San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, apprezzato predicatore in vita

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Pubblichiamo il testo dell’intervento della prof.ssa Anna Bella, incaricata dell’Unione Cattolica Stampa Italiana, in occasione della festa di S. Francesco di Sales, protettore dei giornalisti, svoltasi ad Acireale, nel salone della parrocchia Sacro Cuore di Gesù, il 24 gennaio 2013.

La statua di San Francesco di Sales che si venera nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù
La statua di San Francesco di Sales che si venera nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù

“Il Santo protettore dei giornalisti, il Santo della dolcezza, nella sua straordinaria vita, c’insegna come il rapporto con Dio in ogni evenienza è fonte di gioia e, in caso di pericolo, con la preghiera si viene aiutati e talvolta si verifica un miracoloso intervento. A tal proposito, un episodio, riportato dal parroco di San Sulpizio di Parigi, nella sua biografia, tradotta in italiano nel 1987, è molto singolare. Perseguitato dagli eretici più accaniti, il suo comportamento, ardito e insieme prudente, lo fa sfuggire a situazioni di morte, quando, lasciato l’inaccessibile castello di Allinges, prese fissa dimora a Thonon, nella casa della signora du Fong, vedova del procuratore fiscale dello Chablais e amica della famiglia di Sales, che lui onorava con il nome di madre: il suo obiettivo mirava ad essere di sostegno ai nuovi convertiti al cattolicesimo e dare occasione a quanti erano nel dubbio di fare lunghe conversazioni con lui di notte, perché di giorno non ne avevano il coraggio. Gli eretici adirati gli tesero un agguato:di notte , armati, intendendo toglierselo di mezzo, forzarono la porta ed entrarono in casa, mentre san Francesco vegliava pregando: si rifugiò in un nascondiglio che la signora gli aveva preparato, secondo la testimonianza di alcuni cittadini, secondo altri Dio lo rese invisibile. Non avendolo trovato, gli assassini dissero che Francesco di Sales era un incantatore, perché solo con la magìa era riuscito a scomparire.Il carattere di san Francesco di Sales traspare da una lettera inviata al papa Paolo V, che gli aveva chiesto il suo parere sul suo amico Giovenale Ancira, vescovo di Saluzzo,  morto in concetto di santità. Secondo il biografo citato, il Santo dipinge se stesso, ne cito qualche significativo passo : «Ammiravo in lui l’unione di una scienza profonda con un’umiltà ancor più profonda, la gravità nei gesti e nelle parole con una grazia e una modestia perfette, la devozione con una squisita cortesia… In tutto non cercava che Gesù Cristo e la maggior gloria di Dio… Non si può esprimere l’amore e la venerazione che gli tributava il suo popolo, affascinato dalla nobile affabilità e dalla sua inesauribile bontà verso tutti.»

La parola di San Francesco di Sales è apprezzata moltissimo nella francese città intellettuale di Grenoble, dove viene invitato per la seconda volta a predicare l’Avvento e la Quaresima. Alcuni ritenevano che predicare due anni di seguito nella stessa città, di notevole calibro intellettuale, costituisse una forte imprudenza, perché si sarebbe ripetuto, dando occasione di ritorsioni agli eretici. San Francesco lapidariamente risponde: “Dovrei temere se predicassi me stesso. Ma io voglio predicare Gesù Cristo e la sua gloria”. Infatti la sua predicazione è di nuovo un grande successo, anche se i calvinisti lo ingiuriavano e lo disprezzavano. Il re Luigi XIII gli accorda, su sua richiesta, alcune importanti concessioni.

San Francesco di Sales, anche se sono passati quattro secoli dalla sua scomparsa, avvenuta il 28 dicembre 1622, dopo 20 anni di consacrazione episcopale, è una gemma preziosa nella corona dei Santi, continuando ad essere, oggi più che mai, in tempi di estrema persecuzione ateistica in vari Paesi del mondo, un esempio fulgido che illumina il cammino di uomini e donne”.

 

 

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