Nella Casa del Vendemmiatore a Santa Venerina, si è svolto l’importante evento culturale “Narrare per prevenire“, in occasione 110 anni dal terremoto dell’8 maggio 1914 che distrusse la borgata di Linera. All’interno della struttura è stata allestita una mostra fotografica e documentaria sugli eventi sismici del 1879, 1914 e 1952.
La realizzazione dell’esposizione è di Sebastiano Lanza, Alfio Marino e Salvatore Sciacca ed è visitabile fino a giorno 26 maggio. Ad arricchire l’incontro la proiezione di due rarissimi documentari sui movimenti tellurici del 1914 e del 1952.
L’organizzazione dell’iniziativa si deve all’associazione “StoCuSvit – Storia Cultura Sviluppo Territoriale“ di Santa Venerina, con il patrocinio del Comune e con la collaborazione della Pro-Loco. Il prof. Giovanni Vecchio ha coordinato l’incontro.
Mostra sui terremoti che colpirono Santa Venerina: la relazione del geologo Bella
L’aspetto geologico e sismotettonico del territorio, è stato analizzato dettagliatamente dal geologo dott. Domenico Bella. I sismi del 1879, del 1914 e del 1952 che interessarono la zona Sud-Orientale dell’Etna furono i più disastrosi. Il sisma del 17 giugno del 1879 ( IX della scala Mercalli ) provocò la morte di dieci persone, centinaia di feriti e danneggiò moltissime abitazioni. Le zone interessate furono quelle di Linera, Santa Venerina, Bongiardo e Guardia Mangano. Mentre quello più grave fu il terremoto dell’8 maggio 1914 (IX della scala Mercalli ), che provocò una sessantina di morti, centinaia di feriti, rase completamente al suolo il borgo di Linera ed arrecò gravissimi danni alle frazioni di Bongiardo, Maria Vergine e Santa Venerina.
L’evento sismico del 19 marzo 1952 (VIII della scala Mercalli), ricordato come “quello di San Giuseppe”, interessò i comuni di Santa Venerina, Zafferana Etnea e Acireale. I danni di maggiore rlievo si verificarono nel territorio di Santa Venerina, sia nel capoluogo che nelle frazioni di Bongiardo, Linera, Cosentini, Dagala e Monacella. L’evento naturale provocò due morti e centinaia di feriti.
Una mostra a Santa Venerina per approfondire i rischi dei terremoti
Il primo cittadino di Santa Venerina, Santo Raciti, ha evidenziato l’importanza dell’iniziativa, perché dà l’opportunità di approfondire una tematica come quella dei rischi vulcanici e sismici del nostro territorio. Il geologo dott. Domenico Bella, ha ribadito che l’area etnea è una delle zone più studiate al mondo. Inoltre ha specificato la differenza fra intensità ed effetto del terremoto. L’intensità consiste nell’energia liberata dal sisma, mentre l’effetto consiste nei danni provocati dal movimento tellurico.
Ha ribadito che l’Etna nasce da un incrocio di un sistema tettonico regionale. La Sicilia, inoltre, è caratterizzata da una sismicità elevata. I terremoti etnei sono molto superficiali e non superano la magnitudo 5 della Scala Richter. La faglia di Santa Maria Ammalati provocò gli eventi sismici del 1879, del 1914 e del 1952.
Giuseppe Russo