L’appuntamento con la festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, ha offerto anche quest’anno l’occasione di una conferenza, come ormai d’abitudine presso i locali della chiesa del Sacratissimo Cuore di Gesù in Acireale. Tema dell’importante convention è stato quest’anno ‘La comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro’. Moderata da don Marco Catalano, direttore dell’ufficio diocesano Comunicazioni Sociali, la conferenza vedeva la presenza del dott. Giuseppe Di Fazio, capo redattore del quotidiano ‘La Sicilia’ di Catania, della prof.ssa Anna Bella, responsabile diocesana U.C.S.I., e di mons. Guglielmo Giombanco, Vicario generale della diocesi.
Mons. Giombanco, porgendo agli intervenuti il saluto a nome proprio oltre che del vescovo, auspicava una collaborazione di reciprocità e sostegno tra diocesi e mass-media per una comunicazione autentica e pienamente fondata sulla verità.
Il dott. Di Fazio affermava che, nonostante il Papa abbia necessariamente collegato i concetti di ‘comunicazione’ e ‘prossimità’, nell’era della comunicazione digitale sembra essersi totalmente smarrita proprio l’idea di ‘prossimo’, nonostante Internet faciliti l’immediata connessione con il mondo intero.
L’aspetto fondante del lavoro del giornalista resta, comunque, la notizia. Se già san Francesco di Sales affermava che la notizia debba esprimere né più né meno che la verità, il che vale ancor più oggi nell’era della comunicazione digitale, ci si chiede se, alla luce delle moderne tecnologie, serva ancora la figura del giornalista tradizionale; dentro ogni notizia, infatti, c’è una profondità non facilmente immaginabile, per cui il ‘tutto e subito’ non sempre può rivelarsi efficace.
La prof.ssa Anna Bella, porgendo il saluto a nome proprio oltre che del presidente regionale U.C.S.I. Giuseppe Vecchio, ribadisce come san Francesco di Sales sia un santo veramente attuale, in quanto aiuta l’uomo contemporaneo ad essere coerente con la verità, per la costruzione di un mondo più giusto. Proprio questa coerenza di stile ha sicuramente ispirato i non pochi giornalisti che, al servizio della verità, hanno offerto persino la propria vita.
A conclusione degli interventi, don Marco Catalano auspica che i giornalisti possano essere dei ‘facilitatori di cultura’, su un terreno comune di confronto e crescita reciproca tra mittente e fruitori della comunicazione.
Nando Costarelli