dell’umore, dolori addominali. Tanto è nota la sindrome premestruale, tanto spesso è meno saputo che, in base alla gravità dei sintomi, all’interferenza degli stessi sulla vita quotidiana, questa condizione può diventare a tutti gli effetti un vero e proprio disturbo dell’umore. Dalla semplice e comune sindrome premestruale lieve, al meno frequente, ma più grave Disturbo Disforico Premestruale”.
Salute / Disturbo Disforico Premestruale, sintomi
“Chi soffre di disturbo disforico premestruale presenta, nella maggior parte dei cicli mestruali, almeno un sintomo prevalente, quale: sbalzi d’umore, irritabilità, depressione e ansia. A questi sintomi prevalenti si aggiungono altri sintomi necessari per la diagnosi, quali: calo dell’interesse per le attività solitamente piacevoli, difficoltà di concentrazione, mancanza d’energia, sonnolenza, aumento dell’appetito, problemi del sonno, sintomi fisici come gonfiore al seno, sensazione di “gonfiore” generale, dolori muscolari”.
“Per diagnosticare il Disturbo Disforico Premestruale, è necessario che si presentino almeno cinque sintomi nella settimana precedente alle mestruazioni. Sintomi che solitamente iniziano a migliorare alla comparsa del ciclo e scompaiono nella settimana successiva dello stesso. Esiste quindi una forma di depressione al femminile correlata ai cambiamenti ormonali. Ma questi sarebbero chiamati in causa, insieme alla predisposizione genetica e a fattori ambientali di rischio. Quali stress, eventi di vita traumatici, aspetti socioculturali di ruolo di genere”.
Salute / Disturbo Disforico Premestruale, testimonianza di Elisa Erin Bonomo
“Ho la disforia premestruale. In Italia è una malattia sotto diagnosticata – afferma Elisa Erin Bonomo. – E’ una sorta di PMS molto più invalidante che oltre a una forte dismenorrea dà un forte affaticamento emotivo e cognitivo. Uno dei metodi più efficaci per l’accettazione della disforia è l’auto-analisi.
Grazie a un banalissimo Mi-Fit circa un anno fa ho cominciato a registrare tutti gli strani sintomi: pre-ciclo, rash cutanei, congiuntivite, episodi depressivi, afasia, insonnia e ipersonnia, astenia, ansia, attacchi di panico e fortissimi dolori alla schiena”.
“Ho ridotto drasticamente le mie uscite extra-lavorative. Ho tenuto ciò che riuscivo a sostenere. E più il tempo passava, più quello che riuscivo a sostenere diventava sempre meno. – Non mi riconoscevo più e faticavo a parlarne. Un po’ perché se sto male tendo a stare sotto il guscio, ma soprattutto perché mi mancavano le forze per farlo. La molla che ha fatto scattare la mia ricerca è che dopo i 14 gg pre-ciclo e dopo le mestruazioni tornavo l’Elisa che conoscevo. – Nel corso di quest’anno ho fatto accertamenti per capire se avessi l’endometriosi, altra malattia poco conosciuta, ma l’esito fortunatamente è stato negativo”.
“La malattia è un tabù – conclude, – come pure tutto ciò che avviene nel nostro corpo/mente prima, durante e post-ciclo. Forse se avessimo una corretta educazione sessuale smetteremmo di dire e di dirci che una donna pre-ciclo è solo molto arrabbiata o molto triste. E che allora deve mangiarsi tanto cioccolato o piangere davanti a un film romantico. – Sto aspettando di capire come questa cura influirà su di me. Ma nel momento in cui ho dato un nome e cognome a questo pesante bagaglio invisibile ai più le cose sono migliorate molto”.
Rebecca Charamah