In occasione della commemorazione di San Sebastiano, il vescovo Raspanti invita i fedeli a riscoprirne la forza. Una festa come da programma, quella del compatrono della città di Acireale, caratterizzata in questo tempo segnato dal Covid-19 dagli aspetti più intimamente religiosi. A causa della pandemia in corso, la comunità è stata infatti costretta, per motivi di sicurezza, a rinunciare ad alcune consuete tradizioni, ma non alla memoria devota al martire.
San Sebastiano, “oltre la crisi”
Andando oltre la “crisi” contingente, si è trattato infatti di una ricorrenza peculiare per l’intera comunità, seguita grazie alle nuove tecnologie di comunicazione. Il rettore della Basilica, don Vittorio Rocca ha ricordato, durante l’apertura della Cappella del venerato simulacro, avvenuta alle ore 7.30 a Basilica chiusa e in diretta streaming, la solennità dei 500 anni della devozione degli acesi verso il santo bimartire, che liberò Acireale dalla peste.
San Sebastiano: le parole di don Vittorio Rocca
“Anche oggi Acireale ed il mondo intero sono colpiti da una nuova pestilenza e da un nuovo contagio – dichiara don Vittorio – che ci fa scoprire deboli, fragili e nella sofferenza. Ci ritroviamo a vivere una terribile attualità ed ancora una volta abbiamo bisogno del nostro santo protettore, del comandante che mette in fuga ogni male”. A seguire, prima di chiudere nuovamente la cappella e permettere la celebrazione delle Sante Messe, come da programma, ha concluso a nome di tutti, malati e sofferenti, di coloro che si rivolgono con particolare fede a San Sebastiano e per i defunti a motivo del virus, con l’atto di affidamento al santo compatrono.
San Sebastiano: Raspanti invita a resistere al Covid
Alle ore 11, invece dell’uscita tradizionale del simulacro, si è celebrato, alla presenza delle autorità cittadine, il pontificale di mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, che ha sottolineato la forza e l’ardimento di questo giovane militare: “Fortezza, coraggio e profondità etica sono i sentimenti del santo che hanno fatto sì che il nostro popolo si rivolgesse a lui.
Questi principi gli hanno permesso di prepararsi ad una nuova lotta, fatta non di armi e forza fisica, ma di coraggio, affidandosi a Dio piuttosto che agli uomini, nel suo caso agli imperatori. Riconosce Dio al di sopra di tutti, e ciò significa che gli uomini sono tutti uguali e degni di rispetto”.
San Sebastiano: Raspanti affida la città al santo
Il vescovo ha continuato facendo riferimento al momento complesso e complicato del presente che ci vede impotenti di fronte al Covid: “Il distanziamento sociale imposto per la nostra salute crea disorientamento, il rarefarsi delle relazioni ci frastorna e senza di esse ci impoveriamo, ci indeboliamo e ci scoraggiamo. San Sebastiano ci dà la forza di non rimanere a terra colpiti dai flagelli e dalla pandemia, che sta mietendo vittime. In Cristo dobbiamo trovare la forza di rialzarci, di non essere vinti ma vincitori nello slancio, nel desiderio, negli ideali e nella testimonianza. La luce di Cristo ci rende invincibili; si può soccombere fisicamente come Sebastiano, ma vincere in Cristo”.
Raspanti: ricordare forza di San Sebastiano
Nella Messa – conclude – Dio e gli uomini si incontrano in Cristo. La nostra fiacchezza e debolezza le mettiamo tra le braccia di Sebastiano. Con lui ci presentiamo a Cristo perché le nostre membra siano rinforzate e le nostre menti trovino la vittoria. Chiediamo che i nostri affetti resistano al distanziamento fisico attraverso l’unione in Cristo. Andremo incontro a mesi incerti ma sento la forza dello Spirito che ci spinge ad andare avanti. Guardiamo e ricordiamo la forza di Sebastiano, andiamo avanti con Cristo per vincere e non rimanere schiacciati”.