Nel cine teatro Eliseo di Santa Venerina si è svolta una serata che ha tanto emozionato e divertito il pubblico presente.
Temi dello spettacolo sono stati la vita travagliata e le bellissime canzoni che ci ha lasciato Rosa Balistreri, artista icona del canto popolare siciliano, venuta a mancare a 63 anni nel settembre 1990.
Direttore, il musicista Luca Ambrosio, diplomato in pianoforte e clavicembalo presso il conservatorio Bellini di Catania. Il maestro D’Ambrosio da qualche anno approfondisce il repertorio tastieristico italiano del Rinascimento e Barocco. È presidente dell’associazione OBS – Orchestra Barocca Siciliana.

Interprete la bravissima Debora Troìa accompagnata alla chitarra classica da Tobia Vaccaro, il musicista della Balistreri.
La cantante ha conosciuto il direttore grazie a “Cimbalu d’Amuri”, progetto dell’associazione Musicamente sul Barocco siciliano in cui cantò sia in spagnolo che in siciliano. Lo spettacolo andò benissimo e così continuò la collaborazione con il progetto “Rosa, la cantatrice del Sud” e continuerà con un nuovo spettacolo il 4 maggio 2025 a Siracusa su un nuovo tema.
Rosa Balistreri, icona femminile della musica popolare
Questo progetto artistico vuole valorizzare il patrimonio della cultura e delle tradizioni siciliane, attraverso la figura di una delle più importanti icone femminili della musica popolare.
Durante la serata tante sono state le canzoni interpretate, a cominciare dal primo brano “Canto di pesca”. Che è un canto di lavoro che ricorda i pescatori e le tonnare. Tanti altri furono i canti di Rosa su mestieri importanti e faticosi di allora.
Tra un canto e l’altro, Debora emoziona la platea, raccontando la vita umile e difficile di Rosa. Le immagini sono state montate dal bravissimo regista siciliano Ludovico Leone.
Racconta di un matrimonio combinato, di continue violenze subite da Rosa, ma parla soprattutto di forza e dignità di questa donna, che riuscì a portare avanti anche una figlia avuta con il marito “Iacchinazzu”, come lo chiamava lei.
Una brava artista che poi si trasferisce a Firenze dove conosce nomi importanti, come Dario Fo. Si presenta a San Remo, ma la canzone non viene accettata perché espressione di un ambito musicale specifico, e non apprezzabile dai più.
Negli ultimi anni ha il piacere di ritornare nella sua Sicilia. E mai si fermerà di cantare.

Rosa Balistreri interpreta in un video nenie natalizie
Alla fine della serata interviene il preside in pensione Giovanni Vecchio. Ed introduce un video registrato dal medico Salvo Sciacca. Grande emozione suscita questa videoregistrazione, in cui la Balistreri canta le sue nenie natalizie dedicate al Bambin Gesù. Il filmato si riferisce al dicembre 1989 e lo spettacolo si tenne in quello che è l’attuale centro diurno. Da poco, infatti, stava sorgendo questa bella realtà a Santa Venerina dedicata alla terza età. Emozionante è stato anche vedere i volti di concittadini che non sono più con noi.
A fine serata, gli interventi del sindaco Santo Raciti e dell’assessore alla Cultura Rosario Di Maria che ringraziano gli artisti e li omaggiano con un libro di Sebastiano Gesù, docente di grande spessore culturale, venuto a mancare qualche anno fa.
L’idea di promuovere questi spettacoli è del consigliere Oriana Di Prima che, con una fitta serie di telefonate, ha ottenuto questa ed altre serate precedenti.

Una grande sfida
Debora racconta che è un mezzosoprano e fu onorata di conoscere la Balistreri grazie alla sua insegnante americana Elisabeth Smith. La docente, che vedeva le sue doti, per scuoterla le pose una sfida: creare uno spettacolo su una cantante siciliana, proponendole proprio la figura di Rosa Balistreri.
Debora allora si documentò, ascoltò tutti i suoi canti, lesse vari libri, ascoltò delle testimonianze.
Riferisce: “Lacrime di gioia sgorgavano dai miei occhi. Rosa mi stava insegnando con la sua vita ad andare avanti nonostante tutto, a non mollare, a non abbattermi, a lottare con tutte le forze per il raggiungimento di un obiettivo. Mi ha insegnato, attraverso il suo canto di rabbia e ribellione, il coraggio che noi donne possediamo nell’affrontare le sfide che la vita ci pone”.
Debora è mezzosoprano, Rosa contralto dalla voce pastosa e possente. “Con mia piacevole sorpresa – spiega la cantante – mi trovo a mio agio a cantare i suoi brani nelle sue stesse tonalità. Nel mio spettacolo narro e canto la sua vita, pensando a due brani in particolare: “Cantu e cuntu” e “Quannu moru”.
Continua citando questi versi di Rosa: “Grapu li pugna, cuntu li dita, restu cu sugnu scurru la vita”. Versi che incoraggiano ad essere se stessi, cercando di creare valore nella vita, percorrendola a testa alta con coraggio, fatica, ma anche con amore e generosità, che lei possedeva.
La manifestazione ha avuto una buona partecipazione, ma l’afflusso potrebbe essere maggiore. Sono queste belle realtà da apprezzare e valorizzare al massimo. Occasioni culturali per fare “rete”, che aiutano a mantenerci in salute, perché la cultura è nutrimento della mente e dell’anima.
Adele Maugeri