Iniziativa promossa dalla Fondazione banco farmaceutico onlus, in collaborazione con Federfarma e Cdo Opere sociali. Coinvolte oltre 3.500 farmacie in 97 province e in più di 1.200 comuni. Nelle farmacie che partecipano all’iniziativa sarà possibile acquistare e donare farmaci da automedicazione che verranno destinati ai 1.576 enti caritativi convenzionati. C’è spazio anche per l’industria
Quando anche l’acquisto di un farmaco diventa un lusso che non ci si può più permettere. La crisi continua a mordere e la spesa sanitaria dello Stato, in particolare quella farmaceutica, a contrarsi, mentre aumenta la spesa a carico dei cittadini. L’Italia stringe sempre più la cinghia e si trova dover fare i conti con un volto della povertà forse ancora poco noto ai più, ma in costante aumento: la povertà sanitaria che impedisce a quasi tre milioni di persone di comperare medicine, anche quelle con prescrizione medica. Tra questi 50mila persone con disabilità. Una fotografia desolante, scattata dalla Fondazione banco farmaceutico onlus che sabato 14 febbraio, in collaborazione con Federfarma e Cdo Opere sociali, promuove in tutta Italia la XV Giornata di raccolta del farmaco (Grf 2015).
Oltre 3.500 farmacie. La Giornata coinvolgerà oltre 3.500 farmacie in 97 province e in più di 1.200 comuni; si svolgerà anche nella Repubblica di San Marino, e quest’anno, per la prima volta, pure a Campobasso, Rieti e Pistoia. Nelle farmacie che aderiscono all’iniziativa sarà possibile acquistare e donare farmaci da automedicazione che verranno destinati ai 1.576 enti caritativi convenzionati (associazioni di volontariato o di promozione sociale, fondazioni, cooperative sociali, enti morali ed enti religiosi) che assistono oltre 400mila persone. Nel 2014 la richiesta di medicinali da parte di questi enti è aumentata del 3,86% passando dalle 2.943.659 confezioni richieste nel 2013 alle 3.057.405 dell’anno scorso. Lo rivela lo studio “Donare per curare” dell’Osservatorio sulla donazione dei farmaci del Banco farmaceutico, svolto in collaborazione con Acli, Caritas nazionale, Ufficio Cei per la pastorale della salute e Unitalsi, ed elaborato a partire da un campione di 46 enti convenzionati con il Banco, dispensatori di farmaci e selezionati in base alla completezza e alla qualità dei dati forniti. Numeri allarmanti ma di cui non stupirsi dal momento che, secondo l’Istat, nel nostro paese 10.048.000 persone, pari al 16,6% della popolazione, vivono in condizioni di povertà relativa e, tra questi, 6.020.000 sono poveri assoluti. Ad essere assistiti dal Banco farmaceutico sono soprattutto adulti (59,3%), meno numerosi i bambini (22%) e gli anziani (18,7%). La popolazione assistita è composta soprattutto da immigrati (60,2%) e in misura inferiore da italiani (39,8%), in prevalenza maschi (54,3%), con l’eccezione dell’Italia centrale dove è maggiormente rappresentata la popolazione femminile. In 14 anni, durante la Giornata sono stati raccolti oltre 3.400.000 farmaci, per un valore superiore ai 20 milioni di euro.
Coinvolte anche 30 industrie. Di Giornata 2015 come “momento importante” per rispondere “all’aumento della povertà sanitaria”, parla Paolo Gradnik, presidente Fondazione Banco farmaceutico, secondo il quale occorre tuttavia “un’alleanza virtuosa tra settore profit, no profit e istituzioni”. Alle donazioni dei privati vanno infatti sommate quelle provenienti dalle industrie farmaceutiche. Dal 2007, attraverso il know-how di Banco farmaceutico research, il Banco è riuscito a coinvolgere 30 aziende che regalano le proprie eccedenze sulla base del fabbisogno degli enti assistenziali convenzionati. Il volume di queste donazioni ha sfiorato nel 2013 il milione di confezioni (dal 2007 ad oggi +1345%), ma esse devono fare i conti con una serie di vincoli normativi e burocratici che, secondo il Banco, sarebbe opportuno modificare per rendere più efficiente il processo decisionale e la programmazione operativa. Di qui l’urgenza dell’approvazione, dopo anni, della proposta di legge – il cui iter è attualmente fermo – sulla donazione dei farmaci da parte delle aziende, sulla scorta della cosiddetta “Legge del buon samaritano” in materia di povertà alimentare.
Recupero farmaci. Un paradosso tutto italiano è lo spreco dei farmaci: tonnellate di medicinali inutilizzati (ma ancora validi), abbandonati nei cassetti delle nostre case. Il terzo fronte su cui si muove il Banco attraverso un progetto di recupero. All’interno delle farmacie che aderiscono all’iniziativa sono posizionati appositi contenitori di raccolta in cui ognuno può lasciare i medicinali, correttamente conservati nella loro confezione originale integra, di cui non ha più bisogno. Attualmente l’iniziativa è partita nel comune di Roma in 43 farmacie, a Milano e hinterland in 55, a Varese e provincia in 4, e a Torino in 100.
Giovanna Pasqualin Traversa