Danzano al ritmo dettato dalla banda, che le accompagna con la caratteristica “annacata”. Sono le candelore dedicate e offerte ai santi protettori in Sicilia. Si tratta di ceri votivi dalle grandi dimensioni, tenute in equilibrio da diversi portatori, che a partire dal Settecento si sono trasformati in autentici capolavori d’arte attraverso l’inserimento di decorazioni, fiori, stendardi, luci e statue con scene della vita dei santi.
Le candelore più famose e numerose accompagnano la patrona di Catania Sant’Agata. Anche Acireale ha le sue candelore dedicate alla patrona Santa Venera. I ceri delle antiche corporazioni acesi hanno avuto una vita travagliata fatta di momenti di grande splendore e altri di totale oblio, seguendo l’andamento della festa di Santa Venera. I ceri più antichi sono quattro ai quali nel 2000 si è aggiunto il cereo degli artigiani da diversi anni lasciato in un magazzino in attesa di un corposo restauro.
I quattro ceri di Santa Venera
Costruita alla fine del 1700 la candelora dei Calzolai è il primo cereo offerto a Santa Venera e all’inizio era intitolato a S. Crispino. È in stile veneziano, unico nel panorama delle candelore siciliane. I pannelli sono dipinti, secondo una incerta tradizione, dal Vasta. Quattro angeli svolazzanti sono nel terzo ordine. Sono presenti inoltre diverse statue di santi. Per anni nella seconda metà del Novecento il cero dei calzolai è stato curato dall’acese Salvatore Grasso, soprannominato” Ciccitto”, che gestiva un negozio di scarpe in corso Umberto. Alla base si trova lo stemma di Acireale con il castello di Acicastello e i faraglioni di Acitrezza.
Il secondo cereo che sfila in processione, precedendo il fercolo con Santa Venera, è la candelora dei panettieri e dei falegnami. Realizzata all’inizio dell’Ottocento è caratterizzata dalla presenza di interessanti rappresentazioni sulla vita di Santa Venera raffigurata nel martirio e nella gloria. Nella candelora sono collocate le statue di San Francesco di Paola, San Michele, l’Immacolata e San Sebastiano.
La terza candelora in ordine di realizzazione è quella dei pescivendoli, ultimata nella seconda metà dell’Ottocento. Alla base si trovano delle pitture del castello di Aci e lo stemma della città. Sono presenti oltre alla patrona Santa Venera i santi legati al mare quali San Francesco di Paola e San Pietro, intervallati da scene della vita di Santa Venera. Una serie di angeli che reggono ghirlande completa l’ordine più alto dove spicca il cero sormontato da una lampada.
Infine accompagna Santa Venera nelle processioni, ricordando l’antica funzione delle candelore che illuminavano il percorso processionale, la candelora dei muratori in stile barocco. Il cereo ha quattro cariatidi che sorreggono la parte finale della candelora. Quattro sono le statuette portate in processione: Santa Venera, il gruppo statuario dell’Annunciazione, San Sebastiano e San Vincenzo Ferreri patrono della corporazione. Scene del martirio e della vita di Santa Venera sono presenti nel secondo ordine.
Le candelore espressione di fede e folklore
Le candelore acesi sono un patrimonio artistico da custodire. Ai ceri delle antiche corporazioni sono legate diverse tradizioni da salvaguardare e tramandare. Già diversi giorni prima della festa di Santa Venera, il 26 luglio, le candelore visitano diversi quartieri della città con il classico movimento ondulatorio a ritmo della banda.
Un appuntamento che ormai è diventato una partecipata tradizione è il Galà dei Cerei, quest’anno in programma sabato 20 luglio in piazza Porta Gusmana. Le quattro candelore per l’occasione si esibiranno nelle tradizionali “annacate” tra la meraviglia dei presenti. La manifestazione di quest’anno sarà dedicata alla memoria di Vincenzo Pulvirenti, prematuramente scomparso, che ha dedicato tanto tempo della sua vita alla valorizzazione delle candelore acesi.
Antonio Trovato