Nell’aula magna dell’Istituto Comprensivo di Santa Venerina, si è tenuta la prima conferenza del quarto ciclo “Santa Venerina fra storia, letteratura, arte e tradizione”. Il progetto, inserito nel piano dell’Offerta formativa della scuola, è stato ancora una volta organizzato e condotto dal preside Giovanni Vecchio, in collaborazione con la dirigente scolastica Mariangiola Garraffo, l’assessorato alla Cultura e P.I. di Santa Venerina e l’associazione “Sto.cu.svi.t.” (Storia, Cultura e Sviluppo Territoriale).
La serata è stata avviata con la proiezione del filmato “Piccola Grande Italia”, puntata dedicata a Santa Venerina dall’agenzia “Family Life”, trasmessa da Sky e Rai International.
Divisa in tre momenti “Oggi”, “Ieri”, “Domani”, la conferenza si è basata, per il primo punto, sulla vita di madre Venera Sapienza, suora canossiana originaria di Santa Venerina e maestra del ricamo in oro. Novantatre anni compiuti, con lucidità e spigliatezza ha risposto alle domande del preside, svelando,tra l’altro, di aver scoperto la propria vocazione a soli quattordici anni, nel lontano 15 agosto 1934; sebbene i genitori avessero altri progetti per la loro figlia unica, madre Venera ha dichiarato di non essersi mai pentita di questa scelta: “Andai in chiesa per una “visitina” al Signore, fu lì che Egli mi chiese di restar sua per sempre”.
Per molto tempo si è fermata in paese per poter assistere la madre, rimasta sola. Nell’Istituto delle suore canossiane di Aci Bonaccorsi fa tutt’oggi da maestra a delle signore che vogliono perseguire l’arte del ricamo in oro, lavoro non semplice e faticoso. Le varie tovaglie per gli altari delle chiese di Santa Venerina sono state lavorate dalle sue mani, così come lo stendardo di Santa Venera e tanti altri; le sue opere si trovano in tutta la Sicilia orientale e persino a Roma nella casa centrale delle Canossiane e in Giappone. Nell’ambito laico si onora di aver realizzato lo stendardo della Provincia Regionale di Catania. Durante la serata è stato possibile sfogliare un catalogo riportante decine di sue preziose opere originali.
Alla domanda di Vecchio: “Cosa consiglia ai giovani?”, l’umile madre ha risposto: “Ringrazio il Signore, io sfrutto ciò che Lui mi dà, senza la sua grazia non posso far nulla, bisogna aver fede e molta elasticità, non bisogna mai mollare al primo errore”.
Come ringraziamento le è stata offerta una pergamena consegnatale da Domenico Strano (presidente Sto.cu.svi.t.) e dal sindaco Enrico Pappalardo; in essa si evidenziano la testimonianza di vita di fede, la sublime arte del ricamo in oro, l’amore per Santa Venerina, suo paese natìo, lo spontaneo dono di suoi beni alla comunità (ha donato, infatti, alla parrocchia S. Venera la casa paterna con annesso cortile, oggi utilizzata per incontri delle confraternite e dai giovani per campionati di pallavolo e pallacanestro), la sua disponibilità all’accoglienza e all’ascolto. Infine, il poeta locale Giovanni Grasso le ha dedicato una poesia in dialetto siciliano.
Gesuele Sciacca (voce e chitarra), con Franco Pulvirenti (fisarmonica), Daniela Greco e Francesca Sciacca (voci) hanno curato gli intermezzi con l’esecuzione di poesie cantate di Leopardi e Pascoli e alcune inedite del preside Vecchio.
Durante il secondo momento della conferenza, “ieri”, si è omaggiato il professor Giuseppe Cutuli, preside originario di Monacella e padre della giornalista del Corriere della Sera, Maria Grazia Cutuli, uccisa in Afghanistan il 19 novembre 2001. Il Cutuli, scomparso nel 2010, ha lasciato una raccolta di poesie, “Il deserto”, e un saggio sul poeta Santo Calì di Linguaglossa. Della raccolta sono state lette alcune liriche da Teresa Maccarrone e Franco Cannata, come “Sale nell’anima”, “Notturno”, “Ho visto prati verdeggianti”, “Solo amore”.
“Il colto preside dell’istituto “Carducci” di Catania viveva per la cultura, lo trovavo sempre immerso nella lettura” – queste le parole del cugino dr. Vito Cutuli, che ha portato un’importante testimonianza sulla personalità e sull’ impegno culturale del congiunto.
L’ultimo momento in programma, “domani”, è stato dedicato al giovane di Santa Venerina Giuseppe Grasso, che ha frequentato la “Swansea University” del Galles (Gran Bretagna”) conseguendo il Bachelor of Arts in Philosophy, Politics and Economics (PPE), equivalente alla nostra laurea triennale. Con lui si è parlato dei suoi studi all’estero e di intercultura, nonché delle prospettive per il futuro. Egli ha sottolineato che il contatto con culture e mentalità diverse consente di definire meglio la propria “italianità” ed ha aggiunto: “Mi sento arricchito da questa esperienza per due motivi, sono infatti riuscito da un lato ad adattarmi ad altre culture e tradizioni, senza perdere la mia identità siciliana, la quale è uscita fuori sempre di più grazie al contatto con altri Paesi”.
Infine, i saluti e i ringraziamenti di Domenico Strano e dello stesso preside Vecchio, il quale ha anche ricordato l’importante evento del 9 marzo prossimo, la seconda edizione di “Femminile Plurale”, che mira a portare alla ribalta donne del luogo che si sono affermate in ambito artistico e professionale. La manifestazione si svolgerà nella“Casa del Vendemmiatore” e sarà ospite l’attrice Guia Jelo.
Nhora Caggegi