Prevenire è meglio che curare. E se stiamo parlando di una tensostruttura come quella di via Aldo Moro a Santa Venerina, meglio conosciuta come “Chiesa tenda”, ciò vale ancora di più. E questo perché, se da un lato ha rappresentato, dal post terremoto ad oggi, un punto di ritrovo per le comunità parrocchiali del centro, specie quelle di Bongiardo e del Sacro Cuore, seppur con gioie e disagi, dall’altro, ha finito per essere ultimamente il luogo deputato a sede parrocchiale per i fedeli della chiesa del Sacro Cuore dell’omonimo quartiere. Certo, una tensostruttura è destinata a funzionare in un periodo breve, giusto il tempo dell’emergenza. Se poi a lungo andare viene meno la manutenzione necessaria, la situazione peggiora fino a precipitare .
Così di fatto è stato, perché i vistosi squarci sull’intera copertura, la precarietà del pavimento e i danni esterni alla struttura hanno sancito la chiusura della chiesa tenda, chiusura che – a sentire gli umori dei parroci interpellati – si spera momentanea. I primi danni riportati dalla struttura a causa delle intemperie, nonostante i continui reclami delle due comunità parrocchiali, sono rimasti inascoltati. L’ultima Messa è stata celebrata domenica 25 settembre. Da quel giorno la chiesa tenda è diventata inaccessibile. Il disagio venutosi a creare in seguito a questa chiusura ha coinvolto soprattutto i fedeli del Sacro Cuore. Nel tendaggio si sono venuti a formare veri e propri buchi e il pavimento versa in condizioni pietose, fa sapere il giovane Paolo D’Aquino di quella parrocchia.
Il neo parroco, don Pietro Turrisi, incalza aggiungendo che «a causa di tale chiusura molti fedeli sono dispersi». Per loro la Diocesi ha pensato una soluzione, per la verità assai discutibile: quella di accorparli momentaneamente alla parrocchia matrice Santa Venera. Don Pietro Turrisi, pur rispettando tale scelta e apprezzando l’accoglienza e la disponibilità del parroco della matrice Can. Alberto Nicita, non nasconde le perplessità e i disagi che lui e i suoi fedeli vivono in questo momento. Invoca, a tal proposito, una consegna celere della tensostruttura perché anche i fedeli del Sacro Cuore possano vivere la loro parrocchia conservandone l’identità. Recentemente la Protezione civile, sollecitata dal primo cittadino di Santa Venerina Enrico Pappalardo, ha dichiarato che la tensostruttura potrà tornare fruibile per le festività natalizie.
Paradossalmente, invece, l’inaccessibilità della chiesa tenda, per la comunità parrocchiale di Bongiardo, ha rappresentato una valida occasione per trasferirsi nel complesso di via Princessa, reso più ampio e accogliente da alcuni lavori condotti da don Antonello Russo e i suoi parrocchiani. Qui, i fedeli hanno avuto già da tempo la possibilità di ritrovarsi come parrocchia nella loro parrocchia. Infatti, subito dopo il terremoto del 2002, la diocesi di Catania, da cui dipende la parrocchia di Bongiardo, ha fornito una prima struttura per garantire ai fedeli l’esercizio della Santa Messa. Quella struttura è stata anno dopo anno resa migliore e ampliata, «esclusivamente grazie ai contributi dei parrocchiani di Bongiardo e al sostegno di una parrocchia di Catania», fa sapere Salvatore Raciti, della parrocchia di Bongiardo.
«Come parrocchia condividiamo il disagio dei parrocchiani del Sacro Cuore e questo ci dispiace- aggiunge il Raciti- il quale sottolinea il totale disinteresse per la tensostruttura mostrato in questi anni che ha comportato questa chiusura forzata e precauzionale. «Rientrare nella nostra chiesa sarà un dramma, perché è rimasto ben poco” conclude il Raciti , rammaricandosi per lo stato di immobilità dei lavori inerenti la settecentesca chiesa sita in piazza Regina Margherita. Chissà cosa penseranno i fedeli del Sacro Cuore che, privi della tensostruttura e trasferiti nella parrocchia matrice di Santa Venera, possono solo sperare che la durata dei lavori della chiesa sita in piazza Regina Elena, non vada oltre l’estate prossima. Solo allora una comunità parrocchiale, un paese intero, vedrà finalmente risplendere la monumentale chiesa del Sacro Cuore di Gesù.
Domenico Strano