Il decreto ministeriale 77/22 sulla riforma della Sanità, come abbiamo esaminato nel precedente articolo, deve dare attuazione ad una parte assai consistente del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Si tratta della cosiddetta Mission 6, la riforma, appunto, e la riorganizzazione dell’assistenza socio-sanitaria territoriale
Per Acireale, la condizione da approntare per attuare la riforma è molto favorevole. Perché sono già da tempo in funzione edifici perlopiù attrezzati, sia logisticamente che strutturalmente alla bisogna. Naturalmente occorreranno delle necessarie integrazioni e/o modifiche in ordine alla composizione del Personale. E in ordine al completamento di unità mediche operative e relativa strumentazione, gestione della degenza e dell’accoglienza.
In dettaglio, ad Acireale ci sarebbero già le strutture per ospitare il Centro-direzionale del distretto, la Casa di comunità e l’Ospedale di comunità.
Sanità, ad Acireale le strutture adatte alla riforma
- IL vasto edificio “ EX Inam “ di via Paolo Vasta, dove alloggiare la Centrale Operativa Territoriale (Cot), cuore del Distretto , baricentro della riforma quale articolazione di gestione e coordinamento della rete dei servizi sanitari e sociosanitari territoriali appare certamente compatibile con la funzione richiesta.
- L’edificio “Ex Ipab Oasi Cristo Re “ in via Maddem, è anch’esso per struttura e formazione professionale ben indicato come Casa di Comunità che dovrà operare sotto la direzione del Distretto. E costituisce il Nodo centrale della rete dei servizi territoriali sanitari e socio-sanitari dove dovranno operare in modo integrato e multidisciplinare equipe di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, infermieri, assistenti sociali e altri professionisti.
Si distinguono in Case di Comunità “HUB” (una ogni 40-50 mila abitanti) e “SPOKE” che devono garantire presidio medico e assistenza infermieristica. E altri servizi come il punto unico di accesso, il servizio di assistenza domiciliare, servizi diagnostici di base, così come l’integrazione con i servizi sociali.
Sanità, il PTA di Acireale utile per la riforma
- IL PTA (Presidio territoriale di assistenza) di via Martinez, ad Acireale, è già ottimamente funzionante come poliambulatorio e prima assistenza. Può essere completamente adibito alla bisogna del fondamentale Ospedale di Comunità trasferendo le locazioni amministrative all’edificio di Via Paolo Vasta “ ex Inam “potendo così avere cura di gestire i 20 posti letto previsti, svolgendo la fondamentale funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero con la finalità di evitare ricoveri ospedalieri impropri e di favorire dimissioni protette . E, inoltre, organizzare l’Unità di continuità assistenziale (Uca ) composta da un medico e un infermiere ogni 100 mila abitanti. E l’assistenza domiciliare essenziale fulcro dell’assistenza territoriale che rappresenta il principale investimento del Pnrr.
L’ impianto complessivo della Legge è eccellente ma restano ancora aperti nodi importanti. A partire dalle risorse e dal personale, senza lo scioglimento dei quali la riforma rischia di essere un’occasione persa. Non risolvendo così il problema della disparità regionale. E non riportando la sanità privata al suo ruolo complementare e non competitivo di quella pubblica.
Spendere bene i miliardi disponibili
Con oltre 20 miliardi di euro ( di cui 2 miliardi già solo per realizzare 1.350 Case della Comunità, radicandole su tutto il territorio nazionale) tra PNRR, React Eu e Piano Complementare, questa Miission offre la concreta possibilità di trasformare l’emergenza sanitaria e rafforzare e rilanciare la sanità pubblica.
Si aggiungano 1 miliardo stanziato dalla legge di bilancio dell’anno scorso per il territorio. Oltre i 480 milioni nel decreto 40/2020 per assumere 9.600 infermieri di famiglia. Non bene utilizzati secondo le linee-guida europee si rischia di perdere cotanto, cospicuo finanziamento.
La politica, quindi, non ha alibi. In particolare, la Regione siciliana che ha competenza primaria sul piano legislativo e attuativo, può dimostrare finalmente di essere uscita dalla fase di madre corrotta delle mafie. E delle clientele che l’hanno sin qui avvelenata.
Rosario Patanè
Comp. Direttivo nazionale “Liberacittadinanza”