Santa Venerina / Migrazione e accoglienza: al Premio Cutuli la voce dei giornalisti di frontiera. Mimmo Lucano alla tavola rotonda

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Da sx: Francesco Faranda, Sabina Cutuli, Salvatore Greco, Giuseppe Vecchio

La migrazione, la fascia più debole dei bambini, i minori non accompagnati e il tema dell’accoglienza. C’è l’attualità più stretta al centro della quattordicesima edizione del Premio Internazionale di Giornalismo intitolato a Maria Grazia Cutuli, l’inviata del Corriere della Sera uccisa in Afghanistan il 19 novembre del 2001. L’edizione annuale è stata presentata mercoledì in conferenza stampa, nella Direzione del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania

La giuria ha proclamato vincitori di questa edizione:

  • la giornalista Dina Ezzat (per la sezione “Stampa Estera”), vice caporedattore del settimanale egiziano in inglese Al Ahram weekly, abbinato al quotidiano Al Ahram. Attualmente Ezzat scrive anche per l’edizione web Al Ahram Online. Ha intervistato personaggi di livello mondiale come il presidente Mohammed Khatami, i leaders palestinesi Yasser Arafat e Mahmoud Abbas, il primo ministro israeliano Shimon Peres, i leaders iracheni prima e dopo la guerra del 2003, i leaders di Hamas in seguito alla loro ascesa al potere a Gaza;
  • il giornalista Fabrizio Gatti (per la sezione “Stampa italiana”), dal 2004 inviato e giornalista investigativo per il settimanale “L’Espresso”. Ha svolto, da infiltrato, numerose inchieste lungo la rotta dell’immigrazione illegale dall’Africa all’Europa, sul capolarato in agricoltura e nell’edilizia, sulle scarse condizioni igieniche negli ospedali, sulla “cricca” degli appalti pubblici e sui naufragi nel mar Mediterraneo;
  • Stefania D’Ignoti  (per la sezione “Giornalista siciliano emergente):  24 anni, di Catania,  da maggio 2017 giornalista freelance specializzata in questioni mediorientali. Si è occupata di rifugiati, religione e diritti delle donne. Nel giugno scorso ha vinto la Jerusalem Press Club fellowship per i giovani corrispondenti dal Medio Oriente e ha trascorso tre mesi sul campo in zone di conflitto, come Cisgiordania e le alture del Golan.

Il premio Maria Grazia Cutuli – ha detto il sindaco Salvatore Greco – è molto importante per la cittadina di Santa Venerina, importanza che rischia, forse, di essere un po’ sottovalutata. Il Comune organizza il premio con impegno. Sentiamo l’obbligo morale di continuare ad organizzarlo anche perché le spoglie di Maria Grazia sono seppellite a Santa Venerina, nel piccolo cimitero di Dagala del Re. E’ molto bello che a Santa Venerina vengano giornalisti provenienti da tutta Italia ma anche da tutto il mondo a ritirare questo premio che è anche occasione per svolgere momenti di approfondimento e di dibattito su temi importanti ed attuali”.

Il Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania, Giuseppe Vecchio, presso i cui locali è stato presentato l’evento, ha manifestato l’entusiasmo dell’Università nella sua partecipazione in qualità di partner dell’evento: “L’Università di Catania  si sente onorata di collaborare con il Comune di Santa Venerina nell’organizzazione del premio. Scienze Politiche non è la facoltà in cui Maria Grazia si è laureata ma è, tuttavia,  il luogo in cui si svolgono studi di carattere internazionale ed in particolare studi orientati alle problematiche del Mediterraneo e delle zone asiatiche di cui Maria Grazia è stata testimone”.

Il segretario del premio Francesco Faranda, per anni segretario di redazione del Corriere della Sera, pilastro e presenza imprescindibile dell’evento fin dalla sua istituzione, ha ricordato la storia del premio e il motivo per cui il premio fu assegnato per la prima volta nel 2005 nonostante l’idea della sua istituzione fosse maturata subito dopo la morte di Maria Grazia avvenuta nel 2001: “La difficoltà a far partire il premio – ha spiegato Faranda – fu determinata dal terremoto del 2002 che rese inagibili molte strutture pubbliche tra cui il municipio. Il Premio fu istituito nel 2004 ma si svolge per la prima volta nel 2005, quando era stata già avviata la ricostruzione di molti edifici pubblici e si era usciti dalla situazione fortemente emergenziale”.

Presente alla conferenza stampa di presentazione del Premio anche Sabina Cutuli, sorella di Maria Grazia,  che  ha sottolineato quanto sia importante il premio per tenere alto il ricordo della sorella barbaramente uccisa mentre svolgeva il suo lavoro di giornalista e raccontava al mondo la condizione dell’Afghanistan in quel periodo.

La cerimonia di premiazione, si legge dal comunicato del comune, si svolgerà sabato 24 novembre a Santa Venerina, alle ore 18.30, al Teatro Eliseo (Via Vittorio Emanuele 273).

Nel corso della serata, condotta dalla giornalista Daiana Paoli di Rai News 24,  si terrà un dibattito sul tema drammatico della migrazione,  con una speciale attenzione rivolta ai bambini e soprattutto ai minori non accompagnati e al tema dell’accoglienza.  Al dibattito parteciperanno  Enzo Bianco, vicepresidente del Comitato Europeo delle Regioni, Carmela Pace, vicepresidente UNICEF Italia, e Mimmo Lucano, sindaco di Riace.

Come nelle precedenti edizioni, la cerimonia ufficiale del Premio Maria Grazia Cutuli sarà preceduta da una mattinata di studio con lezioni magistrali tenute dei tre vincitori, alle ore 10.00, a Catania, nella sala conferenze del Polo Didattico di via Gravina del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali  dell’Università.

“Le sorti della Primavera araba” sarà il titolo della lectio magistralis di Dina Ezzat, mentre Fabrizio Gatti tratterà il tema “Il quarzo, l’orologio e la vita da giornalista. Come cavarsela in un mondo senza sintesi”. Stefania D’Ignoti, infine, parlerà di “Kim Wall e la nuova generazione di reporter in aree di crisi”.

Coordinerà le lezioni magistrali all’Università e modererà il dibattito serale al Teatro Eliseo di Santa Venerina il giornalista Antonio Ferrari, editorialista del Corriere della Sera.

Nel primo pomeriggio di sabato si svolgerà, come di consueto, una breve commemorazione di Maria Grazia Cutuli nel piccolo cimitero di Dagala del Re, che ospita le spoglie della giornalista assassinata in Afghanistan.

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