La falegnameria Rò la Formichina, appartenente alla comunità papa Giovanni XXIII di Santa Venerina, si avvale di un nuovo capannone. L’edificio è stato inaugurato lo scorso 11 ottobre dal vescovo della Diocesi di Acireale, Antonino Raspanti. Erano presenti inoltre il sindaco di Santa Venerina, Salvatore Greco, il responsabile locale della comunità papa Giovanni, Primo Lazzari, vari membri delle altre comunità e tantissima gente legata a questa bellissima realtà da svariati motivi. Prima dell’inaugurazione si è svolto un convegno in cui si è illustrata la nascita di questa comunità e della successiva cooperativa sociale.
Santa Venerina / La comunità papa Giovanni XXIII
La comunità papa Giovanni XXIII nasce nel 1968 per volontà di don Oreste Benzi e da allora si impegna nel contrastare l’emarginazione e la povertà. In altri termini, accoglie da sempre tutte quelle persone che nessun altro accetta. La comunità lega la propria vita a quella dei poveri e degli oppressi e vive con loro, 24 ore su 24, facendo crescere il rapporto con Cristo. “Solo chi sa stare in ginocchio può stare in piedi accanto ai poveri” diceva infatti don Oreste. In particolare, per quanto riguarda la sede di Santa Venerina, essa nasce il 17 agosto 1992 grazie a Marco Lovato e Laura Lubatti. Don Oreste Benzi affidò questa casa famiglia a Santa Maria dell’Odigitria.
Santa Venerina / Il nuovo capannone della falegnameria Rò la Formichina
La Cooperativa Rò la Formichina nasce nel 2001 per dare lavoro a ragazzi disabili e più fragili. Si è poi aperta ai detenuti dei carceri minorili di Acireale e Catania offrendo loro competenze lavorative, nonché uno sconto della pena. Il nome della cooperativa non è stato scelto a caso. La cooperativa sociale è dedicata a Rosario, affettuosamente chiamato Rò, venuto a mancare a soli 14 anni a causa di una grave malformazione interna. Come la formica, che porta pesi fino a 5 volte superiori al proprio, in falegnameria ogni giorno ragazzi con problemi di handicap o di devianza portano il peso di una società emarginante che non riesce a capire che prezioso dono siano.
Attualmente nella falegnameria lavorano 8 persone tra cui due ragazzi disabili, un profugo scappato dalla guerra e un carcerato. Vengono realizzati mobili, oggettistica, casse acustiche. Inoltre la falegnameria offre il servizio di riparazione; è possibile anche fare commissioni e ordinazioni di mobili e oggettistica varia. In falegnameria non si trasforma solo il legno, ma anche e soprattutto il destino delle persone. I ragazzi con un passato deviato si rendono conto di riuscire a fare molte cose e di non avere più bisogno di delinquere per sopravvivere.
Santa Venerina / La realizzazione del nuovo capannone della falegnameria Rò la Formichina
La realizzazione di questo nuovo capannone è stata resa possibile grazie al generoso contributo di Fondazione Enel Cuore onlus, Fondazione Peppino Vismara, Banca d’Italia e tanti piccoli donatori che con sacrificio e amicizia hanno sostenuto il progetto. Inoltre don Orazio Tornabene, direttore della Caritas di Acireale, rende noto che è stata avviata una borsa lavoro per Omran, il capo famiglia dei siriani accolti tramite corridoio. Per quanto riguarda invece la comunità, essa beneficia dell’ aiuto dell’ 8 per mille. Il capannone è ubicato in via Trieste, dietro il campo sportivo, a Santa Venerina. Durante l’inaugurazione il sindaco della città ha elogiato il grande lavoro della comunità papa Giovanni XXIII. “La comunità cittadina di Santa Venerina ha secondo me un grande merito nell’essersi dimostrata sinceramente così aperta a voi nell’aver realizzato un’integrazione per tutti quelle persone più deboli”, ha affermato Salvatore Greco. La cosa bella della papa Giovanni XXIII sta nel fatto che essa non è chiusa nel suo recinto ma vive la vita di tutta l’intera comunità cittadina.
Santa Venerina / La Cooperativa sociale Rò la Formichina
Il grande merito di questa cooperativa è quello di aiutare i ragazzi che vi “lavorano”. Aiutarli non soltanto per quanto riguarda l’imparare un mestiere ma farli sentire parte attiva di una comunità che per molto tempo li ha rifiutati. Uno dei motti della falegnameria è infatti “nel lavoro ci si salva”. La cooperativa Rò la Formichina accoglie anche i ragazzi del carcere minorile di Acireale che scontano la loro pena proprio lavorando in cooperativa. Sono stati proprio loro che hanno preparato un rinfresco per tutti i partecipanti all’inaugurazione.
Il Ruolo della chiesa in questo progetto
Anche la Diocesi di Acireale, nella persona del vescovo Raspanti, ha sostenuto fortemente questo progetto. “Cercare di aiutare a porre le condizioni affinché ciò si possa realizzare, questo è quello che ha fatto la chiesa per questo progetto. Ha anche ispirato nel cuore le persone che generosamente si danno, non solo nella logica del profitto ma soprattutto della gratuità e della generosità”, ha dichiarato mons. Raspanti. Il risultato di questa impresa è che tante persone, alcune anche disabili, al vario livello possano esprimersi e ricevere soddisfazione, capire che possono dare anche loro un contributo, con il loro lavoro, alla bellezza del creato.
Don Oreste Benzi / La cooperativa sociale Rò la Formichina
Così don Oreste Benzi diceva della cooperativa: “Noi siamo complementari. Mettendo insieme le capacità di ognuno non c’è chi ha più e chi meno ma ognuno diventa dono. Operando insieme non c’è più disabile, carcerato, emarginato ma ognuno è una meraviglia per l’altro. La cooperativa è società del gratuito che genera la civiltà dell’amore”.
Maria Catena Sorbello