Percorrendo l’antica strada di collegamento tra Acireale e le sue limitrofe località balneari, sovrastato dal costone lavico che costituisce la riserva naturale della Timpa, affacciato sul mare cristallino e immerso in una cornice paesaggistica di superba bellezza, si estende il borgo marinaro di Santa Maria la Scala.
Le case dei pescatori e le dimore di villeggiatura conferiscono al paesaggio un’aurea fiabesca che scaturisce da un particolare binomio architettonico. Nella distribuzione degli spazi, tra le abitazioni della borghesia acese e quelle delle antiche famiglie indigene.
La località rivierasca si estende in una porzione del territorio delle Aci tra i più incontaminati e ricchi di cultura. L’ appezzamento di terra si raccoglie intorno al suggestivo porticciolo detto Scalo Grande. Ed è delimitato a nord da un vecchio mulino ad acqua, alimentato anticamente dalla sorgente di Miuccio e a sud dalla pietra lavica della Grotta delle palombe.
L’incantevole borgo si staglia in un paesaggio architettonico seicentesco costituito dall’austero prospetto della chiesa della Madonna della Scala. Questo, abbellito da un portale barocco in pietra lavica nera, racchiude tra le sue navate opere pittoriche di grande valore.
Al suo interno, infatti, è possibile ammirare la tela della Madonna della Scala con Santa Venera e Santa Tecla di Giacinto Platania. E anche gli ovali del Cuore di Gesù, San Giuseppe e Santa Tecla realizzati da Michele Vecchio.
Due parroci importanti per Santa Maria La Scala
La primitiva chiesa è da tempo immemorabile fulcro di aggregazione per gli “ scaloti”. I pescatori, che si incontrano sul porticciolo a tessere le reti da gettare in mare, mantengono altresì chiara memoria di due figure tanto carismatiche quanto amati dai fedeli.
Si tratta dei due più noti parroci della “Scala”, don Carmelo Musumeci che nel 1935 contribuì all’allargamento della chiesa e don Alfio Maccarone. Quest’ultimo fu presente, nel 1956, all’improvviso scoppio di alcuni petardi, preparati per la festività della Madonna della Scala. Usciti incolumi, gli scaloti e il giovane parroco, in segno di devozione e riconoscenza, decisero di costruire una stele con in cima l’immagine della Vergine.
La stessa devozione è ritratta in quadretto realizzato dal pittore Cannavò. Reca la scena di un precedente evento miracoloso, avvenuto nel 1908 durante il maremoto provocato dal terremoto di Messina. L’opera presenta gli abitanti che dalla riva implorano la protezione di Maria sulla barca in balia delle onde del mare.
Da quella stessa riva più tardi inizierà l’epopea di tante famiglie di poveri pescatori. Spaventati dalla miseria del dopoguerra e pronti ad affidare le proprie ambizioni al mare di cui erano figli. Le peregrinazioni verso porti pescosi ebbero inizio nei primi decenni del 900. Quando tra gli “ scaloti’ si diffuse la voce della possibilità di un grande pescato in una città oltreoceano che allora non era nemmeno dotata di un porto: Mar del Plata.
A personaggi come Alfio Greco, detto Alfio Spada e al giovane Giochino Pennisi, si unirono molte altre famiglie.
Le migrazioni unirono Santa Maria La Scala a Mar del Plata
Nel 1950 si contava un agglomerato urbano di circa 250 nuclei familiari di Santa Maria La Scala a popolare Mar del Plata, un gruppo legato alle proprie tradizioni e al culto della Madonna della Scala. Tra le due comunità, quella acese e quella argentina, si stabilì un rapporto amichevole di reciproco sostegno. Se la comunità acese fece arrivare agli scaloti d’oltreoceano un fercolo identico a quello di origine da portare in processione, da Mar del Plata giunse l’aureola con le 12 stelle della Madonna della Scala. Fu l’intraprendenza, la collaborazione e la devozione di queste famiglie a legare indelebilmente la storia di Santa Maria la Scala a Mar del Plata. Il mare della Sicilia all’oceano dell’America latina, l’isola del sole alle terre del fuoco.
A questo filo invisibile che celebra l’ alleanza fra generazioni diverse, fatto di storie e legami che travalicano il tempo e lo spazio, è dedicata la conferenza in programma ad Acireale venerdì 9 giugno alle ore 18:30, dal titolo “ Santa Maria La Scala, ponte tra la Sicilia e l’Argentina”, frutto del gemellaggio tra le due città, Acireale e Mar del Plata.
L’incontro, organizzato da Lions Club Acireale con Lions Club International, si terrà al Palazzo di Città di Acireale, nella Sala Stampa “Vito Finocchiaro”. Interverranno il parroco di Santa Maria La Scala, don Francesco Mazzoli, e il giovane italo-americano Braian Shub Mattera, chiamato a dare testimonianza di una secolare storia di immigrazione e coraggio.
Rita Vinciguerra